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Anfiteatro Campano — Attraction in Santa Maria Capua Vetere

Name
Anfiteatro Campano
Description
Nearby attractions
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L'Arena B&B
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B&B Silvia
Via Galatina, vico 3° nr 5, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
B&B Anfiteatro Campano
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Via Giorgio Perlasca, N°6/edificio B, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
Luxury Bed & Breakfast Attico
Viale del Consiglio D'Europa, 47, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
B&B Mariella's House
Corso Ugo De Carolis, 39, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
Gli Appartamenti della Villa - Casa Vacanze
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B&B L'Altro Anfiteatro
Via Anfiteatro, 59, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
B&B Vico Mitreo 2
Vico Mitreo, 2, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
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Anfiteatro Campano
ItalyCampaniaSanta Maria Capua VetereAnfiteatro Campano

Basic Info

Anfiteatro Campano

Piazza Adriano, 81055 Santa Maria Capua Vetere CE, Italy
4.5(1.5K)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

Cultural
Outdoor
Accessibility
attractions: Stadio Mario Piccirillo, Teatro Garibaldi, restaurants: Amico Bio Spartacus Arena, Much More Pub, Matuta Vini & Burger, Il trace restaurant, Vittorino Osteria Contemporanea, Gustó, Il Monello Lounge Cafè & Restaurant, Voglie Matte, Fofò, Old Wild West - Santa Maria Capua Vetere
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Reviews of Anfiteatro Campano

4.5
(1,524)
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5.0
17w

Ho avuto di recente il piacere di visitare l'Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere e devo dire che l'esperienza ha superato ogni mia aspettativa. Si tratta di un luogo che respira storia, un'immersione profonda nel passato dell'antica Roma. Un viaggio nella storia dei gladiatori Ciò che rende questo anfiteatro così speciale è la sua magnificenza e la storia che vi si cela. Sebbene oggi sia spesso messo in ombra dal più celebre Colosseo, è importante ricordare che un tempo questo era il secondo anfiteatro più grande dell'impero romano. Si narra addirittura che la scuola dei gladiatori di Capua fosse la più famosa e che da qui sia partita la rivolta di Spartaco. Camminare tra le rovine e immaginare gli spettacoli, i ruggiti della folla e i combattimenti dei gladiatori è un'emozione incredibile. L'atmosfera è carica di un'energia speciale che ti fa sentire parte di quel mondo antico. Lo stato di conservazione e la bellezza dei sotterranei Nonostante il passare dei secoli e le spoliazioni subite, l'anfiteatro ha conservato una parte significativa della sua struttura originale. Le arcate in tufo e travertino sono imponenti e resistono al tempo, ma il vero tesoro si trova sotto terra. I sotterranei sono eccezionalmente ben conservati e rappresentano il vero punto di forza della visita. Si ha l'opportunità di camminare attraverso i cunicoli dove venivano tenute le belve feroci e i gladiatori prima di entrare nell'arena. Le celle, i passaggi e i meccanismi per le scenografie sono ancora visibili, offrendo uno spaccato autentico e dettagliato di come funzionava la "macchina" dello spettacolo romano. È un'esperienza quasi claustrofobica ma allo stesso tempo affascinante, che ti connette in modo intimo con la realtà di quel tempo. L'importanza del Museo dei Gladiatori La visita non si limita all'anfiteatro stesso. A pochi passi si trova il Museo dei Gladiatori, un'aggiunta essenziale per comprendere a fondo il contesto. All'interno si possono ammirare ricostruzioni in scala, reperti archeologici e pannelli informativi che spiegano la vita dei gladiatori, le loro armi e le diverse tipologie di combattimento. Il museo arricchisce notevolmente l'esperienza, offrendo la giusta contestualizzazione storica e rendendo ancora più vivido ciò che si è visto nell'anfiteatro. Conclusione: un'esperienza indimenticabile In sintesi, l'Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere è una meta imperdibile per chiunque sia appassionato di storia romana. È un luogo meno affollato del Colosseo ma non per questo meno affascinante. L'opportunità di esplorare i sotterranei in così buono stato di conservazione è un'occasione rara e preziosa. L'ho trovato un luogo di grande bellezza, ricco di storia e fascino, capace di trasportare il visitatore indietro nel tempo. Se siete in zona, dedicate un paio d'ore a questa meraviglia: non ve...

