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Castello della Fava — Attraction in Pasada/Posada

Name
Castello della Fava
Description
Nearby attractions
Centro Storico Posada
08020 Posada, Province of Nuoro, Italy
Nearby restaurants
100x100 Sardinia
Via Eleonora D'arborea, 19, 08020 Posada NU, Italy
Marco & Caterina trattoria locanda
Via Circonvallazione Est, 08020 Posada NU, Italy
Coghe D
Via Europa Unita, 08020 Posada NU, Italy
Eteria food and drink
Via Nazionale, 119, 08020 Posada NU, Italy
Ristorante Pizzeria CARPE DIEM
Via Giuseppe Garibaldi, 7, 08020 Posada NU, Italy
Sardinia Ristorante
Via Nazionale, 77, 08020 Posada NU, Italy
Ristorante da Andrea - Posada
Via V. Veneto, 08020 Posada NU, Italy
Hotel Donatella
Via A. Gramsci, 66, 08020 Posada NU, Italy
La Bottega dei Sapori
Via A. Gramsci, 25, 08020 Posada NU, Italy
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Castello della Fava things to do, attractions, restaurants, events info and trip planning
Castello della Fava
ItalySardiniaPasada/PosadaCastello della Fava

Basic Info

Castello della Fava

Via Castello, 08020 Posada NU, Italy
4.4(1.8K)
Closed
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Family friendly
attractions: Centro Storico Posada, restaurants: 100x100 Sardinia, Marco & Caterina trattoria locanda, Coghe D, Eteria food and drink, Ristorante Pizzeria CARPE DIEM, Sardinia Ristorante, Ristorante da Andrea - Posada, Hotel Donatella, La Bottega dei Sapori
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Phone
+39 344 461 7875
Website
sardegnaturismo.it
Open hoursSee all hours
Fri10 AM - 6 PMClosed

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Centro Storico Posada

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4.4

(319)

Open 24 hours
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100x100 Sardinia

Marco & Caterina trattoria locanda

Coghe D

Eteria food and drink

Ristorante Pizzeria CARPE DIEM

Sardinia Ristorante

Ristorante da Andrea - Posada

Hotel Donatella

La Bottega dei Sapori

100x100 Sardinia

100x100 Sardinia

4.6

(243)

Click for details
Marco & Caterina trattoria locanda

Marco & Caterina trattoria locanda

4.4

(984)

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Coghe D

Coghe D

4.6

(84)

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Eteria food and drink

Eteria food and drink

4.7

(498)

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Reviews of Castello della Fava

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(1,819)
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4.0
6y

Il Castello della Fava si trova sulla sommità del centro storico di Posada, caratteristico paesino sito sulla costa Nord-orientale della Sardegna. Nel tempo ha subìto diversi danni, specie in seguito ai numerosi assalti occorsi dai pirati saraceni che tentarono a più riprese di conquistarlo. Deve il suo curioso nome ad una leggenda che narra che, durante uno di questi lunghi assedi, gli abitanti di Posada imbottirono di fave lo stomaco di un piccione e lo fecero poi pervenire ai pirati Saraceni. I quali, visto il piccione così "grasso", gli aprirono lo stomaco e trovatolo strapieno di fave, dedussero che gli assediati di Posada avessero scorte di cibo a volontà (potendone addirittura "sprecare" per darlo in pasto ad un piccione...), per cui decisero di desistere dal loro piano di conquista! Per raggiungere il castello, bisogna lasciare l'auto all'ingresso del centro storico e poi percorrere a piedi le stradine interne del Borgo interamente lastricate in pietra. Al cancello d'ingresso del castello si viene accolti da un piccolo banchetto: si tratta di una sorta di "biglietteria" molto spartana, dove pagando 3 euro a persona ai volontari presenti in loco, si ottengono i biglietti di ingresso per la visita del luogo. Da questo punto in poi, parte quindi una vera e propria splendida ma faticosa "scalata" che potrebbe non essere adatta a tutti: in particolare, bambini e persone anziane o con sia pur lievi problemi di deambulazione, potrebbero avere qualche difficoltà per raggiungere e visitare il castello vero e proprio (di questo viene peraltro dato ampio avviso con cartelli posti all'ingresso della struttura: in ogni caso, sono fondamentali scarpe da trekking o sneakers robuste; vietatissime invece "zeppe", tacchi, ballerine e affini...). Il percorso si snoda in una salita piuttosto ripida, con scalini talora modellati alla meno peggio nella viva pietra esistente sul posto e alcuni tratti in brecciolino. Di tanto in tanto, pero, è possibile concedersi delle piccole pause grazie alla presenza di gigantografie fotografiche che illustrano con dovizia di particolari i dettagli del paesaggio naturale e dei reperti storici che si aprono nello splendido panorama che ci si para davanti agli occhi nella vallata sottostante. Una volta giunti al Castello ci si ritrova in mezzo a quello che resta della corte interna che, in alcuni passaggi, è piuttosto dissestata e difficile da percorrere. Tuttavia, se si ha un po' di spirito di "avventura" e non si ha paura di saltare da un sasso all'altro, è davvero una gioia dell'anima girarci intorno ed apprezzare, anche in questo caso, la bellezza del panorama circostante, grazie alla presenza di ulteriori gigantografie fotografiche esplicative. La Torre Centrale del castello è visitabile salendo una scala realizzata completamente in legno e ferro che porta sino all'ultimo piano interno. Tuttavia per raggiungere la terrazza panoramica esterna della torre c'è bisogno di arrampicarsi su una scala a muro verticale che termina con una vera e propria "ferrata" (per chi non ha dimestichezza col trekking, si tratta di una sorta di scala realizzata con pezzi di ferro a "U" conficcati direttamente nella roccia ai quali bisogna aggrapparsi per proseguire la scalata) e con una botola di non più di 60-70 centimetri di lato dalla quale ci si issa infine sulla terrazza esterna (in buona sostanza: quest'ultimo tratto è assolutamente inadatto a bambini, anziani e persone che non abbiano un minimo di preparazione atletica). Ma una volta sbucati all'esterno della botola, il panorama che ci viene offerto dalla terrazza è veramente impareggiabile e compensa del notevole sforzo fisico necessario per raggiungere la torre: la vista spazia a 360 gradi su tutta la Gallura ed è possibile ammirare la splendida vista panoramica della costa e delle meravigliose spiagge di Posada. In sintesi: un luogo splendido ed assolutamente da vedere... ma occhio ai limiti descritti: se non siete a posto fisicamente e non avete le scarpe adatte al seguito, potreste andare incontro a...

