⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️ A Royal Experience at Villa Reale, Monza!
Visiting Villa Reale in Monza was more than just a trip—it was a journey through history, wealth, and the art of longevity. Walking through its grand halls and stunning gardens, I was reminded that true success isn’t just about wealth but about vision, structure, and well-being—principles that have shaped great leaders for centuries.
🏰 A Masterpiece of Strategic Thinking – Every detail of this palace speaks of careful planning and an empire built on foresight and purpose—just like any successful business or legacy.
💎 Luxury Beyond Material Wealth – Villa Reale embodies the idea that true abundance isn’t about excess, but about access—to beauty, serenity, and a lifestyle that prioritizes quality over quantity.
🌿 A Lesson in Longevity & Prevention – The historical elegance of this place reminds us that those who thrived understood the power of sustainability, clean living, and holistic well-being. The same principles apply today—investing in health, clear thinking, and conscious choices is the true key to abundance.
If you are an entrepreneur, visionary, or someone who values success, history, and holistic well-being, this is a must-visit destination. Villa Reale is not just a palace; it’s a living lesson in wealth, leadership, and lasting impact.
⭐ Highly recommended for those who seek inspiration and timeless wisdom.
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Read morePeccato che la villa sia chiusa e il comune sia in cerca di un concessionario che sappia ridare valore ai piani museali.
Il Parco di Monza fu istituito il 14 settembre 1805 per volontà dell’imperatore Napoleone con lo scopo di farne una tenuta agricola modello e una riserva di caccia. La costruzione iniziò nel 1806, per volere del viceré Eugenio di Beauharnais, sui terreni a nord della Villa e dei Giardini reali voluti da Maria Teresa d’Austria già nel 1777.
Il nuovo Parco si estende verso nord, quasi a lambire i primi rilievi collinari brianzoli. All’interno della cinta muraria furono compresi campi agricoli, strade, cascine, ville e giardini preesistenti e ora facenti tutti parte del complesso, quasi un compendio del territorio agricolo lombardo.
Furono individuate tre zone principali, corrispondenti ad ambienti naturali diversi: la zona vicina alla Villa Reale, a Sud, mantenuta a giardino e campagna aperta; la zona a Nord, sicuramente la più indicata allo scopo, venne piantumata a bosco, il cosiddetto “Bosco bello”, funzionale soprattutto alla caccia; la fascia lungo il fiume Lambro, in posizione inferiore rispetto alle ville e alla parte agricola centrale, mantenuta con vegetazione riparia da zona umida. Per collegare le diverse zone del Parco, Canonica creò un asse principale nord-sud, il viale Mirabello e il suo proseguimento, il viale del Gernetto, che porta sino al “Rondò della Stella”, al centro del “Bosco bello”. Trasversalmente a tale viale una rete di viali secondari distribuisce i percorsi in tutto il Parco.
La strutturazione del vasto territorio, agricolo e boschivo con l’adattamento e la trasformazione delle cascine e delle importanti architetture di ville esistenti all’interno del territorio del Parco, la costruzione e il riordinamento di ampi viali rettilinei alberati, il modellamento del terreno e l’adeguamento del sistema idrico alle nuove esigenze del Parco, hanno dato vita a un Parco senza precedenti, ancora oggi unico nel suo genere. Attualmente, l’area del Parco è tenuta a bosco per circa un terzo e per il resto è a prato. È possibile usufruire di questo importante patrimonio grazie ai percorsi tracciati all’interno del Parco che permettono ai visitatori di scoprire la ricca flora e la fauna ancora presente, le antiche ville, le cascine e i mulini.
I GIARDINI I Giardini della Villa Reale, la cui superficie è di 40 ettari circa, circondano gli edifici del complesso monzese da tutti i lati e sono divisi dal retrostante parco da una recinzione. Storicamente distinti da quest’ultimo, che fu realizzato trent’anni dopo, ne sono diventati con il tempo la naturale premessa. La caratteristica che l’ha reso più famoso nel mondo nei suoi duecento anni di vita è costituita dalla grande varietà di alberi ultrasecolari: i “giganti verdi”, tra cui querce, cipressi, ippocastani, cedri del Libano, che per dimensioni o caratteristiche botaniche costituiscono un campionario impareggiabile.
