Siamo stati a cena in questo locale venerdì 11 novembre io e mio marito e devo dire che Ian, il proprietario, non solo ci ha illustrato la varietà dei piatti, compresi quelli per vegetariani, ma ci ha spiegato anche che il termine Pastrami deriva da un metodo antico di conservazione della carne e come esso nei secoli sia stato influenzato dalla storia e dal territorio, il che ha reso la nostra cena davvero un'esperienza culinaria interessante, che ci ha arricchiti anche culturalmente, su qualcosa a noi sconosciuto. La qualità del cibo, davvero eccellente, risente sia delle origini che delle prelibatezze del territorio laziale ed italiano, merito questo della lunga e decennale esperienza nel mondo della ristorazione del proprietario e delle geniali intuizioni del suo socio, che nonostante la giovane età, ha dimostrato un palato esperto e sopraffino nell'abbigliamento di cibi e spezie. Il locale, intimo e confortevole, offre da subito un'atmosfera rilassante ed accogliente come in famiglia ed offre anche la possibilità di accesso a persone con sedie a rotelle, considerato l'ampio spazio esterno ed interno ed il passaggio privo di ostacoli. Tornando al cibo, noi abbiamo assaggiato le patate viterbesi e a seguire abbiamo preso un panino di segale con carne di manzo, porro e curry ed una ciabattina romana con cipolle caramellate, patate e rucola. Il primo panino, dal sapore deciso ma ben bilanciato ci ha stregati, mentre il secondo panino, in netta contrapposizione col primo per delicatezza di sapori, ci ha lasciato il palato fresco e lo stomaco leggero. Abbiamo concluso con una fetta di torta di mele fatta in casa e panna ed un bicchierino di amaro digestivo alle erbe trentine del passo dello Stelvio, dopo aver bevuto un paio di birre suggerite e saggiamente consigliate da Ian. Siamo andati via contenti e soddisfatti del servizio, impeccabile, preciso, rapido e attento, del pastrami degustato in diverse forme e con diversi abbinamenti e con un'esperienza interculturale in più che per un attimo ci ha portati fuori dell'Italia ed in giro un po' per il mondo. Davvero un bellissimo viaggio enogastronomico internazionale. Lo consiglio vivamente e spero di poterci...
Read moreNel suo libro "Quante storie per un hamburger", l'autore Matteo Ruisi a un certo punto faceva riferimento, non senza una punta di mistero, all'"introvabile pastrami", da utilizzarsi come alternativa di lusso alla porchetta nella ricetta del Big Best Burger. È trascorso qualche anno, avevo dimenticato quella storia, ma ecco che a Centocelle apre un locale il cui nome non lascia dubbi: "l'introvabile pastrami" non è più introvabile e non ho resistito alla tentazione. Grazie alla visione di Ion di portare a Roma un pezzetto di Romania e soprattutto della sua cucina di casa, dei ricordi d'infanzia, di profumi antichi, è possibile intraprendere un viaggio gastronomico su rotte non scontate, in cui si incrociano sapori levantini e continentali, arricchiti da ottime birre e vini di buona qualità. Iniziate assaporando gli ottimi involtini di verza e carne, serviti con yogurt greco e prezzemolo. Poi passate al pastrami, meglio se con pancarrè integrale: il classic, con senape e cetriolini, crea dipendenza grazie alla sua semplicità, mentre il curry e porri, arricchito da mango e latte di cocco, è una vera esplosione di sapore. Accompagnate il tutto con le ottime patate di Viterbo cotte alla perfezione, e chiudete con una fetta di torta al formaggio, un altro dei cavalli di battaglia di Ion, che vi illustrerà nel dettaglio ogni piatto e l'origine del pastrami. Ruisi la sapeva lunga, e ora che l'"introvabile pastrami" è finalmente a portata di mano, non resta che goderne e assaporare tutte le...
Read morePosto magnifico, il proprietario ha un'accoglienza fuori dal comune, ci sa proprio fare. Il pastrami è ottimo, provato nel sandwich del giorno con pane di segale, spinaci freschi, formaggio svizzero e maionese. È sicuramente diverso da tutti gli altri che si possono trovare in giro di derivazione americana; questo è un pastrami tipico della Transilvania, posto originario di questo piatto (o metodo di conservazione). Motivo per cui è unico nel suo genere e vale la pena provare, ma non necessariamente migliore di altri metodi di preparazione. Con lo stesso procedimento vengono preparate le ribs che sono altrettanto ottime, accanto a delle patate di Viterbo deliziose (a ripensarci ne avrei gradita qualcuna in più, forse è l'unico appunto che posso fare) e una verza condita con una salsa che l'ha resa subito una delle parti più interessanti del piatto (e a me di solito non piace molto). Bisogna provare assolutamente la torta al formaggio di capra, magari dal menù non attira molto, ma sono felice di essermi fatto consigliare perché forse è stata la scoperta più grande: tanto semplice quanto buona, avrei potuto cenare solo con quella, anche perché mi ha ricordato sapori d'infanzia che avevo dimenticato. Per finire il dolce, che avrei evitato questa sera, ma il fuori menù del gelato fichi secchi, mandorle e sale mi ha conquistato ed era a dir poco strepitoso (forse anche qui una pallina in più non avrebbe guastato). Prezzi giusti per la qualità delle materie prime...
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