Involtini: delicatissimi, la sola pressione delle dita esercitata al fine di disegnare un'itinerario che parta dal piatto per giungere alla bocca si rivela sufficiente a far si che questi rilascino litri dell'olio di rifrittura di cui sono clamorosamente pregni. Spaghetti saltati: in barba all'opulenza barocca da Nouvelle cuisine il cuoco ci sorprende con un minimalismo di ingredienti sapientemente scelti: letteralmente tagliatelle con carote e glutammato. Maiale caramellato: boh, carne in brodo. La vera nota d'eccellenza tutta, però, riguarda la solerzia del personale: inesistente. Una coppia che più scazzata dal lavoro non la si potrebbe immaginare, praticamente dei redivivi Marx ed Engels: le pietanze rigorosamente già pronte ed esposte al banco da non so quanti giorni vengono all'evenienza scaldate nel forno a microonde e da questi schiaffate nel piatto in totale spregio alla vile patina pubblicistica propria di quella pratica intrinsecamente liberale altrimenti nota come "impiattamento". emblematici in ciò gli spaghetti, serviti in una ciotola rotonda ancora tutti ammassati in una colla di forma rettangolare, calco della vaschetta in cui erano precedentemente riposti. Come non leggere in ciò una propaganda portata avanti coi fatti? Il rifiuto di un adesione formale all'ideologia della fine della storia. La massa degli spaghetti non simboleggia d'altronde un'altra "massa", cioè quella proletaria? L'amidosa compattezza di questi non richiama forse quell'unità e quella forza possibili nel collettivo disvelamento della coscienza di classe di Lukacsiana memoria? E che dire infine, di questi Bonnie e Clyde del socialismo, che non appena finito di consumare la nostra pietanza ci intimano fermamente di sparecchiarci da noi la tavola? Ecco qua lo Zietgaist dell'epoca: le classi subalterne, ormai insofferenti alle ingerenze padronali, non sono più disposte a piegarsi a qual si voglia forma di servilismo. In ultimo, nota di colore inerente alla location: un'anonima vietta di un quartiere bene, abbastanza prossimo al centro, di un'insipida e grigia città della Savoia. Eppure, ne son testimone, proprio qui, proprio oggi, tra la camera del commercio ed un ristorantino macchiettisricamente italiano, un uomo, in un orario preposto nella laica liturgia del consumo all'aperitivo della propria morte, forse ispirato dalla prossimità all'avanguardia Vietnamita, ha fatto tremare quei burocrati urbanisti epigoni di le Corbusier che tanto intensamente sognano spazi urbani che vengano attraversati senza lasciar traccia. Ed è a questa maniera, a loro cagione, che oggi un uomo ci ha rammentato che è con spontaneità che le situazioni e le rivoluzioni prendono forma: autonomamente,per partenogenesi e poesia, sfuggendo a preconizzazioni e pianificazioni di sorta. Ed è a questa maniera che oggi un Napoleone autoincoronatosi imperatore di sé stesso, in quella parentesi di dieci minuti che abbiamo dedicato al nostro desinare, ci ha completamento distrutto il vetro del finestrino della macchina in un ispirato tentativo di furto. La speranza è fulgida e permane: che si abbia noi assistito al principio della fine di questa società agonizzante? Che un giorno i libri di storia racconteranno di questo 17 agosto a Grenoble come dell'epicentro della rivoluzione che verrà? Nel dubbio, corri Maranza non ti voltare, il mondo nuovo è già...
Read moreReally good and affordable food! I really recommend the Bobun Végétarien and the Porc au Caramel, those are delicious!
Personally, it is my favorite 'fast food' place in the Center of Grenoble.
Their attention time is quite quick for both eating there...
Read moreI came here for lunch today and was so impressed. Real authentic Vietnamese food😊 As a huge eater its rare that I can't finish a meal but I struggled as the portion sizes are enormous and super price as well. So delicious!! Staff...
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