🍕 PAROLA D’ORDINE: LEGGEREZZA 🍕
Un po’ di storia: La prima pizzeria Alice apre nel 1990 a Via delle Grazie, nella zona di San Pietro, nel pieno centro di Roma. Qui lavora Domenico Giovannini che, grazie alla sua passione e alla sua capacità imprenditoriale, dà il via a un progetto che negli anni riesce a diventare un vero esempio di successo nel mondo della pizza. Dalla prima pizzeria infatti, ne seguono subito tante altre, ispirate alle stesse tecniche e ricette, che aprono in diversi quartieri della città.
Il 12 novembre del 2002 viene ufficialmente registrato il marchio, un momento di svolta che permette ad Alice di diventare più riconoscibile. Nel 2012 apre la prima pizzeria Alice in franchising. Il 2013 invece è l’anno della fondazione dell’Accademia della Pizza, la scuola dedicata alla formazione dei futuri pizzaioli del gruppo. Nello stesso anno, apre la prima pizzeria Alice fuori dal Lazio, in Emilia Romagna. Nel 2017 Alice vola oltre oceano e festeggia la prima pizzeria negli Stati Uniti, precisamente a Philadelphia.
Di anno in anno, la crescita di Alice diventa sempre più veloce e la pizza al taglio conquista tantissime città italiane, da Milano a Cagliari, da Torino a Genova. Al punto che, nel 2019, l’azienda vede l’ingresso di un fondo di investimento italiano, IDeA Taste of Italy, che progetta uno sviluppo ancora più grande. L’obiettivo in tutti questi anni rimane però sempre lo stesso: far conoscere la pizza al taglio in tutta Italia e, magari, anche nel resto del mondo.
Cosa rende Alice così speciale? Se chiedete a qualcuno cosa apprezza di Alice, nel 90% dei casi risponderà: la leggerezza. Il segreto di questo piccolo ma grande successo è nella ricetta dell’impasto, rimasta invariata per quasi 30 anni e caratterizzata da una quantità di lievito davvero molto ridotta. Per preparare la pizza infatti, vengono utilizzati circa 2,5 g di lievito per ogni kg di impasto. Questo significa che con un dadino di lievito di birra da 25 g, che generalmente veniva utilizzato in casa per fare 1 o 2 kg di impasto, Alice Pizza ne realizza circa 10 kg. Per ottenere un risultato così ricco di ossigeno e di conseguenza molto digeribile, l’impasto lievita lentamente per almeno 24 ore a temperatura controllata. Un procedimento molto simile a quello del pane artigianale. Poi viene lavorato a mano e steso delicatamente in teglia. Infine viene farcito e cotto ad alte temperature per diversi minuti nel forno elettrico. Le tempistiche variano dalla teglia alla pala e di condimento in condimento.
Detto ciò, ho avuto modo di provare la famigerata pizza Alice nel centro commerciale Milanofiori. Preferisco di gran lunga la pizza romana rispetto a quella napoletana, quindi ero abbastanza sicuro di un riscontro positivo. Devo ammettere che le pizze che ho provato erano veramente leggere e facili da digerire, proprio come viene vantato. Non ho tuttavia apprezzato in modo particolare la versione alle patate, in quanto fin troppo fine e croccante. E cotta, direi (come potete vedere dalle fotografie allegate era abbastanza carbonizzata). Inoltre, i prezzi delle pizze Alice sono, a mio avviso, un po’ alti, anche se potenzialmente giustificati dalla qualità dell’impasto e degli ingredienti.
Consiglio Alice a chi ama la pizza sottile, sottilissima e...
Read moreIo la pizza, non la ho trovata un un gran che.. Per di più mi è stata servita scaldata troppo poco, il servizio è un po' frettoloso e ci può anche stare all'ora di pranzo nella piazzetta del cibo in un grande centro commerciale), è un po' superficiale. Ho pagato con la carta, il terminale non mi è stato mostrato il display prima, non mi è stato consegnato lo scontrino.. Piccolezze, certo, ma... A mio parere dovrebbero esserci delle porzioni standard, questa cosa del "quanta ne vuole?" e poi del prezzo a peso genera un po' di empasse e confusione a chi non è cliente abituale. E poi, in sostanza, è un po' cara, per quel che ho mangiato. Magari la riproverò, ma di certo non entrerò appositamente nel centro commerciale per questo...
Read moreSono stata servita dalla ragazza più maleducata mai vista prima. Non mi ha chiesto in che dimensione dovesse tagliarmi la fetta, ne ha tagliato un pezzo enorme andando velocemente alla bilancia, si è scocciata quando le ho detto che era troppo grossa, alla mia domanda su che formaggio fosse quello sulla pizza era palesemente innervosita, e dopo un secondo pezzo pesato ha chiuso immediatamente la scatola senza chiedere se volessi altro, l'ha quasi sbattuta sul tavolo e mi ha detto il prezzo. Ho sentito anche che sussurava parole poco gentili su di me alla collega. Lavoro anche io a contatto con i clienti, e per una cosa così sarei stata...
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