Dunque... Facciamo subito una doverosa premessa: io e mia moglie non siamo certo delle buone forchette e rifuggiamo locande e osterie dove vengono serviti piattoni esagerati di pasta o portate talmente abbondanti da essere umanamente impossibili da fagocitare, figurarsi da digerire!! Tuttavia, al contrario, abbiamo anche sempre visto con occhio critico certe preparazioni troppo arzigogolate che, con la scusa di essere "stellate", vengono fatte pagare a peso d'oro, pur essendo sostanzialmente tutto fumo e niente arrosto! Aggiungo che, se entro in un locale sulla cui intestazione leggo "ristorante", mi aspetterei di non uscirne più affamato di quando ci sono entrato, ma tant'è...! 🙂 Ciò posto e premesso, siamo entrati in questo ristorante scegliendolo in tutta onestà veramente a caso, tra i numerosi locali gastronomici di Sermoneta. Siamo stati accolti con molta cortesia e, dopo aver attraversato le minuscole ma carinissime salette interne, siamo stati portati verso la splendida e caratteristica veranda esterna, caratterizzata dalla presenza di una serie di spettacolari piante di agrumi a vista!! Tuttavia, immediatamente dopo, siamo rimasti colpiti (ebbene sì, stavolta un po' in negativo!) da un piccolo dettaglio: una coppia di gentilissimi e preparatissimi camerieri (complimenti davvero!) ci hanno portato in visione il menù più CORTO che mai ci sia capitato davanti entrando in un ristorante: 3 o 4 tipi di antipasti e altrettanti di pasta e secondi tra i quali scegliere. Tutto qua. Peraltro, con accostamenti non scontati e non per tutti ed una certa prevalenza di piatti a base di tartare e carne cruda, a noi non proprio graditissima... Per cui abbiamo optato per un semplice antipasto di affettati e formaggi misti (di qualità eccellente, non c'è che dire) e un primo scelto tra quelli con gli accostamenti meno "azzardati" tra quelli proposti (un tortello con ricotta, funghi e coppa di testa). Nel mentre aspettavamo l'ordinazione, ci è stato portato quello che ci è stato presentato come un "entrée": nient'altro che un microscopico trancetto delle dimensioni di 4 o 5 centimetri di lato (giuro!) di un rustico dolce servito su un semplice bicchiere rovesciato. E, udite udite!, numero UN (sì, uno di numero...) grissino integrale a testa. All'inizio abbiamo pensato si trattasse di uno scherzo. Ma poi abbiamo capito che la risicatezza delle porzioni la avrebbe fatta da padrone, da lì in avanti, purtroppo! E infatti la sensazione è stata confermata dall'antipasto (ad onor del vero, ottimo!) e dai primi: poco più che degli assaggini... Ci siamo dunque giocati la carta dei dolci e abbiamo optato per una panna cotta ai frutti di bosco e un tortino dal nome curioso (che al momento mi sfugge) a base di cocco e mango. Ottimi entrambi, ma... dalle dimensioni lillipuziane: l'uno grande circa il doppio di un gianduiotto e l'altro addirittura poco più grande di un classico biscotto Ringo...! Quello che invece non è risultato propriamente minuscolo, è stato solo il conto, piuttosto sproporzionato... In sintesi, il posto è davvero molto carino e meriterebbe una visita. Tuttavia, va detto che anche se i piatti sono preparati e presentati in maniera molto fantasiosa, ricercata e impeccabile, alcuni accostamenti non sempre sono vincenti e il rapporto prezzo/quantità/qualità del cibo è piuttosto sfarevole. Per noi, esperienza da non ripetere. Però se a qualcuno...