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4.0
3y

Una delle fortezze medioevali meglio conservate della Sardegna, sorge nel borgo di Posada, in Baronia, nel nord-est dell’Isola, avvolto da misteri storici e leggende



Intorno al 1300 una flotta turca (o saracena) assediò Posada cercando di conquistarla per sfinimento e fame. Per ingannare gli assedianti gli abitanti del borgo fortificato, ormai stremati e non in grado di reggere la battaglia, fecero mangiare una manciata di fave, ossia ciò che rimaneva delle loro derrate alimentari, a un piccione. Prima di liberarlo in volo, lo ferirono. L’uccello cadde nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno: lo strano gonfiore fu notato e così anche l’abbondante pasto, inducendo gli arabi a sovrastimare le risorse del castello: a quel punto desistettero dall’assedio. È la leggenda da cui deriva il nome del castello della Fava, fortezza costruita dai giudici di Gallura nel XIII secolo. Il racconto leggendario non si discosta tanto dalla realtà: a partire dal XIV secolo Posada fu ‘vittima’ di incursioni dei pirati saraceni, che l’adocchiarono dal mare come un tesoro e spesso la depredarono. Non a caso, il borgo medioevale, inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, è un ‘labirinto’ di stretti vicoli e piazzette nascoste: l’architettura stessa richiama imboscate, assalti e fughe.

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La fortezza, dimora dei giudici sardi, è l’emblema delle vicende medioevali che interessarono un suggestivo borgo tra i più belli d’Italia e tra i più antichi nell’Isola

