La chiesa di Sant'Antonio a Posillipo è una chiesa santuario di Napoli; ubicata nel quartiere omonimo, è raggiungibile sia dalle rampe di Sant'Antonio (dette anche Tredici discese di Sant'Antonio), sia dalla via Minucio Felice. Si può raggiungere la chiesa anche con la funicolare da Mergellina, scendendo alla prima fermata Sant'Antonio.
La fondazione della chiesa risale al 1642 ed avvenne in un sito all'epoca scarsamente urbanizzato della città, costituito da quattro villaggi rurali collegati con la zona di Mergellina da un'antica strada greco-romana. I frati conventuali del terz'ordine vi fondarono una chiesetta ed un piccolo convento che ebbe nei primi anni la funzione di sanatorio. Le mura dell'antica cappella sono oggi individuabili in corrispondenza dell'attuale sacrestia, così come i locali del convento originario sono riscontrabili nei locali denominati dell'"ex-monastero". Nel 1603 fu iniziato l'ampliamento della strada che portava al convento, mantenendo lungo il suo percorso parte delle antiche vestigia romane (pavimentazione romana)[1] e venendo così a costituire un mezzo più agevole per i pellegrini che dalla città intendevano raggiungere l'edificio; la strada, già salita di Santa Maria delle Grazie, venne così indicata come rampe di Sant'Antonio a Posillipo. La chiesa nel frattempo assurse al titolo di santuario antoniano, prendendo negli anni una forma a navataunica con tre cappelle laterali per ciascun lato ed il convento fu allargato. La costruzione della sacrestia fu avviata nel 1750, mentre quattro anni dopo fu la volta dell'edificazione del campanile a pianta rettangolare con cella campanaria ottagonale e bella cuspide in stile barocco; il chiostro del convento fu ultimato nel 1775. La successiva soppressione degli ordini religiosi, in epoca napoleonica, fece sì che la chiesa passasse al demanio e fosse destinata ad usi civili, sebbene affidata ad un rettore, ex-domenicano scampato ai fatti del 1799. Nel 1824 il complesso fu affidato ai domenicani di San Domenico Maggiore, anche grazie all'intervento di re Ferdinando II di Borbone che era in ottimi rapporti con l'ordine religioso. Nel 1883 vi furono dei lavori di restauro che interessarono le cisterne dell'acqua e l'impianto originario che collegava il complesso all'antico acquedotto greco, oltre alla risistemazione delle celle dei frati. Nel 1944 l'arcivescovo Alessio Ascalesi stabilisce nella chiesa, posta al di fuori delle mura conventuali, la costituzione di una parrocchia che andrà assumendo sempre maggior importanza negli anni anche grazie al nuovo assetto urbanistico della zona (la costruzione del piazzale antistante la chiesa da cui si gode uno spettacolare panorama sul golfo di Napoli è degli anni sessanta). Nel 1975-76 vennero eseguiti importanti lavori di restauro e consolidamento e nel 2000 venne ripresa, in occasione del periodo giubilare, l'antica tradizione della processione di sant'Antonio di Padova, a cui la...
Read morePosto a dir poco mistico, con il simulacro di Sant'Antonio davvero taumaturgico. Dal piazzale si gode una vista mozzafiato: Napoli, dall'alto, nostra tutta la sua impareggiabile bellezza, che la rese la più munifica capitale al mondo, nascondendo le miserie cui è stata condannata, dal 1861 a oggi, a causa dei piemontizzatori, della mala politica e dei perversi rapporti tra questa e la criminalità organizzata. Tornando alla Chiesa di Sant'Antonio a Posillipo, la gestione appare veramente assurda, negli ultimi anni. Lo scorso 13 Giugno, in occasione della Festa del Santo, nonostante il perdurare dell'emergenza sanitaria, sono state celebrate solo tre Sante Messe! I fedeli che, come me, hanno partecipato a quella delle 19:00 sono stati letteralmente buttati fuori, un minuto dopo il termine della Santa Messa, senza avere neanche il tempo di recitare una preghiera innanzi alla statua del Santo, nel silenzio del raccoglimento personale, in un momento così drammatico. Tanta disorganizzazione e mancanza di cura pastorale appare tanto più intollerabile ove si consideri il fatto che la Chiesa è eretta in Santuario, con tutti gli obblighi liturgici e di assistenza spirituale previsti dal Diritto canonico. Occorre un reciso intervento del nuovo Arcivescovo e del padre provinciale dei religiosi che reggono il santuario. Un appello anche alle amministrazioni comunali, sempre più laiciste: nel pieno rispetto dell'art. 19 della Costituzione, occorre assicurare, almeno ai fedeli più anziani o con difficoltà motorie, la possibilità di partecipare alle funzioni religiose parcheggiando a ridosso del santuario, soprattutto in occasione della festa del Santo, senza dover pagare alcunché (per lo stretto tempo delle Sante Messe, con un talloncino distribuito in Chiesa, o la comunicazione delle targhe), o ritrovarsi l'auto multata da troppo zelanti tutori, che potrebbero essere utilizzati molto meglio nei punti realmente nevralgici della città, soprattutto nei luoghi e negli orari...
Read moreVisiting this church was an unforgettable experience. The sanctuary is breathtaking, the grounds are serene, and the view of Naples and the water from the front steps is absolutely unmissable. We are especially grateful to the kind priest who took the time to provide us with blessed rosaries and other keepsakes—an unexpected and deeply meaningful gesture that made our visit even more special. Truly a divine stop in Naples that combines history, beauty, and heartfelt...
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