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3.0
6y

C’è stato un tempo in cui l’antica Capua (oggi Santa Maria C.V.) si presentava come una delle città più importanti di tutto l’Impero romano. Tanto importante che Cicerone la paragonava a Cartagine o Corinto, definendola addirittura alter Roma, ovvero l’altra Roma. E per celebrare tale grandezza, com’era di consueto all’epoca, l’imperatore Augusto ordinò la costruzione di un anfiteatro. Era il I secolo a.C. e quella fu, probabilmente, la prima arena romana. Non possiamo infatti affermarlo con certezza in quanto, ancora oggi, gli storici dibattono sul periodo: secondo alcune fonti l’anfiteatro Campano venne ultimato alla fine del I secolo a.C. e non a metà. Se così fosse il più antico sarebbe quello di Pompei, inaugurato nel 70 a.C. Discussioni a parte, la cosa certa è che a metterci mano non fu solo Augusto, ma anche Adriano e Antonino Pio. Essi ristrutturarono ed abbellirono l’intero complesso con numerose statue, colonne e decorazioni varie. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 155 d.C. anche se, come raccontato in precedenza, veniva utilizzato già da oltre un secolo. Purtroppo gran parte delle informazioni a noi giunte sono poche e frammentate. Le uniche certezze sono rappresentate da un’epigrafe rinvenuta nel 1726 durante alcuni scavi. Da questa è stato possibile ricostruire parte della storia, ma ancora oggi ci sono numerosi quesiti irrisolti. Nel suo periodo di massimo splendore, l’anfiteatro Campano era in grado di ospitare oltre 40mila spettatori. Essi venivano disposti su tre ordini di arcate così distinte: nella gradinata superiore i comuni cittadini; i nobili nella seconda; i senatori, principi e cavalieri in quella più bassa. C’era anche una sezione dedicata alle sole donne: la cathedra. Il tutto intervallato dai vomitori, ovvero gli ingressi ed uscite degli spalti. Ogni corridoio era decorato con affreschi raffiguranti animali, scene di sacrifici e alcuni atti di Ercole. I sotterranei invece erano un vero e proprio labirinto di cunicoli. Ognuno di essi conduceva nel cuore dell’arena. In questo modo era possibile inscenare ingressi improvvisi, regalando colpi di scena spettacolari. Gran parte delle opere dell’anfiteatro, tuttavia, sono state preda di vari saccheggi nel corso dei secoli. Dopo la caduta di Roma e le invasioni barbariche, l’intera area venne trasformata in una vera e propria cava per recuperare materiale da costruzione. Un piccolo castello longobardo, sito nei pressi di Capua, venne realizzato quasi interamente con il marmo dell’arena. Questo andò avanti per oltre mille anni, fino all’arrivo dei Borbone. La nuova reggenza del Sud Italia decretò infatti l’intero sito come monumento di interesse nazionale, inaugurando così una fase di riqualificazione dell’anfiteatro con il finanziamento degli scavi e la messa in sicurezza...

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32w

L'Anfiteatro Campano, situato a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è un'imponente testimonianza dell'antica grandezza romana. Ecco alcune notizie e curiosità su questo sito storico di notevole importanza: Costruito tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C., durante l'età Flavia, l'anfiteatro seguì il modello del Colosseo di Roma. Sorse per sostituire una precedente arena repubblicana, tristemente nota per essere stata il luogo da cui ebbe inizio la rivolta di Spartaco nel 73 a.C. L'imperatore Adriano lo restaurò e lo arricchì con colonne e statue, mentre fu inaugurato da Antonino Pio, come testimonia un'iscrizione del 1726. Con una capacità stimata di circa 60.000 spettatori, era il secondo anfiteatro più grande del mondo romano, superato solo dal Colosseo. Importanza e Caratteristiche: L'anfiteatro era parte di un complesso che comprendeva anche una scuola di gladiatori, la più importante del mondo romano insieme a quelle di Roma e Pompei. Proprio da questa scuola ebbe origine la rivolta di Spartaco. La sua costruzione contribuì alla rinascita culturale e sportiva di Capua, rendendola un centro significativo dell'Impero Romano. Presentava una struttura con quattro ordini di spalti (ima, media e summa cavea, attico), accessibili tramite scale interne ed esterne collegate a gallerie interne in opus latericium. La facciata era caratterizzata da 80 arcate in travertino, con le chiavi d'arco ornate da busti di divinità. Alcuni di questi resti sono oggi visibili nel Museo Campano di Capua e nel Museo Archeologico dell'Antica Capua. Nei sotterranei si trovavano i meccanismi per sollevare scenografie e animali nell'arena. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, fu danneggiato dai Vandali e successivamente utilizzato come fortezza dai principi longobardi di Capua. A partire dal IX secolo, subì un saccheggio, con le sue pietre riutilizzate per la costruzione della nuova città di Capua. Solo in epoca borbonica la distruzione cessò, quando fu dichiarato monumento nazionale. Oggi è possibile visitare il perimetro esterno, i resti della decorazione delle arcate, i sotterranei e l'area dell'arena. L'Anfiteatro Campano fu il primo anfiteatro del mondo romano e servì da modello per la costruzione del Colosseo. Nelle sue vicinanze sorgeva la celebre scuola di gladiatori da cui si ribellò Spartaco nel 73 a.C. Si pensa che la pavimentazione circostante l'arena sia stata realizzata successivamente al completamento dell'anfiteatro. L'Anfiteatro Campano rappresenta una tappa fondamentale per chiunque voglia comprendere la grandezza e la complessità del mondo romano e il suo impatto sul...

