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Melfi Castle — Attraction in Melfi

Name
Melfi Castle
Description
The Castle of Melfi in Basilicata is a monument owned by the Italian State and one of the most important medieval castles in Southern Italy.
Nearby attractions
Museo archeologico nazionale del Vulture e Melfese
Via Normanni - Castello Federiciano, Via Normanni, 85025 Melfi PZ, Italy
Carbone Vini
Via Francesco Saverio Nitti, 48, 85025 Melfi PZ, Italy
Museo Diocesano
Palazzo Vescovile, 1, 85025 Melfi PZ, Italy
Nearby restaurants
Taverna Del Borgo Da Felice
Piazza Giuseppe Daddezio Toga Doro, 1, 85025 Melfi PZ, Italy
Ristorante Pizzeria delle Rose I Sapori di Una Volta
Via Vittorio Emanuele, 29, 85025 Melfi PZ, Italy
Hora Sesta
Via Bagno, 59, 85025 Melfi PZ, Italy
Lucano
Via Floriano del Zio, 29, 85025 Melfi PZ, Italy
Sfizio
Viale Gabriele D'Annunzio, 6/B, 85025 Melfi PZ, Italy
Macelleria Braceria Rauseo
Corso Garibaldi, 25, 85025 Melfi PZ, Italy
Miseria e Nobiltà La Spaghetteria di Melfi
Viale Gabriele D'Annunzio, 58, 85025 Melfi PZ, Italy
Oasi Giallo Verde
Viale Gabriele D'Annunzio, 23, 85025 Melfi PZ, Italy
Pizza Taxi Melfi
Via Foggia, 11, 85025 Melfi PZ, Italy
Sole di Mezzanotte
Viale Gabriele D'Annunzio, 37, 85025 Melfi PZ, Italy
Nearby hotels
Nonna Ninetta
L.go S. Teodoro, 31, 85025 Melfi PZ, Italy
"Le Stanze dell'Imperatore Bed&Breakfast"
Vico Neve, 6, 85025 Melfi PZ, Italy
La Casa nel Borgo Antico
Via Vittorio Emanuele, II, 27, 85025 Melfi PZ, Italy
B&B Casa Laviano
Via Francesco Saverio Nitti, 43, 85025 Melfi PZ, Italy
Lo Stemma - B&B Guest House
Vico S. Anna, 24, 85025 Melfi PZ, Italy
Le stanze di Giulia
Vico S. Biagio, 40, 85025 Melfi PZ, Italy
Hostel Il Tetto piazza IV novembre Melfi
Piazza IV Novembre, 85025 Melfi PZ, Italy
B&B Donna Ida 1900
Vicolo Bellini, 19, 85025 Melfi PZ, Italy
B&B Il Fiore della Vita Melfi - Bed and Breakfast Melfi, Bed and Breakfast Potenza
Via Attilio di Napoli, 1, 85025 Melfi PZ, Italy
Casa Isabela luxury room
Viale Gabriele D'Annunzio, 31, 85025 Melfi PZ, Italy
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Melfi Castle
ItalyBasilicataMelfiMelfi Castle

Basic Info

Melfi Castle

Via Normanni, 85025 Melfi PZ, Italy
4.6(1.4K)
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spot

Ratings & Description

Info

The Castle of Melfi in Basilicata is a monument owned by the Italian State and one of the most important medieval castles in Southern Italy.

Cultural
Outdoor
Accessibility
attractions: Museo archeologico nazionale del Vulture e Melfese, Carbone Vini, Museo Diocesano, restaurants: Taverna Del Borgo Da Felice, Ristorante Pizzeria delle Rose I Sapori di Una Volta, Hora Sesta, Lucano, Sfizio, Macelleria Braceria Rauseo, Miseria e Nobiltà La Spaghetteria di Melfi, Oasi Giallo Verde, Pizza Taxi Melfi, Sole di Mezzanotte
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Phone
+39 0972 238726
Website
melfivenosa.cultura.gov.it
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Reviews

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Carbone Vini

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Carbone Vini

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Scopri Candela
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Mon, Dec 8 • 4:30 PM
6 Corso Vittorio Emanuele III, 71024 Candela
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BORGO ANIMATO:  visita teatralizzata del Centro Storico di Candela
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Sun, Dec 14 • 5:00 PM
Piazza Plebiscito, 71024 Candela
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Taverna Del Borgo Da Felice

