Vorrei iniziare a raccontare la mia esperienza, con questa premessa: da un lato un eccepibile lavoro di recupero e conservazione, dall'altro una vergogna. La visita al parco Archeologico di Lilibeo inizia dal Museo in cui sono straordinariamente conservati i resti di una (unica al mondo) nave da guerra Punica e di una seconda nave Punica mercantile ritrovata intorno agli anni 2009, tutto conservato in modo straordinario. Una volta completata la visita al museo si esce all'esterno, dove sentieri sterrati circondati da campi fioriti conducono al sito esterno "L'insula". Una situazione, per me, vergognosa e inaccettabile. Il sito è stato coperto da una struttura in cemento che affonda i pilastri di sostegno in mezzo ai mosaici. I mosaici sono stati rimossi per posizionare i plinti di fondazione dei pilastri in cemento. Ma si può concepire e realizzare una cosa del genere??? La copertura, tra l'altro, in evidente stato di degrado e di abbandono, anch'essa in cemento, ha persino i ferri di armatura scoperti e pezzi di cemento che cadono sui sottostanti mosaici, che vengono rotti dalla caduta dello stesso. La copertura è doppia e tra una e l'altra falda l'acqua piovana passa e la stessa, oltre a finire sui mosaici, percola nella struttura usurando così il cemento e scoprendone i ferri di armatura che fanno, inevitabilmente, staccare pezzi di intonaco che finiscono sotto e rompono i mosaici. Inoltre, lucernari in vetrocemento rischiano anch'essi di staccarsi e finire sotto. La prima domanda è: chi è stato l'illuminato progettista che ha pensato ad una struttura simile? E chi l'ha autorizzata, soprattutto? Parliamo di una copertura che daterei intorno agli anni 80-90, ma non trova comunque giustificazione lo stato di conservazione in cui si trova. E poi: dov'è la Soprintendenza che dovrebbe soprintendere e tutelare il nostro patrimonio artistico ed architettonico? Qui mi sembra che non ci sia proprio nessuno a sovrintendere, né prima né dopo il fattaccio. Oltretutto, vi sono elementi pericolanti, anche non sicuri per il turista che attraversa il sito. Ma a parte la sicurezza, ciò che lascia sgomenti è come si sia potuto concepire tutto questo. Nel territori dove vivo io, la Soprintendenza BBAA (che dovrebbe avere gli stessi principi in tutta Italia), nei territori vincolati, non permette nemmeno di piantare le piante se non ne forniscono le qualità in fase progettuale! E qui, non solo è stata costruito nel passato questa oscenità (questa struttura in cemento è proprio una bruttura che non è nemmeno funzionale, tra l'altro!!! - visto che piove dentro e si staccano i pezzi che rompono i mosaici), ma nessuno la tiene né pulita né manutentata. Un sito unico al mondo (come tutti i nostri beni architettonici italiani) dove sembra che non esista più nessuno a controllarne la conservazione. E' anche una brutta immagine che diamo a tutti i visitatori mondiali che vengono nella nostra bella Italia. Non sono solita lasciare recensioni, ma quando trovo situazioni che mi feriscono nell'animo personale e professionale, non riesco a far...
Read moreUnfortunately I can't say its worth the money. Maybe free entrance or symbolic like 1€ would change the rating to higher but for me it was not worth it. The building is very small, toilets are disgusting and smell really bad. The worst part is outside because lawn was very neglected, grass was very high and you would never know what can jump out of it, there were a lot of lizards everywhere. The signs are poorly deployed so you don't really know if there is something interesting there or not . Definitely can't recommend, maybe if the outside would be more taken care of. Instead of nice time we were terrified and had to very fast find the way inside. From good side the boat is...
Read moreIl Parco deve essere inteso come l'estensione all'aperto del Museo Archeologico Regionale "Lilibeo Marsala" ospitato all'interno del "Baglio Anselmi" con ingresso dal Lungomare Boeo a Marsala (biglietto unico). Interessante per la quantità e la qualità di reperti provenienti dal parco e dalle aree archeologiche vicine anche riguardanti lo Stagnone e Mozia, una notevole quantità di anfore di tutte le specie, segno del grande fervore commerciale che interessava l'area ed i traffici via mare nel Mediterraneo, molte opere e tipologie di reperti relativi alle necropoli nei vari passaggi dalla deposizione nelle ciste, alla incinerazione nelle urne, alla sepoltura in fossa e sarcofagi con le relative opere in marmo e terracotta per i segnacoli, le lapidi i piccoli o grandi monumenti funerari. La parte sicuramente più d'effetto è la sezione ove si conserva una nave da combattimento punica (assai rara) con poppa e fiancata sinistra ben conservata e, nel locale attiguo, di due imbarcazioni da trasporto merci con il loro carico di anfore. Altrettanto interessante, anche se in un primo momento appare alquanto dispersiva, è l'area archeologica esterna al museo che, con vari ritrovamenti ben segnalati e corredati da pannelli esplicativi ben tenuti lungo un agevole percorso rettilineo in direzione sud-ovest/nord-est , arriva fino alla bellissima Domus romana dell'Insula "I". Questa è ben protetta da una copertura per la quasi totale estensione ed è dotata di un percorso interno sopraelevato che agevola il riconoscimento delle diverse zone della Domus, anche questo supportato da numerosi pannelli informativi e descrittivi dei vari ambienti. Ricca di pavimentazioni integre con interessanti mosaici prevalentemente in bianco e nero, geometrici, figurativi o floreali che testimoniano un uso della Domus dall'età repubblicana fino alla tarda età imperiale, mostra evidenti i segni delle varie...
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