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Andrea ChiarielloAndrea Chiariello
C’è stato un tempo in cui l’antica Capua (oggi Santa Maria C.V.) si presentava come una delle città più importanti di tutto l’Impero romano. Tanto importante che Cicerone la paragonava a Cartagine o Corinto, definendola addirittura alter Roma, ovvero l’altra Roma. E per celebrare tale grandezza, com’era di consueto all’epoca, l’imperatore Augusto ordinò la costruzione di un anfiteatro. Era il I secolo a.C. e quella fu, probabilmente, la prima arena romana. Non possiamo infatti affermarlo con certezza in quanto, ancora oggi, gli storici dibattono sul periodo: secondo alcune fonti l’anfiteatro Campano venne ultimato alla fine del I secolo a.C. e non a metà. Se così fosse il più antico sarebbe quello di Pompei, inaugurato nel 70 a.C. Discussioni a parte, la cosa certa è che a metterci mano non fu solo Augusto, ma anche Adriano e Antonino Pio. Essi ristrutturarono ed abbellirono l’intero complesso con numerose statue, colonne e decorazioni varie. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 155 d.C. anche se, come raccontato in precedenza, veniva utilizzato già da oltre un secolo. Purtroppo gran parte delle informazioni a noi giunte sono poche e frammentate. Le uniche certezze sono rappresentate da un’epigrafe rinvenuta nel 1726 durante alcuni scavi. Da questa è stato possibile ricostruire parte della storia, ma ancora oggi ci sono numerosi quesiti irrisolti. Nel suo periodo di massimo splendore, l’anfiteatro Campano era in grado di ospitare oltre 40mila spettatori. Essi venivano disposti su tre ordini di arcate così distinte: nella gradinata superiore i comuni cittadini; i nobili nella seconda; i senatori, principi e cavalieri in quella più bassa. C’era anche una sezione dedicata alle sole donne: la cathedra. Il tutto intervallato dai vomitori, ovvero gli ingressi ed uscite degli spalti. Ogni corridoio era decorato con affreschi raffiguranti animali, scene di sacrifici e alcuni atti di Ercole. I sotterranei invece erano un vero e proprio labirinto di cunicoli. Ognuno di essi conduceva nel cuore dell’arena. In questo modo era possibile inscenare ingressi improvvisi, regalando colpi di scena spettacolari. Gran parte delle opere dell’anfiteatro, tuttavia, sono state preda di vari saccheggi nel corso dei secoli. Dopo la caduta di Roma e le invasioni barbariche, l’intera area venne trasformata in una vera e propria cava per recuperare materiale da costruzione. Un piccolo castello longobardo, sito nei pressi di Capua, venne realizzato quasi interamente con il marmo dell’arena. Questo andò avanti per oltre mille anni, fino all’arrivo dei Borbone. La nuova reggenza del Sud Italia decretò infatti l’intero sito come monumento di interesse nazionale, inaugurando così una fase di riqualificazione dell’anfiteatro con il finanziamento degli scavi e la messa in sicurezza delle opere.
Ciro SessaCiro Sessa
L'Anfiteatro Campano, situato a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è un'imponente testimonianza dell'antica grandezza romana. Ecco alcune notizie e curiosità su questo sito storico di notevole importanza: Costruito tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C., durante l'età Flavia, l'anfiteatro seguì il modello del Colosseo di Roma. Sorse per sostituire una precedente arena repubblicana, tristemente nota per essere stata il luogo da cui ebbe inizio la rivolta di Spartaco nel 73 a.C. L'imperatore Adriano lo restaurò e lo arricchì con colonne e statue, mentre fu inaugurato da Antonino Pio, come testimonia un'iscrizione del 1726. Con una capacità stimata di circa 60.000 spettatori, era il secondo anfiteatro più grande del mondo romano, superato solo dal Colosseo. Importanza e Caratteristiche: L'anfiteatro era parte di un complesso che comprendeva anche una scuola di gladiatori, la più importante del mondo romano insieme a quelle di Roma e Pompei. Proprio da questa scuola ebbe origine la rivolta di Spartaco. La sua costruzione contribuì alla rinascita culturale e sportiva di Capua, rendendola un centro significativo dell'Impero Romano. Presentava una struttura con quattro ordini di spalti (ima, media e summa cavea, attico), accessibili tramite scale interne ed esterne collegate a gallerie interne in opus latericium. La facciata era caratterizzata da 80 arcate in travertino, con le chiavi d'arco ornate da busti di divinità. Alcuni di questi resti sono oggi visibili nel Museo Campano di Capua e nel Museo Archeologico dell'Antica Capua. Nei sotterranei si trovavano i meccanismi per sollevare scenografie e animali nell'arena. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, fu danneggiato dai Vandali e successivamente utilizzato come fortezza dai principi longobardi di Capua. A partire dal IX secolo, subì un saccheggio, con le sue pietre riutilizzate per la costruzione della nuova città di Capua. Solo in epoca borbonica la distruzione cessò, quando fu dichiarato monumento nazionale. Oggi è possibile visitare il perimetro esterno, i resti della decorazione delle arcate, i sotterranei e l'area dell'arena. L'Anfiteatro Campano fu il primo anfiteatro del mondo romano e servì da modello per la costruzione del Colosseo. Nelle sue vicinanze sorgeva la celebre scuola di gladiatori da cui si ribellò Spartaco nel 73 a.C. Si pensa che la pavimentazione circostante l'arena sia stata realizzata successivamente al completamento dell'anfiteatro. L'Anfiteatro Campano rappresenta una tappa fondamentale per chiunque voglia comprendere la grandezza e la complessità del mondo romano e il suo impatto sul territorio campano.
ZachZach
One of the most interesting sites in Italy, replete with history, only €2.50 to enter and often practically empty of people. This is the second-largest amphitheater in Italy (the Colosseum in Rome is larger), and there is some evidence that this is the FIRST and oldest of all known Roman amphitheaters. This is the site of the first Roman gladiator school and also the place where Spartacus began his famous “slave revolt” against the Roman Republic. The site also allows access to the “basement” of the amphitheater, which is very interesting and expansive. 4 stars because the “museum” on site is two small rooms with a few artifacts on display, and the only information available is very limited and in Italian only.
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C’è stato un tempo in cui l’antica Capua (oggi Santa Maria C.V.) si presentava come una delle città più importanti di tutto l’Impero romano. Tanto importante che Cicerone la paragonava a Cartagine o Corinto, definendola addirittura alter Roma, ovvero l’altra Roma. E per celebrare tale grandezza, com’era di consueto all’epoca, l’imperatore Augusto ordinò la costruzione di un anfiteatro. Era il I secolo a.C. e quella fu, probabilmente, la prima arena romana. Non possiamo infatti affermarlo con certezza in quanto, ancora oggi, gli storici dibattono sul periodo: secondo alcune fonti l’anfiteatro Campano venne ultimato alla fine del I secolo a.C. e non a metà. Se così fosse il più antico sarebbe quello di Pompei, inaugurato nel 70 a.C. Discussioni a parte, la cosa certa è che a metterci mano non fu solo Augusto, ma anche Adriano e Antonino Pio. Essi ristrutturarono ed abbellirono l’intero complesso con numerose statue, colonne e decorazioni varie. L’inaugurazione ufficiale avvenne nel 155 d.C. anche se, come raccontato in precedenza, veniva utilizzato già da oltre un secolo. Purtroppo gran parte delle informazioni a noi giunte sono poche e frammentate. Le uniche certezze sono rappresentate da un’epigrafe rinvenuta nel 1726 durante alcuni scavi. Da questa è stato possibile ricostruire parte della storia, ma ancora oggi ci sono numerosi quesiti irrisolti. Nel suo periodo di massimo splendore, l’anfiteatro Campano era in grado di ospitare oltre 40mila spettatori. Essi venivano disposti su tre ordini di arcate così distinte: nella gradinata superiore i comuni cittadini; i nobili nella seconda; i senatori, principi e cavalieri in quella più bassa. C’era anche una sezione dedicata alle sole donne: la cathedra. Il tutto intervallato dai vomitori, ovvero gli ingressi ed uscite degli spalti. Ogni corridoio era decorato con affreschi raffiguranti animali, scene di sacrifici e alcuni atti di Ercole. I sotterranei invece erano un vero e proprio labirinto di cunicoli. Ognuno di essi conduceva nel cuore dell’arena. In questo modo era possibile inscenare ingressi improvvisi, regalando colpi di scena