Ristorante Pizzeria delle Rose I Sapori di Una Volta

Hora Sesta

Lucano

Sfizio

Macelleria Braceria Rauseo

Miseria e Nobiltà La Spaghetteria di Melfi

Oasi Giallo Verde

Pizza Taxi Melfi

Sole di Mezzanotte

Taverna Del Borgo Da Felice

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4.5

(165)

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Ristorante Pizzeria delle Rose I Sapori di Una Volta

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Hora Sesta

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Lucano

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Reviews of Melfi Castle

4.6
(1,410)
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5.0
6y

Il castello di Melfi sorge sopra una collina di origine vulcanica e sovrasta sia il centro storico che tutta la nuova zona abitata. Esso presenta ancora la cinta muraria che stringeva, in una difesa compatta e invalicabile, tutto il borgo cittadino dell'epoca. Il sistema difensivo del castello era costituito da un fossato, da uno spalto e da una cinta con torri. Gli ingressi alla costruzione, che si possono ancora scorgere, sono quattro, tre dei quali costruiti in epoca angioina. Il primo ingresso è rivolto verso le campagne e cioè verso nord. Il secondo, che oggi è murato, è diretto verso sud e permetteva l'accesso al paese e nel fossato del castello stesso. Il terzo accesso era praticamente un accesso di servizio per le guardie cittadine che vigilavano gli spalti correnti sulle mura, anch'esso ora murato, aveva la sua apertura dalla torre della chiesa e dava accesso diretto allo spalto. Il quarto, quello sicuramente più riconoscibile, che poi è quello che ai giorni nostri dà l'accesso al castello di Melfi, era una volta legato ad un ponte levatoio oggi in opera muraria. È circondato da dieci torri, delle quali sette a pianta rettangolare e tre a pianta pentagonale. Partendo con lo sguardo dall'accesso angioino rivolto a Nord Est le torri hanno vari nomi.

•Torre senza nome – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre di Nord Est •Torre delle Carceri – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre del Marcangione •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Denominata " della Chiesa" per la sua vicinanza con la cappella •Torre dell'Orologio – Pianta pentagonale •Torre senza Nome – Pianta rettangolare – Rimasta senza nome perché essendo alta pochi metri al suo interno include solamente una piccola stanza •Torre detta della Galleria o anche Baluardo dello stendardo – Pianta pentagonale- Oggi denominata Torre dei Cipressi •Torre della Secretaria – pianta rettangolare - oggi conosciuta come Torre della Terrazza •Baluardo del Leone - pianta pentagonale – Questa torre domina e difende il secondo ingresso, in essa è presente un incavo dove si narra ci fosse il nido dell'Aquila reale di Federico II •Torre "dove si faceva lo studio" – Pianta rettangolare – denominata anche "dei Quattro Venti" poiché esposta a tutti e quattro i punti cardinali e dei "sette venti" perché è la torre più avanzata verso la campagna ed è anche la più imponente •Torre senza nome – pianta rettangolare – Di questa torre oggi non restano che pochi resti. Consiglio...

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5y

Il Castello normanno svevo di Melfi

L’imponente sagoma del castello normanno svevo è il simbolo di Melfi e la sua storia è legata alle figure di spicco che si sono succedute nel corso dei secoli nella città posta alle pendici del Monte Vulture Voluto da Roberto il Guiscardo, ampliato da Federico II, dotato di nuove torri da Carlo I d’Angiò, rimaneggiato dai Caracciolo e dai Doria, a vederlo, il castello di Melfi sembra quasi emergere sulla sommità di un colle e non si può non condividere l’opinione di quanti lo considerano il castello più noto della Basilicata e uno dei più grandi del sud Italia.

Subito si impongono allo sguardo le dieci torri, sette rettangolari e tre pentagonali, dei quattro ingressi, tre sono angioini, e attraverso uno di essi, aperto di Doria, si accede al borgo attraverso un ponte, un tempo levatoio. Superato il portone, si entra nel bel cortile principale, su cui affacciano il palazzo baronale e la cappella gentilizia.

Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio dell’area, mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago romano, ritrovato nel 1856, noto anche come “Sarcofago di Rapolla”, perché un tempo conservato nella piazza della cittadina del Vulture.

Appartenuto di certo a un personaggio di rango elevato, è un raffinato prodotto della seconda metà del II secolo proveniente dall’Asia Minore. Sul coperchio è raffigurata la...

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5y

Il meraviglioso castello federiciano di Melfi, s'impone all'attenzione del visitatore già da lontano. Con la sua pianta quadrangolare, tipica di tutti i castelli del grande, illuminato Sovrano, sembra dominare il borgo cittadino grazie alle sue possenti cinta murarie... Il castello, tipico esempio di arte svevo-normanna, rappresenta la felice sintesi di un'epoca, il Medio Evo, in cui si alternarono luci ed ombre. Tuttavia, Federico II, in tale complessa temperie storica, rappresentò un faro nel buio di secoli dilaniati dalle lotte intestine fra Corona e Papato! A sua volta, coinvolto in queste lacerazioni tra vecchio e moderno ordine costituito, seppe imporre la propria autorità! Egli osò sfidare il potere della Chiesa e fu per questo scomunicato e condannato all'isolamento politico... Eppure, proprio in questo castello, furono emanate da Federico II le celebri Tavole Melfitane, ispirate al diritto giustinianeo!! Insomma, occorre visitare questo castello per entrare nello spirito del tempo ed apprezzare questo grande sovrano che, operò una profonda rivoluzione culturale, sociale e politica, in un momento storico in cui gli uomini erano del tutto incapaci, perché pregiudizievoli e troppo influenzati dalle dottrine religiose, di apprezzarne l'effettiva, profonda portata... Al di là dello splendore del castello federiciano, voglio ricordare che Melfi è davvero una bella città! Merita di...

