Sono stato recentemente a La Locanda del Borgo, con aspettative alte e il desiderio di vivere un’esperienza gastronomica completa. L’inizio è promettente: antipasti curati, sapori netti, abbinamenti interessanti. Poi arriva il primo piatto – uno spaghetto ai ricci con erba cipollina e crema di fondo – che sulla carta promette molto e presenta un profilo aromatico interessante. Ma all’assaggio emergono due criticità non trascurabili: la cottura dello spaghetto senza glutine, assolutamente indecente, e una quantità di sale eccessiva che compromette l’equilibrio complessivo del piatto, rendendolo purtroppo non gustabile.
Una scivolata tecnica, certo, che potrebbe anche capitare. Ma diventa difficile sorvolare quando si somma a una ben più grave mancanza di attenzione verso chi ha esigenze alimentari specifiche. Nonostante la mia segnalazione effettuata con tre mesi di anticipo, il pane servito è stato industriale, confezionato e scongelato, come anche i grissini e i crackers. Nessun prodotto artigianale, nessuna alternativa pensata, nessun gesto di vera accoglienza. In un contesto simile, non è solo una dimenticanza: è una caduta di stile.
Nel 2025, la cucina gluten free non può più essere considerata una richiesta marginale. Ristoranti di fascia medio-bassa offrono ormai soluzioni senza glutine fatte in casa o selezionate con attenzione. Da un locale stellato ci si aspetta molto di più: cura, coerenza, inclusione.
Inoltre, la temperatura all’interno del locale era davvero poco gradevole: paradossalmente si stava più freschi all’esterno (a metà luglio). Un dettaglio che ha inciso sul comfort generale dell’esperienza. Aggiungo che, pur avendo ordinato una bottiglia, il vino non è stato servito regolarmente dal personale durante il pasto, cosa che ci saremmo aspettati in un contesto di questo livello. Infine, i tempi di uscita delle portate sono risultati eccessivi es. abbiamo atteso circa 40 minuti per il dolce, interrompendo il ritmo del pasto e rendendo meno fluida l’esperienza complessiva.
Conclusione: materia prima e creatività non mancano, ma l’idea di ospitalità non è all’altezza del riconoscimento Michelin. E in un’esperienza gastronomica completa, non basta la forma, come ribadito anche alla loro reception: serve rispetto per ogni ospite, soprattutto quando l’attenzione è stata chiesta con...
Read moreHo soggiornato nel resort e ho cenato in entrambe i ristoranti, sia quello standard che lo stellato. Scriverò dello stellato, ma desidero suggerire anche l’altro perché si mangia molto bene in particolare quei tortelli ripieni di melanzana, una delizia.
L’esperienza complessiva è stata buona, l’ambiente è bello, moderno ma caldo, ha una decisa personalità, il servizio è attento e gentile. Carta dei vini ampia con ricarichi apparentemente nella media, ma solo per alcune tipologie, diversamente è superiore a quanto ci si aspetta. Sommelier preparato che sa, se lo chiedi, accompagnarti alla giusta scelta. Ho scelto un vino del territorio bianco, abbinato al menù di pesce.
Le entrèe ben fatte e piacevoli, un paio di assomigliavano nel gusto anche sé diverse nella forma. Tagliatelle di calamaro ottime, come la ricciola scottata super delicata, infatti invertirei l’ordine dei piatti perché si perde il gusto dato che le tagliatelle sono più saporite. Pasta e patate di gambero crudo buonissima, stessa cosa per gli spaghetti leviatico ricci e bottarga. Deludente il crudo e cotto di pesce e crostacei, materia prima buonissima e cotta ottimamente, ma è un piatto assemblato senza la personalità dei precedenti, peccato.
Buono e bello il dolce.
Un paio di appunti, pulizia de tavolo durante la cena, essendo nero le briciole si notano e solo quando richiesto sono state tolte; grappa a 18 euro è eccessiva, anche perché se al cliente viene chiesto - le possiamo offrire un digestivo o altro - non andrebbe nel conto, diversamente si chiede - desidera un digestivo…- lo dico sulla base di altre esperienze in ristoranti di questo tipo.
In conclusione 230 euro - ho cenato da solo - per l’esperienza complessiva è un po’ troppo, se paragonata ad altre identiche...
Read moreCibo: Eccellente; Servizio: Molto professionale, disponibile e cortese; Locale: Moderno, accogliente e intimo; Prezzo: rispecchia la qualità di un ristorante da stella Michelin.
È la seconda volta che ci lasciamo coccolare e sorprendere da questo locale. La scelta è tra due percorsi degustazione: uno a base di pesce “Aqua” e uno a base di carne “Petra”, avevamo già avuto la fortuna di provare il menù “Petra” la scorsa primavera e volevamo tornare per provare i nuovi menù degustazione “stagionali”. È davvero difficile riassumere l’esperienza che si riesce a fare in questo locale, ma consigliamo ASSOLUTAMENTE di non perderla. Il locale è esattamente come ci si immaginerebbe uno “spazio stellato”: moderno, essenziale, accogliente, silenzioso, con un leggero sottofondo di musica a riempire l’ambiente. Il tutto risulta essere un meccanismo i cui ingranaggi funzionano perfettamente in sincronia. Appena arrivati siamo stati accolti dal personale di sala che ci ha fatto accomodare al nostro tavolo e da qui è iniziata una coccola infinita, un viaggio tra sapori e odori. (Abbiamo scelto di non pubblicare le foto dei piatti per non rovinare una parte che secondo noi risulta essere molto importante di questa esperienza: la presentazione). Per sfatare la solita affermazione che ai ristoranti stellati si mangia poco e si paga troppo possiamo dire che ci siamo alzati da tavola piacevolmente sazi, felici e rilassati e il prezzo è giustamente proporzionale per tutto il tempo che il personale al completo dedica al cliente e per la qualità degli ingredienti. Chi desidera farsi guidare in un percorso di gusto è nel posto giusto e ne vale davvero la pena! Noi cercheremo di tornare a provare il...
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