Supposed to be the best restaurant in the region. Maybe it was before but not when we visited. We were very disappointed and were way overcharged at 350 euros for 2 persons. The view is nice but you are under a canopy and seated on old cheap smaller metal chairs that are very uncomfortable. The chairs have handmade seat cushions that look like someone’s mom made them. Not what would call fine dining. There are much better values elsewhere in Polignano like La Locanda Porta Picc (family run and 1/3 the cost). When you have a great team or corporation or restaurant, you have to continue to invest and make enhancements to stay on top. I believe Da Tuccino has not done this and is resting on its laurels and has slipped. The waiters were younger and acted like know it alls and were not as polished as you would expect for such as an establishment. The tasting menu needs to be re-invented. It was way over-priced, quantity over quality as there were many repetitive items that lacked tastiness and flare. The cuttlefish was horrid. The waiter tried to save it with olive oil and cracked pepper but it did not help much. The fish main was good once you could find it as it was smothered with a bunch of diced raw vegetables - strange. The only highlights were the seafood risotto, wine and desserts. About 100 euros of good food for 350 euros paid. Again, many it was best in the area once but not anymore. I recommend you search out better options...
Read moreCi rechiamo al locale con aspettative medio alte in quanto quest'ultimo ci era stato consigliato e descritto da un conoscente del luogo come ristorante di un certo livello sia per la qualità del cibo sia per il tono e atmosfera del locale. Appena arrivati capiamo subito che le aspettative saranno difficili da rispettare, locale sovraffollato con centinaia di coperti e camerieri che corrono a destra e sinistra come fosse un circo, il tutto immerso in un rumore assordante.
Ci sediamo e iniziano subito i problemi. In un locale con determinati prezzi, soprattutto se l'intero tavolo ordina un menù degustazione da 110€, pretendo di sapere quale tipo di ostriche mi verranno servite se lo chiedo. Invece il cameriere abbozza risposte con tono scocciato e poco precise nonostante io abbia espressamente chiesto questa informazione 4-5 volte. Inoltre specifico che due tipi di ostriche presenti nel menù non erano di nostro gradimento e proprio per questo volevamo sapere quali erano presenti, in modo da sostituirle qualora fosse stato necessario. Ci viene in sostanza detto che sarà presente un mix di ostriche non ben identificato, ma non sarà così. Il plateau presenterà 4 ostriche , una per commensale, e udite udite proprio il tipo di ostrica che non gradivamo. Facciamo finta di niente cercando di non rovinarci la serata per questo dettaglio e andiamo avanti anche se il contorno inizia ad essere fastidioso, anche l'apertura un po' artigianale della bottiglia di vino con successivi schizzi sulla manica di uno di noi non va a favorire il buon andamento della serata, inoltre denota carenza nella formazione del personale.
Per quanto riguarda il livello dei crudi , erano ok ma nulla di eccezionale.
Il servizio dopo i crudi inizia ad essere lentissimo al punto che una tavolata da 15 persone dietro di noi se ne va infuriata. Dopo 2 ore e 15 minuti dobbiamo ancora ricevere l' ultima parte dell' antipasto e decidiamo di stoppare tutto. Chiediamo gentilmente di interrompere e pagare ciò che avevamo consumato, da li in poi i camerieri iniziano a temporeggiare ( se lo dicono anche tra di loro nelle orecchie pensando di non essere sentiti, come a prenderci in giro) dicendoci prima che avrebbero chiamato il direttore di sala ( per guadagnare tempo ), e poi che ormai il secondo era pronto e andava servito. Poco dopo la versione cambia, era già pronto il primo e non più il secondo. Insomma cercavano di recapitarci tutto il menù in tavola in pochi minuti in modo che fossimo obbligati a pagare tutte le portate. Il primo ci viene letteralmente lanciato sul tavolo nonostante avessimo richiesto di non servire più nulla ( paccheri scotti mai assaggiato un primo così scadente in vita mia) , dopodiché capiamo che l'unica soluzione è alzarci dal tavolo perché non arriverà nessun direttore di sala a parlare con noi ma solamente camerieri che cercheranno di buttare tutte le portate rimanenti sul tavolo il più velocemente possibile ,ci stavano già cambiando i piatti e portando il secondo prima ancora di finire il primo. Ci rechiamo alla cassa e non siamo gli unici indignati, oltre ai 15 già fuggiti, un altro tavolo da 4 persone dietro di noi ha terminato la cena anzitempo e aspetta di pagare il parziale.
Dopo qualche battibecco e nessuna scusa ricevuta ( probabilmente perché eravamo 4 ragazzi di 30 anni , quindi ragazzini per loro, e non del luogo) riusciamo a concordare il pagamento di ciò che avevamo consumato ( fino al primo, ahimè siamo stati un po' ingenui nel non capire la situazione e abbiamo consumato in parte il primo pensando fosse veramente già pronto ma anche l' ultima portata da ricevere) .