Read moreUna calda domenica d’agosto: una gita fuori porta nel suggestivo borgo medievale di Sermoneta per sfuggire alla monotonia della città. È in questo scenario che decido di varcare la soglia de Il Pomarancio, ristorante che da tempo figurava nella mia lista dei “da provare”. Ne avevo già sentito parlare: per alcuni una perla, per altri un’esperienza meno memorabile. Veniamo accompagnati nella sala esterna, una terrazza all’ombra di alberi di agrumi che accoglie con tranquillità e conquista con la sua bellezza. Il servizio, favorito dalla presenza di un solo altro tavolo occupato, è rapido e cortese, senza particolari formalismi. L’apertura è affidata a un Vitello Tonnato: carne tenera, salsa ben calibrata e armonia complessiva convincente. Peccato per la porzione contenuta, che lascia il desiderio di un bis. Il momento più alto del pranzo arriva con i primi. Scelgo uno spaghetto con datterino giallo e rosso, crema di parmigiano, basilico e polvere di pomodoro. Sulla carta sembra un piatto semplice, ma già al primo boccone rivela un equilibrio notevole: un’interpretazione fresca e cromaticamente vivace, in cui la dolcezza del pomodoro è armonizzata dalla morbidezza del formaggio, mentre la polvere di pomodoro apporta profondità aromatica. Un giusto compromesso tra comfort e studio del piatto. Due annotazioni sono però doverose: il menù non segnala la presenza del guanciale, ingrediente tutt’altro che marginale per chi ha restrizioni o preferenze alimentari, e il piatto era sbeccato. Dettagli? Forse. Ma anche i dettagli contribuiscono alla percezione complessiva dell’esperienza. Sul finale, un piccolo incidente: avevamo ordinato un dolce e ce ne è arrivato un altro. Probabile svista del cameriere, che abbiamo lasciato correre, apprezzando comunque la proposta servita. Il conto è corretto, la location incantevole, il potenziale evidente. Il Pomarancio sa offrire momenti di ottima cucina, ma in questa occasione alcune piccole crepe hanno affiorato nella cura dell’esperienza. Nonostante ciò, resta un indirizzo da considerare per un pranzo nel cuore di Sermoneta, dove la cucina è capace di raccontare il territorio e regalare momenti di...
Read moreEsperienza terribile. Premetto che in questi giorni ho portato i miei ospiti dall'estero a fare le degustazioni in diversi ristoranti del Agropontino, tutti visitati veramente eccezionali, escluso Il Pomarancio che è inclassificabile. Prenotata la cena due giorni prima, ci siamo accomodati in una saletta che (essendo cento storico di Sermoneta) poteva essere una perla, invece arredata da un analfabeta estetico, è un posto veramente ansioso. Fatta la prima ordinazione di antipasti, dopo circa 1 minuto ci troviamo sbattuta sul tavolo la portata dei primi del tavolo di fianco (con le scuse de giovane e totalmente impreparato cameriere). Per quanto gli antipasti, l’unica parte accettabile era ma mozzarella e la mortadella, le mie semplici bruschette sono arrivate senza il pomodoro in quanto era finito (sabato sera, ore 21, “ristorante” italiano!!). Scelto il vino dalla carta, ci viene portata un’altra bottiglia, detto dal cameriere che è uguale (totalmente falso), e che versando annaffia il tavolo (ragazzo è perdonabile in quanto giovanissimo, e nessuno glielo insegnato come fare). Ma la parte terribile della serata sono i primi, tutti e tre salati da essere immangiabili, rimandati in cucina ritornano leggermente meno salati (hanno rifatto la pasta nuova spostando il condimento dai piatti precedenti). Lasciato quasi tutto di nuovo abbiamo chiesto il conto. € 100,00 !!!!! Senza nessuna scusa ne da parte della cameriera ne tantomeno da chi ha cucinato (non di certo può essere chiamato uno chef), in qualsiasi altro ristorante che si rispetta, l’avrebbero chiesto ai clienti il motivo del disaggio per poter migliorare, ma a Il Pomarancio contava solo di sfilare il cento euro in cambio della serata (e la media dei ristoranti di zona) rovinata. Non...
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