The Basilica of St. Thomas the Apostle in Ortona, Italy, is a sacred and historical treasure that preserves the relics of St. Thomas the Apostle. This basilica not only serves as a center of devotion but also as a monument to the apostle’s enduring legacy through its remarkable art and architecture.
After his martyrdom in India, St. Thomas was buried in Mylapore, in present-day Tamil Nadu, India. His remains were later transferred to Edessa (modern-day Şanlıurfa, Turkey), a significant early center of Christianity. Finally, on 6 September 1258, the relics arrived in Ortona, brought by Ortonese sailors. This momentous event is commemorated as a major milestone in the basilica’s history.
Today, the relics of St. Thomas are made accessible to the faithful on three significant occasions each year:
July 3 – the Feast of the Dukrana, commemorating the martyrdom of St. Thomas,
September 6 – marking the anniversary of the relics' arrival in Ortona,
The first Sunday of May – a local day of pilgrimage and veneration.
Within the dome of the basilica are seven bas-relief panels dating to 1572, depicting scenes from the life of St. Thomas, along with stucco high-reliefs of the Four Evangelists, from an earlier period. These artworks were carefully restored in 1830 by Fulgenzio Lavalle, a native of Ortona.
The main altar holds a case with bronze doors created in 1958 by the Ortona sculptor Stefano Durante, which protects the silver Bust of St. Thomas—crafted by the Pani Foundry of Naples in 1800.
The paintings by Tommaso Cascella (1968) add depth to the spiritual narrative: behind the altar is The Incredulity of St. Thomas, and to the right, The Martyrdom of the Apostle. In the antechapel, ceramic panels depict key moments in Ortona’s history with the saint’s relics: The Departure of the Ortona Galleys from Chios (11 August 1258) and The Arrival in Ortona (6 September 1258).
The vault frescoes, also by Cascella, portray scenes from the Old and New Testaments, along with representations of the Four Cardinal Virtues: Prudence, Justice, Fortitude, and Temperance. A stained glass window illustrates Jesus revealing to Saint Bridget that the relics of St. Thomas are in Ortona, further affirming the basilica’s divine connection.
Completing the artistic ensemble, a painting on the left wall by Pasquale Bellonio (1762) represents The Crucifixion, enriching the basilica’s message of faith, martyrdom, and hope.
The Basilica of St. Thomas in Ortona stands today not only as a beacon of devotion but also as a vivid witness to the journey and enduring witness of the Apostle who brought the Gospel to India and whose remains found a lasting...
Read moreLa Cattedrale basilica dedicata a San Tommaso apostolo fu costruita sul sito di un antico tempio romano. Distrutta dai Normanni nel 1060, fu ricostruita.
Dopo che un terremoto ne aveva provocato la distruzione, che in quel periodo aveva interessato le regioni meridionali della penisola italica, venne nuovamente ricostruita e riaperta al pubblico il 10 novembre 1127 e dedicata a Santa Maria degli Angeli, come risulta dall'epigrafe conservata nell'annesso museo diocesano.
Dal 6 settembre 1258 custodisce le Ossa di san Tommaso apostolo. Il navarca ortonese, il pio Leone, insieme con i commilitoni, riportò sulla galea il corpo dell'Apostolo e la pietra tombale, dall'isola greca di Chios. Chios rappresentava uno spazio del secondo fronte di guerra, dove la flotta ortonese composta da tre galee, si era recato a combattere, al seguito dell'ammiraglio di Manfredi, Filippo Chinardo. Da quella data la basilica diventa centro di preghiera, richiamo di pellegrini, ma anche oggetto di varie distruzioni.
Il 17 febbraio 1427 in questa chiesa è stata solennemente proclamata la pace tra le città di Lanciano e Ortona patrocinata da Giovanni da Capestrano.