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gerardina catalanogerardina catalano
Il castello di Melfi sorge sopra una collina di origine vulcanica e sovrasta sia il centro storico che tutta la nuova zona abitata. Esso presenta ancora la cinta muraria che stringeva, in una difesa compatta e invalicabile, tutto il borgo cittadino dell'epoca. Il sistema difensivo del castello era costituito da un fossato, da uno spalto e da una cinta con torri. Gli ingressi alla costruzione, che si possono ancora scorgere, sono quattro, tre dei quali costruiti in epoca angioina. Il primo ingresso è rivolto verso le campagne e cioè verso nord. Il secondo, che oggi è murato, è diretto verso sud e permetteva l'accesso al paese e nel fossato del castello stesso. Il terzo accesso era praticamente un accesso di servizio per le guardie cittadine che vigilavano gli spalti correnti sulle mura, anch'esso ora murato, aveva la sua apertura dalla torre della chiesa e dava accesso diretto allo spalto. Il quarto, quello sicuramente più riconoscibile, che poi è quello che ai giorni nostri dà l'accesso al castello di Melfi, era una volta legato ad un ponte levatoio oggi in opera muraria. È circondato da dieci torri, delle quali sette a pianta rettangolare e tre a pianta pentagonale. Partendo con lo sguardo dall'accesso angioino rivolto a Nord Est le torri hanno vari nomi. •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre di Nord Est •Torre delle Carceri – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre del Marcangione •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Denominata " della Chiesa" per la sua vicinanza con la cappella •Torre dell'Orologio – Pianta pentagonale •Torre senza Nome – Pianta rettangolare – Rimasta senza nome perché essendo alta pochi metri al suo interno include solamente una piccola stanza •Torre detta della Galleria o anche Baluardo dello stendardo – Pianta pentagonale- Oggi denominata Torre dei Cipressi •Torre della Secretaria – pianta rettangolare - oggi conosciuta come Torre della Terrazza •Baluardo del Leone - pianta pentagonale – Questa torre domina e difende il secondo ingresso, in essa è presente un incavo dove si narra ci fosse il nido dell'Aquila reale di Federico II •Torre "dove si faceva lo studio" – Pianta rettangolare – denominata anche "dei Quattro Venti" poiché esposta a tutti e quattro i punti cardinali e dei "sette venti" perché è la torre più avanzata verso la campagna ed è anche la più imponente •Torre senza nome – pianta rettangolare – Di questa torre oggi non restano che pochi resti. Consiglio di visitarlo.
Pasquale Dell' ErarioPasquale Dell' Erario
Il Castello normanno svevo di Melfi L’imponente sagoma del castello normanno svevo è il simbolo di Melfi e la sua storia è legata alle figure di spicco che si sono succedute nel corso dei secoli nella città posta alle pendici del Monte Vulture Voluto da Roberto il Guiscardo, ampliato da Federico II, dotato di nuove torri da Carlo I d’Angiò, rimaneggiato dai Caracciolo e dai Doria, a vederlo, il castello di Melfi sembra quasi emergere sulla sommità di un colle e non si può non condividere l’opinione di quanti lo considerano il castello più noto della Basilicata e uno dei più grandi del sud Italia. Subito si impongono allo sguardo le dieci torri, sette rettangolari e tre pentagonali, dei quattro ingressi, tre sono angioini, e attraverso uno di essi, aperto di Doria, si accede al borgo attraverso un ponte, un tempo levatoio. Superato il portone, si entra nel bel cortile principale, su cui affacciano il palazzo baronale e la cappella gentilizia. Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio dell’area, mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago romano, ritrovato nel 1856, noto anche come “Sarcofago di Rapolla”, perché un tempo conservato nella piazza della cittadina del Vulture. Appartenuto di certo a un personaggio di rango elevato, è un raffinato prodotto della seconda metà del II secolo proveniente dall’Asia Minore. Sul coperchio è raffigurata la defunta sdraiata.
Annalaura Giannantonio (Lolli)Annalaura Giannantonio (Lolli)
Il meraviglioso castello federiciano di Melfi, s'impone all'attenzione del visitatore già da lontano. Con la sua pianta quadrangolare, tipica di tutti i castelli del grande, illuminato Sovrano, sembra dominare il borgo cittadino grazie alle sue possenti cinta murarie... Il castello, tipico esempio di arte svevo-normanna, rappresenta la felice sintesi di un'epoca, il Medio Evo, in cui si alternarono luci ed ombre. Tuttavia, Federico II, in tale complessa temperie storica, rappresentò un faro nel buio di secoli dilaniati dalle lotte intestine fra Corona e Papato! A sua volta, coinvolto in queste lacerazioni tra vecchio e moderno ordine costituito, seppe imporre la propria autorità! Egli osò sfidare il potere della Chiesa e fu per questo scomunicato e condannato all'isolamento politico... Eppure, proprio in questo castello, furono emanate da Federico II le celebri Tavole Melfitane, ispirate al diritto giustinianeo!! Insomma, occorre visitare questo castello per entrare nello spirito del tempo ed apprezzare questo grande sovrano che, operò una profonda rivoluzione culturale, sociale e politica, in un momento storico in cui gli uomini erano del tutto incapaci, perché pregiudizievoli e troppo influenzati dalle dottrine religiose, di apprezzarne l'effettiva, profonda portata... Al di là dello splendore del castello federiciano, voglio ricordare che Melfi è davvero una bella città! Merita di essere visitata!
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Il castello di Melfi sorge sopra una collina di origine vulcanica e sovrasta sia il centro storico che tutta la nuova zona abitata. Esso presenta ancora la cinta muraria che stringeva, in una difesa compatta e invalicabile, tutto il borgo cittadino dell'epoca. Il sistema difensivo del castello era costituito da un fossato, da uno spalto e da una cinta con torri. Gli ingressi alla costruzione, che si possono ancora scorgere, sono quattro, tre dei quali costruiti in epoca angioina. Il primo ingresso è rivolto verso le campagne e cioè verso nord. Il secondo, che oggi è murato, è diretto verso sud e permetteva l'accesso al paese e nel fossato del castello stesso. Il terzo accesso era praticamente un accesso di servizio per le guardie cittadine che vigilavano gli spalti correnti sulle mura, anch'esso ora murato, aveva la sua apertura dalla torre della chiesa e dava accesso diretto allo spalto. Il quarto, quello sicuramente più riconoscibile, che poi è quello che ai giorni nostri dà l'accesso al castello di Melfi, era una volta legato ad un ponte levatoio oggi in opera muraria. È circondato da dieci torri, delle quali sette a pianta rettangolare e tre a pianta pentagonale. Partendo con lo sguardo dall'accesso angioino rivolto a Nord Est le torri hanno vari nomi. •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre di Nord Est •Torre delle Carceri – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre del Marcangione •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Denominata " della Chiesa" per la sua vicinanza con la cappella •Torre dell'Orologio – Pianta pentagonale •Torre senza Nome – Pianta rettangolare – Rimasta senza nome perché essendo alta pochi metri al suo interno include solamente una piccola stanza •Torre detta della Galleria o anche Baluardo dello stendardo – Pianta pentagonale- Oggi denominata Torre dei Cipressi •Torre della Secretaria – pianta rettangolare - oggi conosciuta come Torre della Terrazza •Baluardo del Leone - pianta pentagonale – Questa torre domina e difende il secondo ingresso, in essa è presente un incavo dove si narra ci fosse il nido dell'Aquila reale di Federico II •Torre "dove si faceva lo studio" – Pianta rettangolare – denominata anche "dei Quattro Venti" poiché esposta a tutti e quattro i punti cardinali e dei "sette venti" perché è la torre più avanzata verso la campagna ed è anche la più imponente •Torre senza nome – pianta rettangolare – Di questa torre oggi non restano che pochi resti. Consiglio di visitarlo.
gerardina catalano