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COME ARRIVARE

Per arrivare a Posada si percorre la SS 125 fino al bivio per il paese, a 56 km da Nuoro. Il castello si raggiunge dall'abitato. Il contesto ambientale Posada sorge sulle pendici di un colle calcareo al vertice del quale si trova il torrione detto "Casteddu de sa Fae" o castello della Fava. Da qui si gode un bel panorama della piana sottostante, percorsa dal rio Posada. Del castello restano pochi ruderi. Notevole il centro storico del paese, alle pendici del colle, nel quale si conservano edifici con strutture medievali. Descrizione Collocati al confine tra il regno di Gallura e quello d'Arborea, l'abitato di Posada e il suo castello furono al centro di complesse vicende storiche. Sebbene non si abbiano dati certi sul periodo di costruzione della fortificazione, si può ipotizzare che nel XIII secolo fosse già stato eretto il castello e munito di fortificazioni il centro abitato. Posada fu sede dei sovrani di Gallura così come di Eleonora d'Arborea, ma finì nelle mani degli aragonesi intorno al 1380, per poi tornare allo schieramento isolano sotto il comando di Brancaleone Doria. Con la caduta del giudicato d'Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carròs ed elevata al rango di baronia. La particolare denominazione del castello, ''della fava'', viene da una leggenda secondo cui intorno al 1300 una flotta di Turchi sbarcò sulle coste isolane e pose sotto assedio proprio Posada nell'intento di conquistarla per fame. Nel tentativo di ingannare gli assedianti gli abitanti di Posada fecero mangiare l'ultima manciata di fave rimaste a un piccione, ferendolo leggermente. questo durante il volo cadde nell'accampamento dei Turchi, rivelando lo stomaco pieno di fave ed inducendo gli assedianti a sovrastimare le risorse alimentari degli isolani. Fu così che i Turchi, convinti di non avere nessuna speranza, tolsero l'assedio e lasciarono le coste dell'isola. Il castello di Posada, realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, si articola in una cinta muraria di forma quadrangolare non regolare all'interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata, con coronamento merlato, e una serie di cisterne. Vedi la pianta e le sezioni del monumento Storia degli studi La storia degli studi sul castello della Fava prende le mosse dalla voce ''Posada'' a cura di Vittorio Angius nel ''Dizionario'' del...

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5.0
7y

It's a steep walk through narrow paths but they are well maintained and offer good photo opportunities. The entrance fee is just 3 euro to the keep but below that there is the church and the streets including a great coffee shop and deli you can visit for free and still get great views. The views from the castle are breathtaking but be warned to get to the top of the tower there is a steep ladder to the rampart with a small opening, this may not be suitable for everyone and is a bit scary but perfectly safe for those of able body. The other floors have staircases. There are good maps showing points on the vistas and all historical signage has an English...