spettacolari. Gran parte delle opere dell’anfiteatro, tuttavia, sono state preda di vari saccheggi nel corso dei secoli. Dopo la caduta di Roma e le invasioni barbariche, l’intera area venne trasformata in una vera e propria cava per recuperare materiale da costruzione. Un piccolo castello longobardo, sito nei pressi di Capua, venne realizzato quasi interamente con il marmo dell’arena. Questo andò avanti per oltre mille anni, fino all’arrivo dei Borbone. La nuova reggenza del Sud Italia decretò infatti l’intero sito come monumento di interesse nazionale, inaugurando così una fase di riqualificazione dell’anfiteatro con il finanziamento degli scavi e la messa in sicurezza delle opere.
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L'Anfiteatro Campano, situato a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, è un'imponente testimonianza dell'antica grandezza romana. Ecco alcune notizie e curiosità su questo sito storico di notevole importanza: Costruito tra la fine del I e l'inizio del II secolo d.C., durante l'età Flavia, l'anfiteatro seguì il modello del Colosseo di Roma. Sorse per sostituire una precedente arena repubblicana, tristemente nota per essere stata il luogo da cui ebbe inizio la rivolta di Spartaco nel 73 a.C. L'imperatore Adriano lo restaurò e lo arricchì con colonne e statue, mentre fu inaugurato da Antonino Pio, come testimonia un'iscrizione del 1726. Con una capacità stimata di circa 60.000 spettatori, era il secondo anfiteatro più grande del mondo romano, superato solo dal Colosseo. Importanza e Caratteristiche: L'anfiteatro era parte di un complesso che comprendeva anche una scuola di gladiatori, la più importante del mondo romano insieme a quelle di Roma e Pompei. Proprio da questa scuola ebbe origine la rivolta di Spartaco. La sua costruzione contribuì alla rinascita culturale e sportiva di Capua, rendendola un centro significativo dell'Impero Romano. Presentava una struttura con quattro ordini di spalti (ima, media e summa cavea, attico), accessibili tramite scale interne ed esterne collegate a gallerie interne in opus latericium. La facciata era caratterizzata da 80 arcate in travertino, con le chiavi d'arco ornate da busti di divinità. Alcuni di questi resti sono oggi visibili nel Museo Campano di Capua e nel Museo Archeologico dell'Antica Capua. Nei sotterranei si trovavano i meccanismi per sollevare scenografie e animali nell'arena. Dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, fu danneggiato dai Vandali e successivamente utilizzato come fortezza dai principi longobardi di Capua. A partire dal IX secolo, subì un saccheggio, con le sue pietre riutilizzate per la costruzione della nuova città di Capua. Solo in epoca borbonica la distruzione cessò, quando fu dichiarato monumento nazionale. Oggi è possibile visitare il perimetro esterno, i resti della decorazione delle arcate, i sotterranei e l'area dell'arena. L'Anfiteatro Campano fu il primo anfiteatro del mondo romano e servì da modello per la costruzione del Colosseo. Nelle sue vicinanze sorgeva la celebre scuola di gladiatori da cui si ribellò Spartaco nel 73 a.C. Si pensa che la pavimentazione circostante l'arena sia stata realizzata successivamente al completamento dell'anfiteatro. L'Anfiteatro Campano rappresenta una tappa fondamentale per chiunque voglia comprendere la grandezza e la complessità del mondo romano e il suo impatto sul territorio campano.
Ciro Sessa

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One of the most interesting sites in Italy, replete with history, only €2.50 to enter and often practically empty of people. This is the second-largest amphitheater in Italy (the Colosseum in Rome is larger), and there is some evidence that this is the FIRST and oldest of all known Roman amphitheaters. This is the site of the first Roman gladiator school and also the place where Spartacus began his famous “slave revolt” against the Roman Republic. The site also allows access to the “basement” of the amphitheater, which is very interesting and expansive. 4 stars because the “museum” on site is two small rooms with a few artifacts on display, and the only information available is very limited and in Italian only.
Zach

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