Premetto che abbiamo prenotato, con largo anticipo, un tavolo per quattro persone per sabato 13/01/2024 alle ore 20:30, con l'idea di passare una serata tranquilla a chiacchierare tra amici. Subito dopo aver prenotato, siamo stati ricontattati da una persona dello staff, che ci ha informati della presenza di due turni serali e del fatto che, normalmente, avremmo dovuto lasciare il tavolo alle ore 22:30, chiedendoci se ciò potesse rappresentare un problema. Naturalmente abbiamo risposto di si, dato che volevamo passare la serata con i nostri amici, ed abbiamo anche chiarito che, in presenza di questo vincolo, avremmo disdetto la prenotazione, preferendo un locale privo di turni. Siamo quindi stati rassicurati dalla persona al telefono, che ci ha detto che avrebbe annotato, nella prenotazione, che il tavolo sarebbe stato esente dal vincolo di essere liberato alle ore 22:30.
Sabato ci presentiamo puntuali al locale. Alle ore 23:00 circa iniziano i problemi: una delle cameriere arriva al nostro tavolo direttamente con il conto, che non avevamo richiesto, invitandoci, in maniera perentoria e senza nemmeno chiederlo per favore, a recarci alla cassa per pagare e a liberare il tavolo. Le facciamo presente che avevamo concordato una prenotazione per tutta la serata e lei si allontana.
Dopo pochi minuti, si presentano al tavolo altri due camerieri, che iniziano a sparecchiare con noi ancora seduti e nel mezzo di una conversazione. Lo fanno anche in maniera maldestra, facendo passare davanti ai nostri occhi tutti i vari piatti, bicchieri, tovaglioli, etc. Alla nostra richiesta di spiegazioni, uno dei due, in maniera decisamente sgarbata, risponde che (cito testualmente): "al 90% non era possibile che avessimo richiesto di rimanere dopo le 22:30", sottintendendo, quindi, che quanto da noi dichiarato fosse falso. Ci invita poi di nuovo, sempre in modo maleducato, a lasciare subito libero il tavolo, mentre il collega continua a sparecchiare, con noi sempre seduti.
A quel punto, vari camerieri hanno iniziato a spalleggiarsi tra loro nell'imbarazzante tentativo di dimostrare che noi non avessimo richiesto di restare oltre l'orario del primo turno. Come prova "inconfutabile" della nostra mancata richiesta, ci è stato mostrato un foglio di carta volante, scritto a penna, nel quale non era presente la nota accanto alla nostra prenotazione. Quando abbiamo chiesto come potessero essere sicuri che non fosse stato un errore di chi aveva annotato la prenotazione, ci è stato semplicemente risposto che "non era possibile" e quando abbiamo chiesto perché mai avremmo dovuto omettere la richiesta di restare oltre le 22:30, dato che era proprio un vincolo della nostra prenotazione, ovviamente non c'è stata alcuna risposta. Anche le nostre richieste di parlare con il titolare sono cadute nel vuoto.
Faccio alcune riflessioni, a beneficio della proprietà. Va benissimo dare spazio ai giovani, ma ci sono situazioni che richiedono maggiore esperienza. Se in sala ci fosse stato un vero manager, avrebbe gestito la situazione, a prescindere dalla causa scatenante (che in questo caso è, chiaramente, un errore di chi ha annotato la nostra prenotazione), trovando una soluzione che potesse andare bene a noi come clienti ed al locale. La staff si è invece arroccato su una posizione difensiva e piuttosto infantile, utilizzando anche frasi del tipo: "avete avuto il vostro tempo", "la telefonata la facciamo solo per una forma di cortesia" e "è tutto scritto nella piattaforma di prenotazione" (cosa non vera, dato che la piattaforma richiede solo data e orario, numero di persone e contatti di chi sta prenotando e non compare alcuna evidenza della presenza di turni).
Se io fossi nei panni della proprietà del locale, utilizzerei queste esperienze per migliorare il servizio. Se invece lo scopo è solo quello di perseguire il profitto a tutti i costi, anche a discapito dei clienti, allora non c'è soluzione, ma di norma questo approccio non è mai positivo per chi offre servizi al pubblico.
Detto questo, auguriamo al locale ogni bene, ma noi, di certo,...
Read moreIl valore linguistico di una recensione qualitativa deve essere sempre letto, con la massima nitidezza possibile, nella concretezza dei fatti che essa intende rappresentare. Di certo, il Settimo municipio di Roma con una popolazione di residenti di oltre trecentomila persone è esso stesso una grande città incastonata dentro il magma rovente e indecifrabile della sconfinata metropoli romana. Qui, forse, manca il lusso esorbitante degli alberghi cinque stelle con spa da sogno, e quei ristoranti di gran classe ben posizionati nelle classifiche delle più rinomate guide gastronomiche, presenti tra le pieghe dello splendore inarrivabile del centro storico di Roma, ossia lo scrigno dei tesori immortali custoditi nel perimetro del famigerato e stradesiderato Primo municipio. E, tuttavia, la densità e la ricchezza antropologica e commerciale del Settimo municipio contengono in sé un flusso inesauribile di emozioni segrete e persistenti capaci di lasciare nel più completo stordimento anche il visitatore più smaliziato. Ecco, la faccio breve: la qualità gustativa complessiva dell'offerta del Rquadro bistrò è veramente di livello altissimo, - e lo storytelling del menù delle pietanze antiche oppure nuovissime è tutto veramente autentico, - e qui ognuno è perfettamente consapevole di lavorare per raggiungere o anche solo per sfiorare quella dimensione sublime rappresentata dall'eccellenza; ma, se l'obiettivo della vostra esperienza di clienti esperti o curiosi chiede di esprimere un senso dentro l'ideale antico del "fattore umano", allora - sì, - venite a bere qui, e affidatevi all'ispirazione del momento di un autentico maestro della miscelazione che si chiama Lorenzo Minerva, un giovane professionista della vecchia scuola, che vi offrirà l'emozione impagabile del bere con saggezza liquori e distillati di pregio assoluto, riletti sempre alla luce dell'attuale gusto postmoderno. E niente, poi, sarà più come prima. amato...
Read moreLocale caratteristico, ben arredato e personale solerte, sia nel servizio che nel controllo del green pass. Nel locale faceva freddo, forse i soffitti alti non aiutano comunque era poco o male riscaldato. Ci ho trascorso una serata a cena con gli amici; se non ti vuoi alzare con la fame devi ordinare più cose e il prezzo sale. Il pane a tavola non esiste, il menu è molto limitato e le porzioni sono risicate, i cicchetti costano 5 o 6 euro l'uno e sono praticamente degli assaggini. Va benissimo se vuoi spiluccare ma se invece prendi 2 panini e una birra perché magari hai fame, poiché a pranzo hai preso un tramezzino veloce ti partono almeno 30 euro a persona, se non di più (quasi come andare a mangiare il pesce a Fiumicino). Senza che il proprietario se ne abbia tanto a male, anche i gusti e le opinioni dei clienti fuori dal coro sono rispettabili, anzi gli consiglio di andarsi a guardare la concorrenza in zona dove mangi bene e ti sazi con 20 euro a persona (Taverna del Grano, 72 ore, Sforno, etc.). La recensione non è pretestuosa né prevenuta, è anzi circostanziata e condivisa dagli altri commensali che mi accompagnavano. Ci siamo guardati in faccia, abbiamo fatto le dovute proporzioni e siamo arrivati alla conclusione comune che abbiamo speso tanto e mangiato poco e male. Tanta apparenza e poca sostanza. Un'esperienza culinaria molto deludente. Non è il mio genere e non...
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