Durante il battibecco alla cassa, il cameriere che si era reso protagonista della situazione iniziale relativa alle ostriche interviene contraddicendo la nostra versione, cercando di metterci in cattiva luce e giustificandosi con una versione tutta sua.
Assolutamente sconsigliato, atmosfera rumorosa e confusionale, pochissima attenzione al cliente nonostante i prezzi molto alti, servizio lento e non di alto livello, qualità del cibo...
Read more"Altrove mangi il pesce; da Tuccino ascolti il mare." Scala verso la terrazza, salsedine nell’aria, tramonto rosato sul molo di Polignano: il banco del pescato brilla come un altare nella cattedrale del crudo di Puglia.
Qui ho festeggiato l’anniversario con mia moglie. Lei, di solito diffidente verso i crudi, aveva promesso di fare un'eccezione… e ha fatto bene.
Una scalinata conduce alla terrazza: le barche a vela ormeggiate nel porticciolo, la brezza salmastra del crepuscolo e – di tanto in tanto – il rombo frivolo di una Ferrari, di una Lamborghini o di una Porsche, che entra o esce dal parcheggio poco distante. A qualcuno potrà sembrare un disturbo, io lo prendo come parte di quell’atmosfera da dolce vita adriatica.
I piatti che ci hanno rubato il cuore La degustazione di frutti di mare: comprende tagliatella di seppia, cozze (nere e pelose), noci, scampo, gambero viola, vongole, ostriche, cozza patella e "taratuffo". Quest'ultimo viene consigliato dal cameriere di mangiarlo per ultimo visto il sapore molto intenso. Non posso far altro che confermare. Ai frutti di mare aggiungo un paio di ostriche Special Moana n° 2 accompagnate da una salsa alla cipolla rossa, le più buone che abbia mangiato in vita mia, carnose, abbondanti, un sapore unico. Polpo crudo in purezza: consistenza burrosa, sapore di scoglio. Tris di tartare, ricciola, tonno e soprattutto scorfano marinato agli agrumi: se chiudo gli occhi sento ancora quei profumi di Adriatico. Cocktail di gamberi viola di Gallipoli: se avete provato il classico cocktail di gamberi, preparatevi all'eccellenza assoluta. Per il primo scelgo i paccheri scampi & ricci: tre scampi interi poggiati su un mare color oro, lucidato dalla crema di uova di riccio che profuma d’Adriatico. L’arancio vivo del riccio mi riporta bambino in spiaggia: un’esplosione di gusto pura, senza trucchi, in cui la pasta diventa tela e il mare il suo colore. Solo sapore di mare e sapienza. Mia moglie preferisce le orecchiette al nero di seppia: il nero profondo dell’impasto fa da sfondo ai petali giallo-verdi dei fiori di zucca, alle vongole sapide e ai gamberi rossi appena scottati. La mantecatura è cremosa ma leggera, con un’irresistibile nota iodata che invita subito al bis (tentativo a casa in arrivo, ma dubito di replicare la stessa grazia).
Intermezzo & dolci Prima di passare ai dessert veri e propri, ci hanno servito un sorbetto al mandarino pensato per rinfrescare il palato: agrumato, cremoso, perfetto e atipico, molto particolare. Poi è arrivato il momento di osare con la pasticceria di casa: mia moglie ha optato per una millefoglie ai frutti di bosco che crocchiava sotto i denti e profumava di burro, mentre io mi perdevo nella torta Mimosa, soffice e avvolgente come una nuvola.
Vino? Ho scelto un rosato Furia di Calafuria: fresco, floreale, sposato ai crudi. La carta supera le 1.000 etichette e fa quasi paura per vastità; ho intravisto degli Champagne che meritano un viaggio a parte.
Per concludere, un limoncello che richiamava il sapore di quello fatto in casa dalle mie zie di Alberobello.
Il costo a persona non è basso, ma ogni euro ha un volto: quello del riccio, del polpo, del cameriere che ti guida.
Consigli da "amico che c’è già stato" Prenotate un tavolo vista mare. Se amate sperimentare, lasciate carta bianca al cameriere: la sequenza di sapori avrà un senso logico. Conservate un angolo di stomaco per il sorbetto al mandarino: è la parentesi leggera che chiude il cerchio.
Ci tornerò? Senza dubbio: la prossima volta voglio testare i gamberi viola di Gallipoli al sale e gli scampi al ghiaccio, scegliendo uno Champagne vintage dalla loro cantina-scrigno.
In un’epoca in cui "pesce fresco" è slogan, Da Tuccino è eccezione: il mare si assapora, non si racconta. Se volete trasformare una cena in ricordo, questo balcone sull’Adriatico ripagherà ogni chilometro. Parola di uno che ha ancora il sapore di riccio sulle labbra. E – come dice mia moglie, che di crudi solitamente diffida – “qui posso chiudere gli occhi e...
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