Signori, NON sarò breve. Andiamo. Il locale, a primo acchito, all’arrivo, si presenta piuttosto caotico. Già il posteggio ci ha presentato qualche difficoltà (me ne parlerò in coda). L’ingresso è in cima ad una ripida scalinata di pochi gradini, alla sommità della quale c’è un ballatoio di dimensioni contenute, che ti farebbe venire voglia di attendere giù… ma poi sei pigro, e non scendi. Ma poi va e viene gente in continuazione e ti devi spostare e “forse giù si sta meglio”. Ma “forse ci chiamano, che scendiamo a fare?” Insomma un anghingò di civette sul comò che ha termine con soli dieci minuti di ritardo sull’ora della prenotazione, per fortuna e inaspettatamente, visto l’afflusso di avventori piuttosto sostenuto, pur essendo mercoledì, con conseguente “Pardon me. Pardon me. Pardon me” sul ballatoio di cui sopra. Scegliamo di sederci in quello che prima era uno spazio terrazzato all’aperto e che ora è coperto da un brutto sistema di alluminio anodizzato, con interni nella media, al limite della tristezza, con un ambiente generale molto “vorrei ma mi manca poco”, che tradisce un po' le aspettative che circondano il nome di Salvo. L’apparecchiatura e l’insieme tutto del nucleo tavolo-sedie, segue un po' la linea di cui sopra: nulla di speciale, una continua sufficienza, piena, per carità, ma che non entusiasma. Ok, se la serata verrà bene, non dipenderà dalla struttura. Ci serve un cameriere con un improbabile paio di occhialoni neri molto anni settanta. Molto gentile e garbato, con la sua padronanza della situazione ha smentito l’aspetto un po' sui generis con cui si presenta. Ha saputo infatti fare fronte a richieste del tipo “Quale può essere, tra le offerte, una birra che somiglia a…”, oltre alle classiche mille domande da preordine, aggravati da una endemica indecisione de due decani del gruppo. Ma la comanda è presa senza morti e feriti, agevolata (o complicata?) da un menù che, oltre ad essere strutturato non a blocchi indipendenti ma a scansione temporale (devi prender prima questo, poi la pizza, poi il dolce poi l’amaro) e che sembrava un percorso obbligato, era anche iperdettagliatissimo sulle provenienze geografiche di ogni singolo ingrediente, al limite del maniacale. Ci mancava solo il notaio a sugellarne la veridicità e saremmo stati a posto (pensate che conto, nel caso). Scherzi a parte, è questione di punti di vista: sapere che l’olio d’oliva l’ha covato amorevolmente compare Turiddu, e che il pomodoro è stato colto a 40°49′17″N e 14°25′32″E (l’indicazione non è casuale), può essere importante per alcuni. Per quanto mi riguarda l’atto notarile può certificare quello che si vuole, ma l’unica informazione che conta per me è quella organolettica: sapere da dove non influenza minimamente la percezione di quanto andrò a degustare, salvo che la precisazione sia sostanziale, come, ad esempio, nel caso delle Margherite… Ben SEI tipi di Margherite (Classica, del Vesuvio, Gentile, della Signora Maria, Flegrea e Pop). Per chi lavora la terra, nella fattispecie coltivando tutte le varietà di pomodori del Napoletano e che fa colazione con la Signora Maria (per buona pace di compare Turiddu, che sta in Sicilia), sapere che il concime è la naturale “m#$d d’ cavadd” come si dice a Vieste, o il sangue di bue industriale ha un senso. Per me che, colpevolmente, non possiedo il sapere organolettico tale da potermi orizzontare tra un Piennolo del Vesuvio, un pomodorino di Gragnano, un Cannellino del Vesuvio e un sedicente “Antico pomodoro di Napoli”, la morale è stata, oltre a sentirmi inadeguato, quella di essermi annoiato alla lettura della terza Margherita e di aver saltato la sezione a piè pari: beato (e fortunato) chi ci capisce. La margherita la mangerò dove non c’è bisogno di una laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie. Se proprio la volessi da Salvo altro non potrei fare che chiudere gli occhi e puntare col dito a caso (per poi incrociarlo con un altro dito, sperando bene). E da ora parlerò solo di ciò che ho consumato io. Come entrée semplicemente due tris di montanarine classiche: abbiamo deciso...
Read moreBest montanara ever ! And the service was so good as well ! I started with Arancino di baccalà and followed that up with Montanara alla genovese. Both were a master class in frying. Those beauties were light and fluffy ; the arancino had a crunchy texture and the montanara was topped with genovese sauce ( one of the best Neapolitan sauces, made with meat and caramelised onions, and one of the most difficult to book properly ) . For the uninitiated the montanara is a deep fried pizza, but if it is done well it is not heavy at all . I drunk some still water and a very nice lager . The bill was only 18 euro and fir that quality in Uk you would easily pay at least 35 pounds ! I will go back again tomorrow to taste other special pizzas that I dis not manage to...
Read moreSono stato qui ieri sera con degli amici, su consiglio di altri amici che me ne avevano parlato abbastanza bene. Sulla base di ciò, avevo grosse aspettative che purtroppo non sono state ripagate ma, anzi, mi hanno lasciato di stucco... Dato che ogni volta che passo di lì noto che ci sono file di persone che attendono all'esterno per accomodarsi (e durante le serate fredde è qualcosa di inammissibile), io e i miei amici abbiamo deciso di prenotare in modo da non dover attendere la fila. A primo impatto notiamo che le prenotazioni sono solo online e per per certi versi è qualcosa anche di "sfizioso" ed innovativo, tranne per il fatto che anche chi prenota deve comunque attendere all'esterno nel caso in cui le sale sono tutte piene. Ad ogni modo riusciamo a prenotare ad un orario strategico dove non c'è fila e ci accomodiamo velocemente. Il locale è molto ampio e con tante sale, è stato ristrutturato da poco ed ha uno stile nuovo e molto accogliente. Il personale, a mio avviso e nel mio caso è stato poco professionale, rispondendo con molto sarcasmo e senza avere tatto nei confronti della suscettibilità dei clienti... In pratica, alcuni avevano dei dubbi sulle scelte e altri avevano richieste diverse dalla descrizione delle pizze sul menù. Al contempo gli stessi menù non riportavano nessuna postilla o informazione a riguardo dell'impossibilitá dell'aggiunta o rimozione di ingredienti, ne tantomeno il cameriere ha precisato quest'informazione mancante oppure che alcune pizze erano diverse dalla concezione classica (ad esempio che fossero chiuse)... ma ha risposto con completa superficialità e sarcasmo.. Non voglio essere rompiscatole e ne voglio fare di tutta l'erba un fascio ma, lavorando anch'io nell'ambito della ristorazione, so che la prima impressione del cliente è cruciale e che troppo sarcasmo poi sfocia in poca professionalità... In contrapposizione il servizio è stato veloce. Le pizze erano discrete, soffici ed a fine cena ci hanno offerto delle zeppoline dolci molto buone. I prezzi sono accessibili e nella media. In conclusione, se ci fate un salto, vi consiglio di prenotare e di valutare bene l'orario di prenotazione per non attendere...
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