Premessa, frequento il ristorante da circa 6 anni (anche da prima che si rinnovasse), ho provato praticamente tutte le categorie del menu (alcuni piatti anche più di una volta), ma non l'avevo mai recensito. L'ultima cena (cronologicamente, non definitivamente) risale a una settimana fa, occasione ottima per la recensione.
PRO: la qualità del cibo è molto buona in generale. La carne è ottima, i tagli sembrerebbero pregiati (non me ne intendo), e viene cotta con cura. Dolci e fritti nella media, buoni ma niente di esaltante. Il fiore all'occhiello è DECISAMENTE la Pinza, probabilmente tra le migliori se non la migliore di Roma. Leggera ma sostanziosa, gustosa e piena di gusto, perfetta in lievitazione e cottura. Secondo me è pure migliorata negli anni, meno "sugnosa" e decisamente più godibile rispetto ai primi tempi. Complimenti davvero!
CONTRO: Nonostante le premesse, col tempo purtroppo la qualità del cibo va calando. L'esempio più lampante è il tortino di patate e funghi, che di recente somiglia sempre più a un qualcosa di riscaldato, molto meno raffinato e delicato rispetto al passato. La differenza è evidente, notata da me a da amici che come me frequentano il locale da tempo. Anche i primi piatti sono in fase discendente. Gli esperimenti di varianti della cucina romana restano buoni, ma non esaltano il palato, deludendo le aspettative di chi legge "carbonara con tartufo" e si ritrova una cremina da supermercato. Ripeto, sono sensazioni di gusto, se poi la crema è di alto livello, sicuramente il sapore non ne è testimone.
LOCALE: Il locale è sempre pieno, per questo motivo le prenotazioni seguono dei turni, che però RARAMENTE vengono rispettati dai proprietari. Se la gente tarda ad arrivare, non va aspettata, al massimo si tollerano 5-10 minuti di ritardo e poi si passa al turno successivo. Invece si sceglie di aspettare i ritardatari, sfasando tutto e creando attese anche di oltre mezz'ora fuori dal locale. In questo modo i turni, creati apposta per evitare lunghe attese, non hanno nessunissimo senso. Dispiace che sia il proprietario stesso ad ammette la "sottomissione" ai ritardatari come giustificazione a chi lamenta la lunga attesa fuori (sotto la pioggia e al freddo...). Inoltre, mai come in questo periodo bisognerebbe evitare assembramenti, e invece sistematicamente stazionano dalle 20 alle 30 persone appena fuori dalla porta. Proprio la gestione COVID è al limite della legge. I tavoli NON sono adeguatamente distanziati come norma prevede. Il famoso metro di distanza c'è, ma il numero dei coperti non ha praticamente subito variazioni, e a locale pieno non c'è distanziamento che tenga. Se ci sono 100+ persone che parlano a voce alta a pochi metri di distanza gli uni dagli altri, il metro (approssimato...) che c'è tra i tavoli serve a ben poco. Ridurre di almeno un terzo i tavoli potrebbe risolvere tutto ciò, ma non credo che sia nelle intenzioni della proprietà. I camerieri ci mettono tanta volontà, ma si lasciano andare a distrazioni dovute palesemente alla fretta e alla pressione di servire troppa gente, dimenticando ordinazioni o consegnando, ad esempio, i dolci senza cucchiaino. Il bagno non si addice assolutamente ai livelli del locale. Sporco, senza sapone e carta, come in un bar di periferia qualsiasi.
Lascio 2 stelle nonostante ne avrei date volentieri 3 o 4, perché onestamente credo sia necessario incidere sulla media generale. Le recensioni non servono a lamentarsi e basta, devono essere costruttive, e questo è il mio modo per esserlo. Spero che si capisca la cosa e che non si risponda con il classico "mi sa che ha sbagliato locale..." che sinceramente non fa onore a chi gestisce un'ottima attività che vorrei continuare a...
