Siamo arrivati ad Oropa quest’oggi con una temperatura di 1-2 gradi per far giocare con la neve i nostri bambini ed avevamo prenotato in questo ristorante per le 13. Arrivati al tavolo assegnato, nella seconda sala ho notato la cosa strana: cioè la presenza di altri commensali in due tavoli diversi tutti imbacucccati come se stessero mangiando fuori… anche gli altri con bambini. I bambini erano vestiti di tutto punto come se stessero ancora giocando con la neve (vale a dire para-orecchie indossato e cappellino di lana). Dopo qualche minuto seduti al tavolo abbiamo capito il perché!!! Faceva un freddo bestiale per essere in un ristorante! Anche noi con la presenza di bambini abbiamo chiesto se avessero potuto accendere un termoconvettore presente nella sala: alla nostra richiesta ci è stato risposto che non funzionava (risultava ad occhio nudo con la spina staccata). Per essere precisi nella sala è presente una stufa ma la parte che riscalda era rivolta nell’altra sala, quella precedente, e quindi immaginate quanto caldo potesse mandare nella sala dove eravamo noi. La signora che ci ha servito ci ha aiutato a spostare il tavolo un pochino per far sì che qualcosa potesse arrivarci anche a noi del caldo emanato dal retro della stufa. La situazione non si è risolta è qui viene il bello. All’ennesimo nostro lamento sulla temperatura di questa sala con l’unico cameriere presente, lo stesso ci ha rivolto questa affermazione: “… anche fuori fa freddo!”. In più rincarando la dose ci ha detto in aggiunta: “… per me potete anche andare via!!!” Per quanto mi riguarda non entrerò mai più in questo ristorante e sicuramente non lo consiglio. Dal punto di vista commerciale sarebbe meglio fare un corso a questa persona per saper trattare con i clienti… certamente se si permette ad un dipendente di trattare un cliente in questa maniera non ci si può aspettare tanto dalla stessa proprietà. Peccato che non ci sia la possibilità di...
Read moreEravamo già venuti qui a Cena e ci siamo ritornati.. ma non abbiamo mangiato come la volta scorsa e nemmeno come quella precedente.. Non c'erano diversi piatti del menù e alla fine abbiamo dovuto mangiare ciò che gli era rimasto.. e questo all'inizio della serata.. hanno portato tre piccoli assaggini , formaggio lavorato, insalata russa e una fettina di lingua . La polenta purtroppo non era la polenta concia di Oropa, non c'era il burro nocciolato , ma solo del burro fuso e non c'era la toma giovane ma quello che hanno messo loro.. sapeva anche un pó di gongorzola.. un altro primo disponibile era alla fine della pasta al ragù , che onestamente mangiamo già a casa nostra.. di secondo era rimasto solo un arrosto bollito con un pó di sugo di carne anemico sopra (non il ragù .. il sugo di carne è una salsa fatta con farina ossa animali, verdure, brodo e vino lasciato cuocere anche 2 ore.. ma non era fatto così.. ) accompagnato da un pochino di fagiolini solo bolliti , si salvava un pó il dolce e il servizio.. Capisco che sia periodo di pellegrini, ma non è un motivo per trasformare un ristorante in una mensa.. Se hanno un cuoco qualificato.. é giunto il momento che cambi modo di lavorare.. e che torni ad amare il suo lavoro , perché i pellegrini non ci sono per sempre... e le voci girano in fretta... e non è che visto che il menù era ridotto e posticcio almeno ci abbiano fatto uno sconto.. assolutamente no.. Il servizio è stato il solito , buono, fatto da due cameriere veloci e gentili , l'ambiente è quello di sempre e che fa piacere trovare invariato. Speriamo che sia stata solo una serata storta , dovuta ad un pranzo lungo e...
Read moreSituato proprio nei pressi del Santuario di Oropa, Ai Tre Arc offre una location carina con tavoli sia all'aperto che all’interno: ideale per una sosta pranzo dopo la visita.
Per quanto riguarda il menù, è presente un menù fisso (€ 20‑30): comprende antipasto tipico, primo (di solito polenta concia o classica), secondo con contorno, acqua e caffè. Le porzioni sono abbondanti, e spesso basta il piatto unico o il piatto misto (porzione di polenta + bocconcini di carne con funghi) per uscirne soddisfatti senza esagerare.
I protagonisti: polenta e piatti biellesi Polenta classica: saporita, con una buona consistenza medio‑morbida. Polenta concia: arricchita con toma locale.
Consiglio il piatto misto se vuoi assaggiare anche carne e funghi senza sentirti sopraffatto dalle quantità.
Nota personale: la polenta, pur saporita, era leggermente grumosa in alcuni punti – nulla che ne comprometta il sapore, ma si distingue dalla crema uniforme che ci si aspetta nella versione ideale.
Dolci fatti in casa: Lo strudel di mele e la crostata di albicocca meritano davvero una prova: buon equilibrio tra dolcezza e consistenza della pasta. Anche il semifreddo al mirto ha un suo perché — piacevolmente aromatico senza appesantire.
Servizio e qualità‑prezzo: Personale cordiale, attento e generalmente efficiente. Nonostante l’afflusso turistico nei weekend, il servizio resta sostenibile, con tempi di attesa nella media. Il rapporto qualità‑prezzo risulta...
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