Esperienza, purtroppo, negativa. Posto scoperto su Instagram attraverso foto e reel che mostrano piatti, apparentemente, squisiti. Purtroppo non è stato così nella realtà sia per il servizio che per la qualità del cibo. Avevo chiamato Antica Macelleria Fai per prenotare un posto per due per la sera, mi risponde la proprietaria già abbastanza "scocciata", e si capiva dal tono della voce, dicendo che non si poteva prenotare se non per le 19.40. Ci rechiamo al posto alle 21.05 e, sempre la proprietaria con fare molto antipatico, ci comunica che la lista di attesa è molto lunga. Tuttavia lascio il mio recapito telefonico e ci inserisce, molto svogliatamente, in questa lista. Aspettiamo un'ora, nessuna chiamata. Per caso ripassiamo dal locale e notiamo che c'erano tre tavoli liberi. Allora, proviamo di nuovo a chiedere se ci fosse possibilità di sederci e ci fanno accomodare. Nel mentre, notiamo anche che nella lista d'attesa, saremmo stati i prossimi ma nessuno ci aveva chiamato. Momento dell'ordinazione: pasticciotto salato, burrata con bombette e straccetti di vitello con pesto e pistacchi. Di norma l'antipasto, dovrebbe arrivare prima dell'ordinazione principale.. Ma la proprietaria ci avvisa già che il pasticciotto ha 15 minuti di cottura, sarebbe potuto arrivare dopo gli altri due piatti (quindi mi chiedo, che senso ha inserirlo negli antipasti se non garantite che possa arrivare prima degli altri piatti?!). Mentre aspettiamo, i camerieri molto gentili, portano solo 3 misere fettine di pane. Comunque, il pasticciotto riesce ad arrivare prima delle altre due portate.. Lo tagliamo a metà, era duro. Scopriamo, mangiandolo, che era duro perché non cotto bene.. si avvertiva che era ancora congelato. Mentre stavamo finendo questo piatto, arrivano gli altri due. Piatti carini e senza troppe pretese, ma degli straccetti di vitello si può notare che erano annegati nell'olio del pesto e di pistacchio c'era solo la granella. Avevamo molte aspettative nei confronti di questo posto ma purtroppo sono state tutte deluse. È certo che è un periodo caotico e tutti i locali devono rispondere alle molteplici esigenze dei clienti ma credo che, oltre la qualità dei prodotti, la cortesia e gentilezza dei proprietari dovrebbe essere al primo posto. Al contrario i camerieri, sono stati tutti...
Read moreCon molte aspettative prenotiamo per cenare all'aperto in uno dei tanti tavolini apparecchiati nel vicolo. Con stupore scopriamo che il nostro tavolino è proprio a fianco di una gigantesca cacca di cane che né i proprietari dell'animale né i proprietari del locale hanno pensato di pulire bene.
Chiediamo di cambiare tavolo perché non abbiamo intenzione di mangiare con la puzza di cacca come se fossimo in una fogna ma ci viene risposto che anche gli altri tavoli sono tutti prenotati.
Incredibilmente, pensavano di poter fare mangiare (e pagare) le persone in queste condizioni. Allora visto che il proprietario sosteneva che non potesse farci nulla ce ne siamo andati e abbiamo dovuto trovare un'alternativa in centro (con bambino di tre anni al seguito), senza prenotazione, di venerdì sera.
Abbiamo poi notato due malcapitati che hanno fatto sedere al tavolo al posto nostro. Evidentemente per questo locale fare mangiare con la puzza di feci è normale.
PS: ci hanno chiamato dopo 30 minuti forse per offrire un posto all'interno che si era liberato. Questo purtroppo non toglie che ci è stato arrecato un disagio notevole che poteva essere evitato sin dall'inizio, se non avessero considerato "agibile" quella zona del vicolo.
PPS: come si vede dal commento sotto, vengo accusato di essere un bugiardo e la cosa assume toni francamente inaccettabili. Sarei un bugiardo perché il problema è che, a detta del locale, è delle condutture del centro storico. Questo non spiega due fatti:
Certe sere hanno il sapore della verità. Ieri, a Nardò, l’ho trovata di nuovo.
L’Antica Macelleria Fai non è un semplice ristorante. È un luogo dove il tempo rallenta e con esso anche il cuore. Un luogo che non grida la sua eccellenza, ma la sussurra, come fanno le cose autentiche. Qui i sapori non si reinventano, si ricordano. E ricordano a noi chi siamo.
Arrivo da Bergamo e ogni volta che torno nella casetta di famiglia, questo posto è una tappa obbligata. Un ritorno. Un abbraccio.
L’inizio è lieve, quasi ingannevole: mozzarelle fresche come mattini d’estate, una colazione salata — firmata Franci — con croissant imbottiti e un cappuccio di fonduta di parmigiano che sembra un’invenzione poetica più che culinaria, l’immancabile parmigiana, dei paccheri farciti suggeriti dalla padrona di casa che erano spaziali.
Ci siamo persi nel menu, come si fa nei migliori viaggi. E ne usciamo solo per cedere, senza rimorsi, a tre dessert. Dovevano essere due, ma la gola non conosce numeri quando l’anima è felice.
Francesca — la padrona di casa — è presenza felina. Ti osserva, ti scruta, ti pesa. Poi ti sorprende. Si ricorda di noi, e del vino che avevamo amato: Primitivo Cubardi Schola Sarmenti , una carezza ruvida, calda come la terra rossa sotto il sole.
All’improvviso una coccola: Una fetta di crostata fichi e mandorle — sapore secco e dolce insieme, come l’infanzia. Ma il vero colpo da maestro arriva alla fine: un amaro. Ma non un digestivo. Un rito. Un ricordo versato nel bicchiere. Un’emozione liquida che ha preso la voce e l’ha lasciata altrove, per un momento.
Non dirò altro. Le esperienze più vere non si raccontano per intero. Si vivono.
Peccato mortale non passare da qui, se siete nei paraggi. Imperdonabile non tornarci, se ci...
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