Read moreHo messo una stella perché per poter scrivere una recensione bisogna metterne almeno una, ma in effetti il giudizio è N.C., non classificabile. Questa è stata la nostra esperienza: abbiamo prenotato un tavolo per 5 persone per le 20,15/ 20.30 di un sabato qualunque. Alle 20.20, puntuali come un orologio svizzero, siamo arrivate in 6 anziché in 5 perché all'ultimo secondo si è aggiunta una ragazzina al gruppo , composto così da due mamme e 4 dodicenni. Comunicata la variazione alla gentile ragazza che ci ha accolto alla porta , siamo state raggiunte dal tronfio gestore del locale , avvolto nella sua sciarpa vistosamente griffata che , accortosi dell ' ospite imprevisto ci ha invitato ad andarcene. Lì per lì abbiamo creduto di non aver capito per cui ,dopo aver visto il tavolo , capiente, apparecchiato per 5 persone, con un capotavola vuoto, e spazio sufficiente per riempirlo, sia con un coperto che con un posto a sedere , abbiamo insistito affinché si aggiungesse la sedia mancante. Ecco che allora il tono del soggetto si è fatto sempre più piccato ed incalzante e ci ha bacchettato dicendo che non avrebbe potuto aggiungere alcuna sedia perché gli avremmo dovuto comunicare in tempo l'aggiunta di un ospite, e che comunque non aveva altre sedie disponibili. Sempre più incredule, dopo qualche altra insistenza, visto che in più di 30 anni, da Roma nord a Roma sud e dal nord al sud dell'Italia una cosa del genere non ci era mai accaduta, Ci siamo dirette, come richiesto , verso l'uscita , con la promessa di raccontare in questa sede quanto accaduto. Ah , appena uscite abbiamo potuto vedere anche i numerosi tavoli apparecchiati allestiti nello spazio all'aperto, con tanto di sedie..... Aspettiamo la gentile risposta del soggetto di cui sopra! Ricordando sempre che ,entro certi limiti che non crediamo di aver in alcun modo violato con la nostra richiesta, il CLIENTE HA SEMPRE RAGIONE, vi consigliamo di rifocillarvi presso i numerosi altri ristoranti di qualità che sono nel quartiere dove alle 8 30 , senza prenotazione, ci hanno accolto coccolate e deliziato con un'ottima cucina...
Read moreCome sentirsi al dente. In un vecchio spot i rigatoni assurgevano a baluardo di una semplice ed ausonica genuinità a difesa del dilagare di un gallicismo culinario che sottintendeva ad una fatua eleganza.....insomma meglio i rigatoni per sentirsi davvero al dente. L'autore dello spot era Fellini e dopo decenni ancora riteniamo che il Maestro abbia avuto ragione nel celebrare il formato di pasta nato per migliorare la tenuta del condimento, un formato che oggi definiremmo smart. L'idea di ottimizzazione del gusto alla base dei rigatoni rivive in questo ristorante, vicino alla fabbrica di sogni che era Cinecittà, dove ogni tanto ci rechiamo con la famiglia. Rivive ad esempio negli accostamenti che tramano nella tartare di tonno agli agrumi, o nelle polpettine di baccalà servite su un letto di humus di ceci o sull'impegnativo tortino di patate, mozzarella e funghi su fonduta di grana. Si esalta nelle millefglie di melanzane (una parmigiana smart oserei dire).....un fiume di sapori come il flusso di pensieri a volte abbacinanti alla "8 1/2". Si rilancia nei ravioli di castagna su fonduta di gorgonzola e tartufo, decisamente negli spaghetti con tonno, capperi ed olive taggiasche (forse avrei insistito con il limone) o delicatamente con spigola, bottarga e granella di pistacchio....un "Amarcord" di sapori regionali. Trionfa nella tagliata di controfiletto danese, tenerissima, accompagnata da sottilissime patatine fritte....e qui il gioco è semplice e didascalico: "i Vitelloni". Dulcis in fundo, "Dolce Vita" e dolce tortino di cioccolato caldo con zabaione e gocce di cioccolato, ma anche il tiramisù nel "Boccaccio ('70)", la cui preparazione diventa film a palinsesto nello schermo. E anche il finestrone che dà sulla cucina sembra un grande 16/9 su cui va in scena la "Prova d'orchestra" delle vivande. Quindi "La strada" per arrivare dai sogni al gusto è tracciata da quelle intelligenti righe che...
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