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EnzoEnzo
Il Castello della Fava si trova sulla sommità del centro storico di Posada, caratteristico paesino sito sulla costa Nord-orientale della Sardegna. Nel tempo ha subìto diversi danni, specie in seguito ai numerosi assalti occorsi dai pirati saraceni che tentarono a più riprese di conquistarlo. Deve il suo curioso nome ad una leggenda che narra che, durante uno di questi lunghi assedi, gli abitanti di Posada imbottirono di fave lo stomaco di un piccione e lo fecero poi pervenire ai pirati Saraceni. I quali, visto il piccione così "grasso", gli aprirono lo stomaco e trovatolo strapieno di fave, dedussero che gli assediati di Posada avessero scorte di cibo a volontà (potendone addirittura "sprecare" per darlo in pasto ad un piccione...), per cui decisero di desistere dal loro piano di conquista! Per raggiungere il castello, bisogna lasciare l'auto all'ingresso del centro storico e poi percorrere a piedi le stradine interne del Borgo interamente lastricate in pietra. Al cancello d'ingresso del castello si viene accolti da un piccolo banchetto: si tratta di una sorta di "biglietteria" molto spartana, dove pagando 3 euro a persona ai volontari presenti in loco, si ottengono i biglietti di ingresso per la visita del luogo. Da questo punto in poi, parte quindi una vera e propria splendida ma faticosa "scalata" che potrebbe non essere adatta a tutti: in particolare, bambini e persone anziane o con sia pur lievi problemi di deambulazione, potrebbero avere qualche difficoltà per raggiungere e visitare il castello vero e proprio (di questo viene peraltro dato ampio avviso con cartelli posti all'ingresso della struttura: in ogni caso, sono fondamentali scarpe da trekking o sneakers robuste; vietatissime invece "zeppe", tacchi, ballerine e affini...). Il percorso si snoda in una salita piuttosto ripida, con scalini talora modellati alla meno peggio nella viva pietra esistente sul posto e alcuni tratti in brecciolino. Di tanto in tanto, pero, è possibile concedersi delle piccole pause grazie alla presenza di gigantografie fotografiche che illustrano con dovizia di particolari i dettagli del paesaggio naturale e dei reperti storici che si aprono nello splendido panorama che ci si para davanti agli occhi nella vallata sottostante. Una volta giunti al Castello ci si ritrova in mezzo a quello che resta della corte interna che, in alcuni passaggi, è piuttosto dissestata e difficile da percorrere. Tuttavia, se si ha un po' di spirito di "avventura" e non si ha paura di saltare da un sasso all'altro, è davvero una gioia dell'anima girarci intorno ed apprezzare, anche in questo caso, la bellezza del panorama circostante, grazie alla presenza di ulteriori gigantografie fotografiche esplicative. La Torre Centrale del castello è visitabile salendo una scala realizzata completamente in legno e ferro che porta sino all'ultimo piano interno. Tuttavia per raggiungere la terrazza panoramica esterna della torre c'è bisogno di arrampicarsi su una scala a muro verticale che termina con una vera e propria "ferrata" (per chi non ha dimestichezza col trekking, si tratta di una sorta di scala realizzata con pezzi di ferro a "U" conficcati direttamente nella roccia ai quali bisogna aggrapparsi per proseguire la scalata) e con una botola di non più di 60-70 centimetri di lato dalla quale ci si issa infine sulla terrazza esterna (in buona sostanza: quest'ultimo tratto è assolutamente inadatto a bambini, anziani e persone che non abbiano un minimo di preparazione atletica). Ma una volta sbucati all'esterno della botola, il panorama che ci viene offerto dalla terrazza è veramente impareggiabile e compensa del notevole sforzo fisico necessario per raggiungere la torre: la vista spazia a 360 gradi su tutta la Gallura ed è possibile ammirare la splendida vista panoramica della costa e delle meravigliose spiagge di Posada. In sintesi: un luogo splendido ed assolutamente da vedere... ma occhio ai limiti descritti: se non siete a posto fisicamente e non avete le scarpe adatte al seguito, potreste andare incontro a qualche difficoltà.
omaromar
Una delle fortezze medioevali meglio conservate della Sardegna, sorge nel borgo di Posada, in Baronia, nel nord-est dell’Isola, avvolto da misteri storici e leggende  Intorno al 1300 una flotta turca (o saracena) assediò Posada cercando di conquistarla per sfinimento e fame. Per ingannare gli assedianti gli abitanti del borgo fortificato, ormai stremati e non in grado di reggere la battaglia, fecero mangiare una manciata di fave, ossia ciò che rimaneva delle loro derrate alimentari, a un piccione. Prima di liberarlo in volo, lo ferirono. L’uccello cadde nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno: lo strano gonfiore fu notato e così anche l’abbondante pasto, inducendo gli arabi a sovrastimare le risorse del castello: a quel punto desistettero dall’assedio. È la leggenda da cui deriva il nome del castello della Fava, fortezza costruita dai giudici di Gallura nel XIII secolo. Il racconto leggendario non si discosta tanto dalla realtà: a partire dal XIV secolo Posada fu ‘vittima’ di incursioni dei pirati saraceni, che l’adocchiarono dal mare come un tesoro e spesso la depredarono. Non a caso, il borgo medioevale, inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, è un ‘labirinto’ di stretti vicoli e piazzette nascoste: l’architettura stessa richiama imboscate, assalti e fughe. SCOPRI DI PIÙ VISITA QUESTO POSTO PERCHÉ... La fortezza, dimora dei giudici sardi, è l’emblema delle vicende medioevali che interessarono un suggestivo borgo tra i più belli d’Italia e tra i più antichi nell’Isola FOTO E VIDEO        prev next NELLE VICINANZE DOVE SI TROVA  © OpenStreetMap contributors COME ARRIVARE Per arrivare a Posada si percorre la SS 125 fino al bivio per il paese, a 56 km da Nuoro. Il castello si raggiunge dall'abitato. Il contesto ambientale Posada sorge sulle pendici di un colle calcareo al vertice del quale si trova il torrione detto "Casteddu de sa Fae" o castello della Fava. Da qui si gode un bel panorama della piana sottostante, percorsa dal rio Posada. Del castello