Il giardino di Piermarini prese forma, tra il 1778 e il 1783, dapprima ispirandosi ai principi della moda francese, secondo un grande disegno geometrico e regolare.
La pregevolezza dei giardini e il loro immenso valore culturale, motivati dall’intervento di un professionista d’eccezione coadiuvato da giardinieri inviati da Vienna per volere di Maria Teresa d’Austria, e dal significato assegnato da studiosi ed estimatori e dalla cittadinanza, che tuttora li percepisce come motivo d’orgoglio al pari della Villa, è attestata dalla loro fortuna...
Read morePurtroppo non raggiunge il massimo delle stelle per alcune cose che vanno migliorate nella fruibilità al pubblico e che sono a mio avviso necessarie (essendo guida anch'io, in altro monumento). Sulla magnificenza della villa niente da dire: del resto nacque come residenza estiva di campagna del figlio dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, l'arciduca Ferdinando d'Asburgo-Este e in tre anni fu terminata (1777-1780). Divenne una vera e propria reggia con il figliastro di Napoleone, Eugenio. Passata ai Savoia, è di proprietà dello Stato italiano. Sul meraviglioso parco ho già scritto a parte. La Villa è visitabile solo pochi giorni a settimana e questo comporta una saturazione sui fine settimana. Domenica 12 giugno vi era un evento che ha precluso inoltre la visita di una porzione del percorso normalmente previsto. Per compensare, ci ha detto la gentile cassiera alla biglietteria, hanno fatto visitare il Teatrino, aperto solo in rare occasioni. Anzitutto scomoda la biglietteria al piano terra quando la visita si snoda sui piani superiori. Accettiamo e procediamo. Mancavano i depliant in italiano, la cassiera suggerisce di chiederli al primo piano, entrando. Li chiediamo e ci dicono che erano disponibili in inglese perché in italiano erano finiti, ed erano in ristampa. Una gentile addetta se ne procura comunque un paio e ne dà a noi e un'altra coppia. Si entra per la visita delle sale del primo piano nobile (Appartamenti reali). La visita è libera senza guida ma nemmeno il tempo di guardarci attorno e veniamo subito dirottati verso una guida nella Biblioteca Reale. Tassativo stare sulla passerella rossa, ma in caso di intensa affluenza come si fa!? La guida ferma lì in Biblioteca è un servizio offerto, nelle intenzioni dei curatori e lo si può sicuramente apprezzare, ma oltre a non dire cose nuove, indicare da quella posizione le stanze e le curiosità che avremmo incontrato lungo il percorso non l'ho trovato una brillante idea perché si rischia anzitutto di dimenticarsi. Sarebbe invece opportuno mettere un pannello informativo in ogni sala, che ne indichi la funzione rivestita quando vi erano i re, notizie di tipo artistico, descrizione del mobilio, affreschi dove presenti, simbologia degli stucchi, ecc. Non c'è nulla di tutto ciò! Eccetto qualche rara descrizione di soggetti specifici. I pavimenti lignei, molto belli e per questo non calpestabili (Sic!), furono realizzati da Giuseppe Maggiolini (1736-1814), rinomato ebanista e intagliatore, autore anche delle lavorazioni di porte e finestre, arredi e tavolini da gioco presenti in villa. Il depliant consente perlomeno di capire dove ci si trovi; il percorso è indicato da frecce (su 700 stanze è possibile vederne un 5%). Questo piano nobile conserva parte dell' arredamento originale, le tappezzerie, alcuni lampadari. Ho notato il passaggio segreto ricavato nel guardaroba di Re Umberto I, che porta a delle scale terminanti nel Giardino reale (da qui usciva per recarsi alla reggia della sua amante, la bellissima Eugenia Attendolo Bolognini, duchessa Litta...
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