Teodorico, di culto ariano, decise di far convivere pacificamente i Goti di culto ariano e i latini di culto ortodosso (dove il termine "ortodosso" si riferisce ai seguaci della dottrina canonica riconosciuta dalla Chiesa e dall'Impero romano d'Oriente), mantenendo le due popolazioni separate, il che comportò la distinzione dei rispettivi quartieri e la costruzione dei rispettivi edifici di culto in città.
Vicino all'odierna via Diaz, Teodorico fece costruire una basilica per gli ariani, l'attuale chiesa dello Spirito Santo, che fu molto rimaneggiata nelle epoche seguenti, ed un battistero ad essa anticamente collegato, oggi detto "degli Ariani" per distinguerlo dal più antico battistero Neoniano "degli Ortodossi". Si tratta dell'unico battistero conosciuto ad essere stato costruito propriamente per il culto ariano in Italia.
Esternamente l'edificio presenta una subsidenza di 2.25 metri. Si presenta come una costruzione in laterizi a pianta ottagonale, con absidiole nel registro inferiore e finestre ad arco in quello superiore. Lungo il perimetro esterno correva un deambulatorio che si interrompeva soltanto in corrispondenza dell'abside rivolto ad oriente. I restauri hanno chiarito che l'edificio era parte integrante della retrostante Chiesa dello Spirito Santo.
L'interno si presenta spoglio, con la muratura a vista e privo di arredi. La presenza della vasca battesimale è ricordata oggi solo da una lastra marmorea rotonda al centro dell'edificio. La cupola è invece completamente decorata a mosaico. La superficie musiva è più piccola rispetto a quella del Battistero Neoniano e l'organizzazione decorativa meno complessa, con solo due registri circolari. Al centro si trova una rappresentazione del battesimo di Cristo con Giovanni Battista, la personificazione del fiume Giordano e la colomba dello Spirito Santo.
Nel registro più esterno si trova il trono vuoto dell'etimasia1, raffigurante una croce gemmata adagiata su un cuscino di colore viola, e la teoria di dodici santi martiri, identificati con i dodici apostoli -con l'esclusione di Giuda Iscariota e la presenza di Paolo di Tarso, l' Apostolo dei Gentili, anch'egli martire, venerato come santo già nel IV secolo (che segnò l'inizio della costruzione della basilica omonima, a Roma). I Dodici sono rappresentati nell'atto di offrire corone con le mani coperte, divisi da esili palme. Diversamente dalla croce gemmata presente nell'abside della Basilica di Sant'Apollinare in Classe[2], essa non rappresenta né il Volto di Gesù al centro, né le lettere Alfa e Omega (Α e Ω ) in corrispondenza degli estremi destro e sinistro del braccio orizzontale.
Anche la palma possedeva una simbologia legata ai Salmi, dove si dice che «come fiorirà la palma, così farà il giusto», cioè la pianta fiorisce quando sembra ormai morta, come i martiri che avranno la loro ricompensa in Paradiso. La raffigurazione è orientata per essere vista dal battezzando che stava all'interno della vasca rivolto verso l'altarolo ad oriente (oggi non più presente). Ai lati dell'etimasia ci sono gli apostoli Pietro e Paolo. Pietro, con le mani velate, in segno di rispetto secondo la tradizione orientale, offre le chiavi. Paolo porge i rotoli con le sue lettere; sul velo che gli copre le mani è rappresentato un fuso. Si tratta di un richiamo al lavoro (Seconda Lettera ai Tessalonicesi, 3.10).
Rispetto all'analoga rappresentazione nel battistero Neoniano, più antica di circa mezzo secolo, la rappresentazione è qui semplice, con figure piuttosto statiche e ripetitive nella postura e nell'aspetto, che indossano solo l'alba e i volumi appiattiti. Spicca l'affermazione dominante del fondo oro, che si stava imponendo in tutto il mondo mediterraneo come veicolo per rappresentazioni più astratte e simboliche, inondate da una luce ultraterrena. Nel Battistero Neoniano il fondo è di un blu intenso e i volti degli apostoli sono maggiormente caratterizzati e più plastici nella resa formale, elementi che rimandano...
Read moreWhile small and unassuming from the outside, the Arian Baptistery is a fascinating historical document. Its dome features a well-preserved, detailed 5th-century mosaic of the Baptism of Christ, created during the reign of the Ostrogothic King Theodoric. The artwork is noteworthy for its unique reflection of Arian beliefs, which held that Christ was subordinate to God the Father, in contrast to Orthodox doctrine. The interior walls are bare, but the dome is a testament to the complex religious landscape of Late Antiquity, offering a direct comparison with Ravenna's earlier Orthodox baptistery. Visitors should appreciate the theological nuances visible in the artwork and its survival as a rare example...
Read moreOvviamente gli ariani in questione non sono quelli del terzo Reich: si tratta degli Ostrogoti, dominatori d’Italia dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Questi professavano l’arianesimo, movimento eretico particolarmente diffuso presso i popoli germanici. Il suo fondatore, Ario, prete vissuto a cavallo tra il III e il IV secolo dell’era volgare, predicava l’inferiorità di Cristo rispetto al Dio Padre. La Chiesa, sostenitrice dell’assoluta consustanzialità delle tre Persone della Trinità, condannò le tesi di Ario con il Concilio di Nicea del 325. L’arianesimo continuò tuttavia a diffondersi fuori dai confini dell’Impero Romano, grazie alla predicazione di Ulfila presso le genti barbare. Barbaro era Teodorico, re degli Ostrogoti, che, conquistata l’Italia nel 493, decise che il suo popolo avrebbe mantenuto il culto ariano, convivendo pacificamente con i latini di fede ortodossa (cioè “retta”, riconosciuta dalla Chiesa e dall’Impero). Fece dunque costruire a Ravenna, capitale del regno, una cattedrale ariana (l’attuale Chiesa dello Spirito Santo) e il Battistero detto appunto degli Ariani, contrapposto al più antico Battistero Neoniano, detto anche degli Ortodossi. Le spoglie pareti del Battistero, di nudo laterizio, mettono in risalto l’abbagliante splendore della cupola, interamente coperta dalle tessere di un magnifico mosaico. Il tema centrale della decorazione musiva è il battesimo di Cristo nel fiume Giordano. Attorno alla scena, i Dodici Apostoli (tra i quali Paolo di Tarso sostituisce Giuda Iscariota) e un trono vuoto, a simboleggiare la futura seconda venuta di Cristo. Un lucente fondo oro avvolge in maniera ultraterrena le figure raffigurante. Il Battistero degli Ariani, sia come testimonianza di un importante capitolo della nostra storia alto-medievale, sia come opera d’arte pregna di significati religiosi, è senz’altro una tappa da non perdere per chi vuole immergersi nelle...
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