Il castello di Melfi sorge sopra una collina di origine vulcanica e sovrasta sia il centro storico che tutta la nuova zona abitata. Esso presenta ancora la cinta muraria che stringeva, in una difesa compatta e invalicabile, tutto il borgo cittadino dell'epoca. Il sistema difensivo del castello era costituito da un fossato, da uno spalto e da una cinta con torri. Gli ingressi alla costruzione, che si possono ancora scorgere, sono quattro, tre dei quali costruiti in epoca angioina. Il primo ingresso è rivolto verso le campagne e cioè verso nord. Il secondo, che oggi è murato, è diretto verso sud e permetteva l'accesso al paese e nel fossato del castello stesso. Il terzo accesso era praticamente un accesso di servizio per le guardie cittadine che vigilavano gli spalti correnti sulle mura, anch'esso ora murato, aveva la sua apertura dalla torre della chiesa e dava accesso diretto allo spalto. Il quarto, quello sicuramente più riconoscibile, che poi è quello che ai giorni nostri dà l'accesso al castello di Melfi, era una volta legato ad un ponte levatoio oggi in opera muraria. È circondato da dieci torri, delle quali sette a pianta rettangolare e tre a pianta pentagonale. Partendo con lo sguardo dall'accesso angioino rivolto a Nord Est le torri hanno vari nomi.
•Torre senza nome – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre di Nord Est •Torre delle Carceri – Pianta rettangolare – Oggi conosciuta come Torre del Marcangione •Torre senza nome – Pianta rettangolare – Denominata " della Chiesa" per la sua vicinanza con la cappella •Torre dell'Orologio – Pianta pentagonale •Torre senza Nome – Pianta rettangolare – Rimasta senza nome perché essendo alta pochi metri al suo interno include solamente una piccola stanza •Torre detta della Galleria o anche Baluardo dello stendardo – Pianta pentagonale- Oggi denominata Torre dei Cipressi •Torre della Secretaria – pianta rettangolare - oggi conosciuta come Torre della Terrazza •Baluardo del Leone - pianta pentagonale – Questa torre domina e difende il secondo ingresso, in essa è presente un incavo dove si narra ci fosse il nido dell'Aquila reale di Federico II •Torre "dove si faceva lo studio" – Pianta rettangolare – denominata anche "dei Quattro Venti" poiché esposta a tutti e quattro i punti cardinali e dei "sette venti" perché è la torre più avanzata verso la campagna ed è anche la più imponente •Torre senza nome – pianta rettangolare – Di questa torre oggi non restano che pochi resti. Consiglio...
Read moreIl Castello normanno svevo di Melfi
L’imponente sagoma del castello normanno svevo è il simbolo di Melfi e la sua storia è legata alle figure di spicco che si sono succedute nel corso dei secoli nella città posta alle pendici del Monte Vulture Voluto da Roberto il Guiscardo, ampliato da Federico II, dotato di nuove torri da Carlo I d’Angiò, rimaneggiato dai Caracciolo e dai Doria, a vederlo, il castello di Melfi sembra quasi emergere sulla sommità di un colle e non si può non condividere l’opinione di quanti lo considerano il castello più noto della Basilicata e uno dei più grandi del sud Italia.
Subito si impongono allo sguardo le dieci torri, sette rettangolari e tre pentagonali, dei quattro ingressi, tre sono angioini, e attraverso uno di essi, aperto di Doria, si accede al borgo attraverso un ponte, un tempo levatoio. Superato il portone, si entra nel bel cortile principale, su cui affacciano il palazzo baronale e la cappella gentilizia.
Al piano terra del castello è ospitato il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, in cui è custodita l’importante documentazione archeologica rinvenuta nel comprensorio dell’area, mentre nella torre dell’Orologio si può apprezzare lo splendido Sarcofago romano, ritrovato nel 1856, noto anche come “Sarcofago di Rapolla”, perché un tempo conservato nella piazza della cittadina del Vulture.
Appartenuto di certo a un personaggio di rango elevato, è un raffinato prodotto della seconda metà del II secolo proveniente dall’Asia Minore. Sul coperchio è raffigurata la...
Read moreIl meraviglioso castello federiciano di Melfi, s'impone all'attenzione del visitatore già da lontano. Con la sua pianta quadrangolare, tipica di tutti i castelli del grande, illuminato Sovrano, sembra dominare il borgo cittadino grazie alle sue possenti cinta murarie... Il castello, tipico esempio di arte svevo-normanna, rappresenta la felice sintesi di un'epoca, il Medio Evo, in cui si alternarono luci ed ombre. Tuttavia, Federico II, in tale complessa temperie storica, rappresentò un faro nel buio di secoli dilaniati dalle lotte intestine fra Corona e Papato! A sua volta, coinvolto in queste lacerazioni tra vecchio e moderno ordine costituito, seppe imporre la propria autorità! Egli osò sfidare il potere della Chiesa e fu per questo scomunicato e condannato all'isolamento politico... Eppure, proprio in questo castello, furono emanate da Federico II le celebri Tavole Melfitane, ispirate al diritto giustinianeo!! Insomma, occorre visitare questo castello per entrare nello spirito del tempo ed apprezzare questo grande sovrano che, operò una profonda rivoluzione culturale, sociale e politica, in un momento storico in cui gli uomini erano del tutto incapaci, perché pregiudizievoli e troppo influenzati dalle dottrine religiose, di apprezzarne l'effettiva, profonda portata... Al di là dello splendore del castello federiciano, voglio ricordare che Melfi è davvero una bella città! Merita di...
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