Golem di carne al Dixan
Fuori, Roma scivola lenta, nella quiete di una giornata plumbea. L’osteria si presenta curata e calda e il proprietario si avvicina al tavolo con un sorriso largo: prende le ordinazioni. La tartare si presenta rossa, tagliata fine, un golem di carne con abbondanti scaglie di tartufo. Peccato per quel netto sapore di Dixan. Il tartufo sapeva di capsula per lavatrice. Chiamiamo il proprietario, che gentilmente ci fa rifare la tartare senza tartufo, e aggiunge “no guardate, ora aprirò un tartufo frettolosamente e questo vi proverà che è buonissimo”. Non era buonissimo, anche il tartufo aperto sapeva di Dixan power caps classico: il detersivo in capsule che ha una potente azione smacchiante grazie alla tecnologia Pulito Profondo.
Le costolette di maiale arrivano subito dopo, adagiate su un letto verde di agretti. Fredde. Il grasso della carne freddo mi ricorda l’abbraccio di mia madre anaffettiva. Lo prendi perchè ormai sei lì e non hai le forze di lamentarti ancora. Ingolli, ma a quel punto lo sai che sei stato un incidente. Bei tempi.
E infine, il tiramisù. Appare sul tavolo con la pesantezza delle cose inevitabili: la crema gialla liquida che si insinua tra i savoiardi imbevuti di caffè, duri e stoici come il travertino dell’acquedotto Claudio. Quanto può essere duro un savoiardo? Maledetto, ostinato, savoiardo. Riponevamo in te le aspettative salvifiche di un pranzo fallimentare. Forse aspettative eccessive per un solo, piccolo, savoiardo? Ma io che ne so, vatti in terapia, vedi te.
Il proprietario si appoggia alla cassa, osserva la sala con aria soddisfatta. Sa che i clienti torneranno. Perché in questa luce, in questo cibo, c’è Roma. Quella vera, che esiste ancora.
Tutto bene ragazzi? Sì. Falsi.
Scritto da iPhone sulla tazza del cesso.
Ci è stato applicato uno sconto, ma ora mi sento come quelle mucche che hanno ristagni di aria e rischiano di morire se non vengono...
Read moreLa cosa più atipika (ma divertente da morire) è stata essere scambiato per un turista straniero! Forse una piccola esitazione iniziale ha fatto credere alla simpaticissima cameriera che fossi inglese. Sfoderando un inglese favoloso mi ha accolto e mi ha portato l'acqua (rigorosamente sparkling). Io ho pensato che la cameriera fosse madrelingua inglese e quindi ho sempre risposto in lingua senza problemi. Mi porta il menu dicendo "sorry we have only the Italian menu" al che non ho potuto fare a meno di rispondere "it's not a problem, I'm Italian!". Segue risatona di entrambi con conseguente cambio di lingua! Ma veniamo alla cena. Nonostante il locale offra diverse portare "atipike" io ho scelto un menù che più tipico non si può:
Carciofi alla giudia: golosi croccanti semplicemente sublimi! Danno assuefazione!
Spaghettoni alla carbonara: il piatto dal design molto gourmet nasconde una porzione abbondante di carbonara senza compromessi. L'ho semplicemente adorata: sapori forti, marcati, che fanno sentire la qualità delle materie prime. Una carbonara che riesco a definire solo come "hardcore". Semplicemente buonissima!
Misticanza ripassata: la cicoria era finita ma la misticanza è stata una degna sostituta. Anche questa davvero da provare.
A coronamento della cena uno staff super gentile e simpatico con cui ho scambiato 4 chiacchiere a fine cena. Un locale favoloso dove mi sono sentito davvero a casa come succede di rado e dove sicuramente tornerò alla prima occasione utile! Prezzo onestissimo!
See you soon! Thanks for the...
Read moreIl mio angolo di anima nel cuore di Roma❣️ Ci sono luoghi che non si dimenticano. Posti che, più che semplici ristoranti, diventano rifugi dell’anima. Ogni volta che torno a Roma, c’è un indirizzo che per me è certezza, conforto, emozione: l’osteria Atipika, il ristorante di Fabrizio. Fabrizio non è solo uno chef straordinario, è un artista del gusto, un custode di sapori autentici, un uomo che cucina con il cuore prima ancora che con le mani. I suoi piatti non si mangiano soltanto: si vivono, si sentono, si ricordano. Ogni portata è un piccolo capolavoro, dove l’innovazione incontra la tradizione in un equilibrio perfetto. La presentazione è elegante e originale, ma ciò che davvero conquista è la profondità dei sapori, capaci di toccare corde intime, risvegliare emozioni, accarezzare l’anima. E poi c’è lei, la regina: l’amatriciana. La sua amatriciana non ha eguali. È quella vera, sincera, schietta, fatta con amore e rispetto; pasta fresca fatta a mano e guanciale di amatrice. Ogni volta che l’assaggio, mi sento a casa. È un abbraccio caldo, è un sapore unico che mi accompagna tutta la giornata. E come rinunciare al tiramisù? Una dolcezza che consola, che coccola, che chiude ogni esperienza con una nota di pura felicità. È un inno alla delicatezza, un piccolo gesto d’amore per il palato. Caro Fabrizio, grazie 🙏🏻 Grazie per la tua passione instancabile, per la dedizione che metti in ogni dettaglio, per aver creato un luogo che è molto più di un ristorante. È un luogo dell’anima, Il mio ristoro dell’anima...
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