restano pochi ruderi. Notevole il centro storico del paese, alle pendici del colle, nel quale si conservano edifici con strutture medievali. Descrizione Collocati al confine tra il regno di Gallura e quello d'Arborea, l'abitato di Posada e il suo castello furono al centro di complesse vicende storiche. Sebbene non si abbiano dati certi sul periodo di costruzione della fortificazione, si può ipotizzare che nel XIII secolo fosse già stato eretto il castello e munito di fortificazioni il centro abitato. Posada fu sede dei sovrani di Gallura così come di Eleonora d'Arborea, ma finì nelle mani degli aragonesi intorno al 1380, per poi tornare allo schieramento isolano sotto il comando di Brancaleone Doria. Con la caduta del giudicato d'Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carròs ed elevata al rango di baronia. La particolare denominazione del castello, ''della fava'', viene da una leggenda secondo cui intorno al 1300 una flotta di Turchi sbarcò sulle coste isolane e pose sotto assedio proprio Posada nell'intento di conquistarla per fame. Nel tentativo di ingannare gli assedianti gli abitanti di Posada fecero mangiare l'ultima manciata di fave rimaste a un piccione, ferendolo leggermente. questo durante il volo cadde nell'accampamento dei Turchi, rivelando lo stomaco pieno di fave ed inducendo gli assedianti a sovrastimare le risorse alimentari degli isolani. Fu così che i Turchi, convinti di non avere nessuna speranza, tolsero l'assedio e lasciarono le coste dell'isola. Il castello di Posada, realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, si articola in una cinta muraria di forma quadrangolare non regolare all'interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata, con coronamento merlato, e una serie di cisterne. Vedi la pianta e le sezioni del monumento Storia degli studi La storia degli studi sul castello della Fava prende le mosse dalla voce ''Posada'' a cura di Vittorio Angius nel ''Dizionario'' del Casalis (1847)
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Una delle fortezze medioevali meglio conservate della Sardegna, sorge nel borgo di Posada, in Baronia, nel nord-est dell’Isola, avvolto da misteri storici e leggende  Intorno al 1300 una flotta turca (o saracena) assediò Posada cercando di conquistarla per sfinimento e fame. Per ingannare gli assedianti gli abitanti del borgo fortificato, ormai stremati e non in grado di reggere la battaglia, fecero mangiare una manciata di fave, ossia ciò che rimaneva delle loro derrate alimentari, a un piccione. Prima di liberarlo in volo, lo ferirono. L’uccello cadde nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno: lo strano gonfiore fu notato e così anche l’abbondante pasto, inducendo gli arabi a sovrastimare le risorse del castello: a quel punto desistettero dall’assedio. È la leggenda da cui deriva il nome del castello della Fava, fortezza costruita dai giudici di Gallura nel XIII secolo. Il racconto leggendario non si discosta tanto dalla realtà: a partire dal XIV secolo Posada fu ‘vittima’ di incursioni dei pirati saraceni, che l’adocchiarono dal mare come un tesoro e spesso la depredarono. Non a caso, il borgo medioevale, inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, è un ‘labirinto’ di stretti vicoli e piazzette nascoste: l’architettura stessa richiama imboscate, assalti e fughe. SCOPRI DI PIÙ VISITA QUESTO POSTO PERCHÉ... La fortezza, dimora dei giudici sardi, è l’emblema delle vicende medioevali che interessarono un suggestivo borgo tra i più belli d’Italia e tra i più antichi nell’Isola FOTO E VIDEO        prev next NELLE VICINANZE DOVE SI TROVA  © OpenStreetMap contributors COME ARRIVARE Per arrivare a Posada si percorre la SS 125 fino al bivio per il paese, a 56 km da Nuoro. Il castello si raggiunge dall'abitato. Il contesto ambientale Posada sorge sulle pendici di un colle calcareo al vertice del quale si trova il torrione detto "Casteddu de sa Fae" o castello della Fava. Da qui si gode un bel panorama della piana sottostante, percorsa dal rio Posada. Del castello restano pochi ruderi. Notevole il centro storico del paese, alle pendici del colle, nel quale si conservano edifici con strutture medievali. Descrizione Collocati al confine tra il regno di Gallura e quello d'Arborea, l'abitato di Posada e il suo castello furono al centro di complesse vicende storiche. Sebbene non si abbiano dati certi sul periodo di costruzione della fortificazione, si può ipotizzare che nel XIII secolo fosse già stato eretto il castello e munito di fortificazioni il centro abitato. Posada fu sede dei sovrani di Gallura così come di Eleonora d'Arborea, ma finì nelle mani degli aragonesi intorno al 1380, per poi tornare allo schieramento isolano sotto il comando di Brancaleone Doria. Con la caduta del giudicato d'Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carròs ed elevata al rango di baronia. La particolare denominazione del castello, ''della fava'', viene da una leggenda secondo cui intorno al 1300 una flotta di Turchi sbarcò sulle coste isolane e pose sotto assedio proprio Posada nell'intento di conquistarla per fame. Nel tentativo di ingannare gli assedianti gli abitanti di Posada fecero mangiare l'ultima manciata di fave rimaste a un piccione, ferendolo leggermente. questo durante il volo cadde nell'accampamento dei Turchi, rivelando lo stomaco pieno di fave ed inducendo gli assedianti a sovrastimare le risorse alimentari degli isolani. Fu così che i Turchi, convinti di non avere nessuna speranza, tolsero l'assedio e lasciarono le coste dell'isola. Il castello di Posada, realizzato con conci poco lavorati di pietrame misto, si articola in una cinta muraria di forma quadrangolare non regolare all'interno della quale si trovano una torre a pianta quadrata, con coronamento merlato, e una serie di cisterne. Vedi la pianta e le sezioni del monumento Storia degli studi La storia degli studi sul castello della Fava prende le mosse dalla voce ''Posada'' a cura di Vittorio Angius nel ''Dizionario'' del Casalis (1847)
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Mark Pitt

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