Nel 1566 subì l'assalto dei Turchi di Piyale Pascià e un incendio, che per fortuna non attaccò in modo irrimediabile il Corpo dell'Apostolo. Nel 1570, con l'istituzione della diocesi, il tempio fu rinnovato e notevolmente migliorato e gli ortonesi poterono acclamare il loro pastore nella persona di Giandomenico Rebiba, imparentato con il cardinale Scipione Rebiba.
Purtroppo nel 1799 la cattedrale subì nuovamente un'altra aggressione da parte dei Francesi. Fu ancora restaurata.
Il 5 novembre del 1943, il vicario della diocesi, mons. Luigi Carbone, il parroco di S. Tommaso don Pietro Di Fulvio e don Tommaso Sanvitale si ritrovarono insieme per un'importante decisione: dove e come salvare il busto d'argento di S. Tommaso. I Tedeschi, infatti, avevano mandato segnali contrastanti. Si erano informati del peso e del valore venale del busto. Un comandante cattolico si era impegnato a risparmiare la cattedrale e la torre semaforica. I tre sacerdoti, non sapendo a chi credere, dopo una meditata riflessione, decisero di “murare” il busto dell'Apostolo al secondo piano del campanile, in un angolo scuro, ricoperto di legname umido abbandonato. Procedettero in assoluto segreto lo stesso giorno alle ore 14, aiutati da due muratori: Nicola Di Fulvio, fratello del Parroco, e Peppino Valentinetti.
Poi venne la furia devastatrice della guerra, che causò alla città di Ortona oltre 1300 vittime civili e la perdita di tutto il patrimonio edilizio. La cattedrale fu letteralmente sventrata, rimase in piedi a malapena la sacrestia, sia pure con il pavimento ricoperto di macerie. L'11 gennaio 1944, quando la linea del fronte si andava allontanando, mons. Tesauri, arcivescovo di Lanciano e vescovo di Ortona, fece demolire l'altare costruito sulla tomba di san Tommaso. Estrasse l'urna che rivide la luce dopo 150 anni. In corteo le Ossa dell'Apostolo furono trasferite nel rione Castello, a casa del parroco. Il notaio redasse il relativo verbale. Intanto fu avviato lo sgombero delle macerie dalla sacrestia della cattedrale. L'avvocato Tommaso Grilli curò il recupero dei pezzi artistici andati in frantumi con la guerra, quelli relativi al portone principale di epoca sveva e al portale gotico di Nicola Mancino.
Il 16 luglio 1945, su un palco allestito nella piazza della cattedrale, tra la commozione degli ortonesi rientrati dallo sfollamento, mons. Tesauri celebrò in ritardo la festa del Perdono, che ricorre la prima domenica di maggio. Il sacro busto, estratto dal muro dove era rimasto nascosto, venne nuovamente esposto alla venerazione dei fedeli. Le altre reliquie del santo furono ritrovate intatte sotto all'altare.[2]
La cattedrale ricostruita fu riaperta al culto e ridedicata il 5 settembre 1949, con una solenne cerimonia celebrata da mons. Gioacchino Di Leo, vescovo di Ortona e dal cardinale Federico...
Read moreSt. Thomas's body, originally interred in Mylapore, India, was eventually moved to Ortona, Italy. Around 230 AD, his remains were taken to Edessa. Later, they were relocated to Chios for safekeeping, and in 1258, were stolen by sailors from Ortona during a military expedition. The relics arrived in Ortona on September 6, 1258, and were later confirmed as authentic through a document in Bari in 1259.
Here's a more detailed timeline:
72 AD: St. Thomas is martyred in Mylapore, India.
Around 230 AD: His body is moved to Edessa.
1144-1146: The body is moved to Chios due to the fall of Edessa under Turkish rule.
August 10, 1258: The body is stolen from Chios by sailors from Ortona.
September 6, 1258: The relics arrive in Ortona.
September 22, 1259: A notarial act is issued in Bari, confirming the authenticity of the relics through statements from Greeks from Chios who were held in...
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