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Il Castello normanno svevo di Melfi L’imponente sagoma del castello normanno svevo è il simbolo di Melfi e la sua storia è legata alle figure di spicco che si sono succedute nel corso dei secoli nella città posta alle pendici del Monte Vulture Voluto da Roberto il Guiscardo, ampliato da Federico II, dotato di nuove torri da Carlo I d’Angiò, rimaneggiato dai Caracciolo e dai Doria, a vederlo, il castello di Melfi sembra quasi emergere sulla sommità di un colle e non si può non condividere l’opinione di quanti lo considerano il castello più noto della Basilicata e uno dei più grandi del sud Italia. Subito si impongono allo sguardo le dieci torri, sette rettangolari e tre pentagonali, dei quattro ingressi, tre sono angioini, e attraverso uno di essi, aperto di Doria, si accede al borgo attraverso un ponte, un tempo levatoio. Superato il portone, si entra nel bel cortile principale, su cui affacciano il palazzo baronale e la cappella gentilizia. Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio dell’area, mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago romano, ritrovato nel 1856, noto anche come “Sarcofago di Rapolla”, perché un tempo conservato nella piazza della cittadina del Vulture. Appartenuto di certo a un personaggio di rango elevato, è un raffinato prodotto della seconda metà del II secolo proveniente dall’Asia Minore. Sul coperchio è raffigurata la defunta sdraiata.
Pasquale Dell' Erario

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Il meraviglioso castello federiciano di Melfi, s'impone all'attenzione del visitatore già da lontano. Con la sua pianta quadrangolare, tipica di tutti i castelli del grande, illuminato Sovrano, sembra dominare il borgo cittadino grazie alle sue possenti cinta murarie... Il castello, tipico esempio di arte svevo-normanna, rappresenta la felice sintesi di un'epoca, il Medio Evo, in cui si alternarono luci ed ombre. Tuttavia, Federico II, in tale complessa temperie storica, rappresentò un faro nel buio di secoli dilaniati dalle lotte intestine fra Corona e Papato! A sua volta, coinvolto in queste lacerazioni tra vecchio e moderno ordine costituito, seppe imporre la propria autorità! Egli osò sfidare il potere della Chiesa e fu per questo scomunicato e condannato all'isolamento politico... Eppure, proprio in questo castello, furono emanate da Federico II le celebri Tavole Melfitane, ispirate al diritto giustinianeo!! Insomma, occorre visitare questo castello per entrare nello spirito del tempo ed apprezzare questo grande sovrano che, operò una profonda rivoluzione culturale, sociale e politica, in un momento storico in cui gli uomini erano del tutto incapaci, perché pregiudizievoli e troppo influenzati dalle dottrine religiose, di apprezzarne l'effettiva, profonda portata... Al di là dello splendore del castello federiciano, voglio ricordare che Melfi è davvero una bella città! Merita di essere visitata!
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