Il Museo Provinciale Campano di Capua (noto anche come Museo Campano) è un museo storico e archeologico dell'antica Campania e di Terra di Lavoro. La sezione archeologica ospita al suo interno la più importante collezione mondiale di Matres Matutae, provenienti dall'area dell'antica Capua, e una cospicua parte dei reperti archeologici del Fondo Patturelli, oltre che di numerosi reperti pre romani. È inoltre presente un grande lapidario oggi intitolato a Theodor Mommsen per il suo fondamentale contributo alla sua istituzione. La sezione medievale raccoglie invece importanti testimonianze sacre e laiche di Capua tra le quali i resti della più volte demolita Porta di Capua mentre la pinacoteca raccoglie opere di Bartolomeo Vivarini, Cristoforo Scacco, Giacinto Brandi, Giuseppe Marullo e soprattutto la più corposa collezione di opere di Francesco Liani. È di proprietà dell'ente Provincia di Caserta. Ha sede in palazzo Antignano che risale al IX secolo ed incorpora la chiesa di San Lorenzo ad Crucem di età longobarda ed uno dei tre seggi nobiliari della città. L'edificio, di impianto rinascimentale, è di primario interesse per lo splendido portale (con gli stemmi degli Antignano e d'Alagno) e per la struttura della corte interna. Il patrimonio è costituito da tre nuclei: archeologia, il più dignitoso e importante con sculture, vasi dipinti, bronzi, oggetti d'uso, lapidario e mosaici; il nucleo arte e storia (dipinti, sculture e cimeli),la biblioteca e archivio, con testimonianze di importanza cruciale per la conoscenza di Capua e della Terra di Lavoro. Capolavori imperdibili sono la collezione delle “Madri” e la “mater matuta” (6° – 2° sec. a.C.), le sculture superstiti dell'arco voluto da Federico II di Svevia (1234-1239) e il monetiere (6° sec. a. C. – 19° sec. d.C.) dono della famiglia...
Read moreIeri sono andata a visitare il museo con il mio ragazzo, e siamo rimasti affascinati da tutto quello che vi era all'interno. Gli operatori, con grande professionalità e cortesia, ci hanno accolti calorosamente. Sin dal momento in cui siamo entrati, ci siamo sentiti accolti come ospiti speciali, pronti a intraprendere un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso le meraviglie esposte.
La dottoressa Amalia Galeoni e Giusy Marchioni ci hanno guidato all'interno del museo con una passione contagiosa, creando un'interazione tra opere e visitatori che ha reso la visita non solo istruttiva, ma anche emozionante. Ogni sala del museo ci ha offerto uno scorcio affascinante della storia e della cultura, e i dettagli forniti dalle guide hanno arricchito la nostra comprensione delle opere esposte. Grazie a loro, abbiamo potuto apprezzare particolari e storie che le guide cartacee non potevano offrire, rendendo la nostra esperienza davvero unica. Abbiamo avuto il piacere di ammirare collezioni di opere d'arte e reperti storici che ci hanno lasciato senza parole. Dai dalle sculture più antiche, ai dipinti classici alle opere di arte contemporanea, ogni pezzo ci ha raccontato una storia diversa, facendoci riflettere e meravigliare.
Consigliamo vivamente la visita a questo museo, non solo per la bellezza delle sue collezioni, ma anche per la qualità dell’accoglienza e per l’ottima guida della dott.ssa Giusy Marchioni. Un’esperienza imperdibile per chi ama la cultura e la storia! L'atmosfera accogliente e la competenza del personale rendono questo museo un luogo ideale per imparare e divertirsi allo stesso tempo.
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno reso la nostra visita così memorabile. Non vediamo...
Read moreVisitato a fine ottobre 2020. Il museo versa in uno stato di pietoso abbandono. Un tubo di scarico che all'ingresso sostiene un posacicche, espositori in alluminio anodizzato che neanche le verande abusive a Scampia, vetri espositivi tenuti insieme con lo scotch o coperti da teli di plastica come se si stesse per ritinteggiare, personale non meglio identificato (in quanto privo di cartellino) seduto su una poltrona della biglietteria, nel 2020 non in grado di accettare un pagamento con Pos, in ultimo una agghiacciante mostra temporanea dove qualcuno ha pensato bene di dipingere mostruosità sconcertanti su tende di pessima qualità e affermo ciò da cultrice dell'arte contemporanea. La stanza delle MATRES era chiusa, abbiamo salito e ridisceso rampe 3 o 4 volte visto che il percorso canonico non era praticabile in quanto tutti gli addetti erano "andati a pranzo". Unico ristoro l'entusiasmo dell'archeologo Renato, che ha intercesso presso vari personaggi affinché fosse aperta la sala delle MATRES. Sono davvero allibita, peccato non sia possibile allegare le foto. Pezzi mirabili musealizzati in modo obsoleto, cartellini sbiaditi: reperti preziosi in stato di...
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