Sabato sera di Febbraio. Ci sono realtà e contesti nella quale improvvisare è un arte, La ristorazione non è sicuramente una di queste. Esperienza segnata da una lunga attesa per prendere l’ordine seguita da un’attesa decisamente ancor più lunga per riceverlo. Durante questa attesa però è possibile vedere la brigata in cucina destreggiarsi tra un responsabile di sala, qualche cameriere ed un vai e vieni di persone che dovrebbero stare appresso ai clienti in attesa al desk piuttosto che dietro al cuoco in uno spazio che sembra persino angusto. I camerieri giovani, cordiali ed apparentemente inesperti che si approcciano alla sala con timidezza, fanno trasparire una certa paura all’approccio con il cliente. In seguito mi sarà facile supporne il perché. Dopo un attesa utile solo ad alleggerire il tempo per scambiare due chiacchiere e conoscere meglio il proprio compagno di sventura seduto al tavolo, giungono le fritture. OLIO DI QUALITÀ, percepibile dal buon odore, che non rende giustizia ad una verdura pastellata male ed un gambero fritto in maniera del tutto sbrigativa e superficiale. Si volge verso il ramen, articolo suggerito dal locale stesso attraverso una locandina in carta posto sopra al tavolo, come a dire: “provate questo articolo fuori menù” facendo dedurre che sia una specialità. Sin dalla notte dei tempi, il brodo (poiché questo è il main concept del piatto) si serve CALDO. Perlomeno con un fumetto che stuzzica l’olfatto prima della bocca. Ma a quanto pare non qui. Ramen freddo, acqua insipida con qualche traccia di spezia non compresa dalle mie papille gustative, accompagnato da un filaccio di pasta che presenta ancora le piaghe della busta dalla quale sono state frettolosamente tolte per essere cotte, male. Una presenza di manzo crudo che vuole affondare ma non gli viene permesso grazie alla presenza di poco brodo ed un non ancora ben compreso impiastro di spinaci. Sode le uova (sarebbe corretto dire: l’uovo) non si trova traccia di alga alcuna. Medesimo problema nel ramen del commensale seduto d’innanzi a me. Cucchiaio decisamente non adatto al piatto, al luogo e alla cultura nipponica, sarebbe stato più indicato nel servizio di un ristorante italiano anni 80. Ricordandoci di trovarci nel luogo definitosi “sushi lovers” decidiamo di darci la possibilità di rimediare a questo scempio dei sensi con del sushi, ma questo nient’altro era che il medesimo prodotto della medesima qualità che può essere assaporato nelle catene ristorative “all you can eat”. Il 90% degli hosomaki, uramaki e restanti tipologie di “sushi” d’altronde avevano come ingrediente principale la Philadelphia con salse articolate. Come a nascondere l’incresciosa realtà di un ristorante che vuole servire alla carta la medesima qualità che potrei ottenere pagando un menu fisso: In minor tempo, con cotture migliori, in quantità maggiore ed a prezzi inferiori. Ho gradito la selezione di birre in bottiglia. La ristorazione alla carta dovrebbe garantire un prodotto più ricercato, e l’ambiente piccolo ed intimo una maggior relazione tra operatori di sala e commensali, mentre l’unica cosa che traspariva era il sudore e la fatica della cucina nel cercare di rispettare le consegne di chi ordinava per asporto oltre alla sala gremita di gente. Pertanto non credo che abbiate un idea chiara di come sfruttare i vostri punti di forza. Questo mi fa pensare che il problema riguarda l’organizzazione e la gestione piuttosto che la povera brigata in cucina. Non mi sento di suggerire questo locale a chiunque è arrivato sin qui nella lettura di...
Read moreNot the best place for vegans! (Vegan Ramen and ramen in general is sadly no longer on the menu).
We didn’t feel particularly welcome, and the service was inattentive. We had to go searching for staff to get the wasabi and ginger and forks which had been offered 5 minutes previously (and couldn’t start eating without our forks).
Not great for Vegan options, sadly. (Other reviews mentioned ramen which no longer exists) I had Edamame, miso soup and a custom poke bowl which is literally the only things suitable for vegans. The soup was bland, and the poke bowl was small and expensive although quite nice. I got wakame instead of edamame in my poke bowl which wasn’t my favorite but I didn’t want to wait for a replacement. The restaurant is clean and bright, the food was decent but I think the vegan options are terrible when you consider how easy it is to make a vegan sushi roll or vegan noodles. it’s 2023, I think we can do better!
If you’re not vegan there’s a giant choice and variety and think you would find it more accessible, but the digital menu is not user friendly on a mobile phone and felt quite...
Read moreSTATE ATTENTI SE AVETE ALLERGIE.
Sono cliente per lo più con delivery e nel campo “note” degli ordini, segnalando le mie esigenze, ho sempre ricevuto (in orario) ordini corretti. In ristorante la musica cambia.
Nel ristorante, da anni, dipende dal cameriere che trovi: una ragazza che ho “testato” apposta mi ha dato il via libera per una zuppa che in realtà sapevo di non poter mangiare. Nell’ultima visita, provato l’All You Can Eat (assolutamente sconsigliato se avete allergie), il mio ordine è stato servito SOVRAPPOSTO proprio all’allergene (che avevo segnalato a voce al cameriere, non c’è altro modo) preso da chi era con me.
Ora, se uno ha una forma severa di allergia, per leggerezze del genere il locale rischia grosso. Vale la pena non formare il personale e usare un software AYCE scadente e giocare alla roulette russa?
Tornando all’AYCE infatti, il sistema usato per gli ordini è pessimo. In altre catene ne ho trovati di ben fatti, che permettono di dividere l’ordine su più commensali e aggiungere note (tipo: “Commensale 1 allergia a”) ed escludere con un click dal menu tutti i piatti che contengono l’allergene. Qui la Cigierre ha voluto andare al risparmio e si vede: la divisione tra commensali c’è nell’app ma lo scontrino dell’ordine è unico e mescolato, e la lista allergeni? Un pdf che secondo loro un cliente si mette a scorrere (l’elenco è lunghissimo) in cerca del piatto che ha in mente di prendere e di cui intanto che scorre ha già dimenticato il nome. Suona platealmente da “così siamo in regola con la legge per cui chissene”. Bravi. 👏🏻
Insomma un ristorante in cui si mangia anche bene ma gestito male, e che consiglio solo per il delivery.
Il locale infatti è in netto peggioramento rispetto agli inizi: per contrastare la concorrenza (stanno aprendo sushi come funghi in zona) invece di abbracciare -male- l’AYCE, dovrebbe puntare a un servizio migliore e a un’offerta più esclusiva, loro vicino di porta pordenonese docet.
P.S. Segnalo anche una situazione imbarazzante di poco tempo fa, infrasettimanale. Cameriera palesemente in affanno che serviva da sola ai tavoli, cameriere che spariva ogni tot non si sa a far cosa, tipo dietro la cassa con fare incredibilmente “da superiore” che guardava il vuoto. Solo dopo un’ora ha alzato il regal didietro ed è andato ad aiutare ai tavoli. Ecco, da persona con esperienza in gestione HR due domandine su chi e come vengano fatte le selezioni e soprattutto come venga monitorato il rendimento personale...
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