Da molto tempo desideravamo provare questo ristorante, ma la difficoltà a trovare un tavolo senza averlo prenotato in debito anticipo ed una certa nostra tendenza ad improvvisare ce lo avevano fino ad oggi impedito. In effetti, il Garibaldi dispone di due salette accoglienti e piacevolmente arredate, ma di un numero di coperti abbastanza limitato, il che d'altronde non fa che aggiungere charme al locale. I gentilissimi ragazzi che si occupano dei tavoli ci hanno suggerito di iniziare dall'antipasto misto di pesce, composto da otto portate, ciascuna a metà tra l'assaggio e la porzione, quasi tutte incentrate su qualità di pescato meno ovvie e cosiddette "povere". Tra di esse spiccano il delicatissimo baccalà con maionese all'aglio ed il superlativo morone alla piastra, ma altrettanto gustosi ci sono sembrati il carpaccio di ricciola, la ricciola gratinata, il sugarello al forno con strato di patate e cipolle, il pesce sciabola fritto e le alici all'aceto. Ottima anch'essa, ma forse meno sorprendente, l'insalata di polpo con fagioli. Come primi, i delicati spaghetti con morone e pesto di pistacchi e l'ottima zuppa corsa, servita con crostini, una particolare maionese (ai peperoni?) e scaglie di formaggio. Eccellenti i dessert, babà con confettura di cedro, zabaione e minitartufo di cioccolato fondente e crema pasticcera con (straordinarie) lingue di gatto. Il vino della casa è una onesta bottiglia di verdicchio e trebbiano. Il prezzo, per un menù di pesce come questo, è a mio modo di vedere assolutamente adeguato.