La fortificazione venne costruita tra il 1874 e il 1889 ed è una delle più grandi opere fortificate della fine del XIX secolo delle Alpi Cozie. È stato costruito per difendere la linea ferroviaria Torino-Modane e il traforo ferroviario del Frejus, inaugurati in quegli anni. Il forte, che all'apice della funzionalità contava più di 200 unità, controllava il paese di Bardonecchia e le valli della Rho e del Frèjus e teneva sotto tiro l'imbocco italiano del traforo ferroviario da probabili attacchi francesi. In origine il forte, non ancora completamente sviluppato, aveva in dotazione 4 cannoni da 9 ARC Ret disposti in barbetta puntati contro l'imbocco del traforo ferroviario. Fra il 1883 e il 1889 assunse l'aspetto di un vero e proprio forte dotato di diversi tipi di artiglieria. Nel 1892 una relazione del Deuxième Bureau - il servizio di spionaggio francese - segnalava come il forte poteva definirsi ormai completo e che presto sarebbe stato dotato di artiglieria in cupola. Il Bramafam adottò infatti le prime installazioni corazzate impiegate dalle fortificazioni italiane. Si trattava di affusti corazzati, prodotti dalla casa tedesca Gruson di Magdeburgo, armati con un cannone 12 GRC Ret da 120 mm. L'opera disponeva anche di quattro torrette a scomparsa Gruson per cannone a tiro rapido da 57 mm: si trattava di una torretta metallica che normalmente aderiva con la superficie superiore al piano della copertura. Con un meccanismo a contrappeso la si poteva sollevare, far uscire la volata del pezzo, sparare e quindi farla tornare nella posizione iniziale; questi cannoni erano del tutto simili a quelli installati al Forte del Colle delle Finestre e al Forte Combe nei pressi di Giaglione). Inoltre vi erano anche 6 cannoni da 87B in barbetta, 2 cannoni da 15 GRC Ret ed altri pezzi pronti per essere posti in batteria qualora se ne fosse mostrata la necessità. Disarmato parzialmente nel corso della Prima guerra mondiale, il forte fu adibito a campo di prigionia per gli austriaci che lavoravano in zona alla manutenzione delle strade militari e della galleria del Fréjus. Negli anni Trenta l'opera venne integrata con la costruzione di due moderni centri di resistenza in caverna del Vallo Alpino ed armata, oltre che dalle 2 torri 120/21, anche da una sezione di cannoni da 149/35. Nonostante fosse superata per concezioni tecniche, fu costantemente presidiato ed armato. Il 21 giugno 1940, nel corso dell'offensiva italiana contro la Francia, il forte fu bersagliato dai tiri dell'artiglieria nemica e dalle bombe lasciate cadere da sette aerei francesi: i danni si limitarono però soltanto ad alcune strutture esterne. Nel settembre del 1943 venne occupato da un piccolo presidio tedesco che, per timore di colpi di mano dei partigiani, minò accuratamente tutta l'area circostante. Fu abbandonato dagli ultimi tedeschi in ritirata solo la mattina del 27 aprile 1945. Cessate le ostilità, in ottemperanza alle clausole del trattato di pace, l'opera venne dismessa dall'Esercito e abbandonata al proprio destino (art. 47 del...
Read moreNice experience, the best part is reading newspapers from the WW2 period (understanding of Italian required). Trading them in hindsight is a great way to realize how deep was the fascist propaganda at the time, there is no account of any loss, only triumphalistic announces, even when the axis was losing ground. There is a great collection of howitzers and other artillery pieces, from the invention of the rifled barrel onwards. For those who like this kind of weapons, it's most definitely worth a visit. For those who don't, the view from the top might be enough...
Read morePer uno come me appassionato di storia ed in particolare di architettura militare, è ASSOLUTAMENTE DA VISITARE. È la prima volta che vedo così tanti manichini completi di svariate divise complete ed in ottime condizioni. La mostra con tutte le ambientazioni è semplicemente spettacolare. La collezione di pezzi di artiglieria è davvero notevole. Il Forte merita una visita di almeno due ore, tanto è interessante. Non mi dilungo: venite a visitarlo, ne rimarrete colpiti. Anche dal panorama che si ha da qui. Faccio i complimenti ai ragazzi dell'Associazione che si occupano del recupero, restauro e manutenzione di questo Forte. Bravissimi !!!
Dopo tanti elogi, c'è una nota dolente. Si tratta del percorso che dalla Statale porta al Forte: non è propriamente una strada, ma una mulattiera, piena di buche, dossi, rocce, stretta, in salita , con curve a gomito strettissime senza spazio di manovra. All'inizio ero terrorizzato, ma poi ho affrontato il "Camel Trophy" : io ho una Golf IV del 2003 e sono arrivato al Forte dopo 15 minuti, solo con la prima, imprecando e sudando (Non solo per il caldo). Avevo paura di spaccare le sospensioni o di forare, ma è andata bene. Assolutamente da evitare se avete una station wagon lunga, una sportiva bassa tipo BMW coupé, o peggio un camper o pulmino. Piuttosto fate la salita a piedi. Per una Panda 4x4 è una passeggiata. Consiglio vivamente di sistemare questa "strada" : sicuramente avrete più visitatori. Alcuni, scoraggiati, hanno rinunciato...
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