Un pezzo della nostra storia che serve per capire il sacrificio di tanti giovani innocenti che hanno vissuto l'inferno per lasciarci il dono di vivere ed esprimerci liberamente. Entro sempre in questi luoghi con un misto di commozione, rispetto e affetto, pensando alle differenze tra i giovani di ieri e di oggi. Penso alla sofferenza di quei ragazzi, alla loro paura, al loro non capire il perché di quella guerra. Un museo del genere è un posto dove si entra in silenzio e in punta di piedi, come a non voler disturbare quelle povere anime... Poi giri l'angolo e senti due giovani donne che ridono... Pensi "forse stanno parlando di cose loro...", ma stanno guardando le foto e leggendo le didascalie. Prosegui, e le ritrovi davanti a un elenco inquietante: i numeri dei vari morti, feriti, dispersi, prigionieri, divisi per il paese di appartenenza. Numeri che fanno rabbrividire, anche se fossero dieci o cento volte meno. E di nuovo quel suono, quella risata... Mio marito e io non possiamo sorvolare, e chiediamo se c'è da ridere. Le due continuano e dicono di sì, perchè la mostra è "musealizzata" male. Accetto tutte le opinioni, però siamo sempre davanti a un elenco di morti, e lo faccio notare. Mi viene risposto: "Signora, io sono una storica". A posto... Ma se sei una storica puoi contestare i numeri con un tono serio e rispettoso, senza ridere. Ma la risposta che mi spiazza di più (e mi fa decidere di proseguire perché sapevo che poi avrei esagerato) è stata quella dell'altra donna: "Si può ridere davanti a tutto". Servono commenti? Si può davvero ridere davanti a foto del genere, a storie del genere, a numeri del genere? E se anche i numeri non fossero esatti, se anche fossero "gonfiati", anche la morte di UN SOLO SOLDATO merita rispetto e silenzio, sicuramente non una risata. Spero che quella donna non sia anche un'insegnante, perché sarebbe veramente triste sapere che ci sono in giro persone che prendono certe tragedie...
Read moreFantastica notizia! Il museo ha riaperto dopo un complesso lavoro di riqualificazione museografica e strutturale che ha coinvolto l’intero percorso espositivo. La nuova esposizione offre un itinerario di dieci sale che ripercorrono la vita quotidiana della Prima guerra mondiale, soffermandosi con speciale cura sulla quotidianità dei soldati italiani e austroungarici al fronte e della popolazione civile nei luoghi devastati dal conflitto. I visitatori possono osservare le uniformi, gli armamenti, le munizioni, i documenti e le fotografie, collocati in una narrazione tematica che li accompagna nelle fasi e nei cambiamenti della prima guerra del secolo scorso. Una novità interessante del nuovo allestimento è il diorama del campo di battaglia, rinnovato e potenziato con tecnologie multimediali che lo elevano a strumento di conoscenza storica e di impegnativa riflessione culturale. Ogni sala è corredata da testi descrittivi trilingue in italiano, sloveno e inglese, realizzati secondo le linee guida ministeriali. Essi si caratterizzano per la loro brevità, sono scritti in un linguaggio chiaro ed esposti con un carattere grafico che ne agevola la lettura. Un’altra importante caratteristica è l’accessibilità: il percorso è dotato di rampe, di pedane, di ascensori, di piattaforme elevatrici e di servoscala, oltre a nuovi ingressi e a un impianto di illuminazione di nuova...
Read moreI didn't have a guide but that wasn't a problem to enjoy the Museum. There are a lot of pictures, uniforms, guns, masks, and even a trench representation. Everywhere are banners explaining the objects or the exhibition so it is not a problem to know what is what. In 45 minutes you can really cover the whole museum without a rush. One of the best WWI i...
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