We came here having seen the Chef’s Table feature on Netflix. And consequently, we probably had impossible expectations. We ordered the classic tasting menu. Overall - remember we‘re talking premium Michelin star pricing - the experience was somewhat mixed:
We had a really creative amuse gueule, which set our expectations quite high. This was followed though by a dish of cheese and then three pasta courses with tomato sauce (varied ingredients and pasta style of course), which were nice but not spectacular. The pairing wines really added to the experience though, so I‘d really recommend that option. Then we had a meatball with mashed potato, and finally a very nice variety of desserts again - I was only missing a dessert wine, which somehow wasn’t part of the wine pairing anymore (but dessert was gone before we realized).
We went as a family with two children, so only two of us had the pairing wines, and overall ended up at EUR 660 plus tip. Honestly, given the fact most of the courses were varied pasta with tomato sauce, I felt we probably paid 100 - 150 Euro too much. Apologies if our taste buds couldn’t appreciate the difference, but making pasta at home didn’t feel terribly different from what we had here (good to know though that our pasta skills are apparently quite decent).
Again, please remember this review is reflecting the high expectations we had visiting a Michelin Star fine dining experience. Overall, it was a very nice experience - friendly staff and quiet setting (Peppe Guida didn’t make an appearance on that...
Read moreLa cucina è una vera e propria arte, è un viaggio sensoriale attraverso la vista, l’olfatto e il gusto ma soprattutto attraverso i sentimenti e le emozioni che un cuoco, preparando i suoi piatti, può suscitare in coloro che li gustano. Nonna Rosa non è solamente un'osteria di altissima classe, è soprattutto un luogo di tradizione e connubi meravigliosi tra ingredienti, un viaggio, un emozione, un’esperienza. La cucina dello Chef Peppe Guida, attraverso la quale lui rivela la propria identità, è la riscoperta della tradizione reinterpretata con squisita delicatezza ed estremo rispetto. Emozioni e SORRISI dell’anima sono stati avvalorati da quello che è uno dei migliori servizi di sala che abbia mai visto e valutato. L’ambiente è una raffinata unione tra arte e tecnica nel conformare la componentistica d’arredo presente in sala con l’aspetto classico ed al tempo stesso con eleganza e sobrietà. Il servizio è connotato da rapidità, precisione, attenzione al dettaglio, delicatezza e non è mai invadente. Sincronismo e perfezione. Mi sono lasciato guidare e...mai scelta si è rivelata migliore. Peppe, fai tu! Scelte per ogni palato, permettono diversi livelli di analisi sensoriale sia al bicchiere che al piatto. Primo assaggio: la farinata fritta con i broccoli ‘e tuorno’ con un bouquet e persistenza al palato di altissima qualità L'utilizzo di materie prime incredibili è l'elemento portante della filosofia dello Chef Peppe Guida. Il secondo assaggio l’intramontabile polpettina al ragù su crema di ricotta: impossibile eliminarla dalla carta – mi racconta Raffaella, la moglie di Peppe – la vogliono tutti! Un flusso continuo di sapori ed emozioni che iniziano dalla consistenza dell'impasto per poi evolversi nella perfezione del Ragù ed infine la crema di ricotta: OPERA D’ARTE. Il terzo assaggio è la Pizza di Scarole...non esistono parole così meravigliose per descriverla. Peppe Guida, immenso ed eccellente interprete della Cucina a 360 gradi, ha pensato, studiato e creato un menù che mi ha stupito oltre le mie più alte aspettative ma, soprattutto, mi ha regalato un SORRISO che vale più di qualsiasi altra cosa potessi desiderare. Saliamo su una nuvola fritta. La zeppola di cavolfiore con burro e alici è un miracolo di sapore. Un classico s’impossessa del tavolo, candele spezzate a mano e genovese tradizionale con grattugiata di pecorino fresco. Esecuzione da manuale. Spettacolare e freschissima la triglia ripiena di ricotta ed erbette di campo; quando l'essenza della semplicità diventa arte pura. Arrivano i dessert ed il cuore é pronto per innamorarsi per sempre di questo luogo. Sfoglia di mela annurca, con base di confettura di albicocca della dolcissima e meravigliosa Nonna Rosa, la Mamma di Peppe, pinoli tostati e gelato alla nocciola. Un capolavoro di leggerezza e equilibrio di sapori. Non è possibile non chiudere con la tradizione: le irrinunciabili, bollenti e morbide zeppole fritte con zucchero e cannella, impastate e fritte dalle mani di Nonna Rosa, fantastica ottantaquattrenne che non rinuncia alla passione dei fornelli.
Grazie, Peppe....per...
Read moreAmbiente curato, caldo ed accogliente come una casa napoletana. Servizio inappuntabile. Tra le varie opzioni di percorso degustazione che ci sono, noi abbiamo scelto quella top, la “Peppe fai tu”, misto di mare e monti. Dall’antipasto ai primi, è un crescendo di emozioni, con il gambero da sud a nord davvero uno spettacolo, richiami a ricordi d’infanzia tramite sapori, molti giochi sull’affumicatura, un commovente piatto di tubettini in brodo di crostacei - invernale, confortante e marino nello stesso tempo - dopo il quale arriva un secondo primo, tutto anche molto abbondante in termini di porzioni. Tuttavia, questo il motivo delle 4 stelle, questa emozione si spegne sui secondi, uno di pesce (tonno scottato) e uno di carne (Chianina), che si allontanano dal percorso emotivo ed umano fatto fino a quel momento e che sembrano, purtroppo, un compitino a beneficio Michelin che con il luogo e le sue tradizioni culinarie, hanno poco a che vedere, ma soprattutto spengono il crescendo dell’entusiasmo iniziale. Avendo poi scelto l’accostamento vini a 5 calici, dopo i primi tre calici locali e ben selezionati, fra una bollicina e un caprettone vesuviani ed un fiano salernitano, ai suddetti secondi vengono accostati un orange wine toscano, un po’ piatto, non emozionante e un rosso francese della Loira che non mi ha entusiasmato, entrambi andanti sul bio e che purtroppo, non hanno esaltato i secondi già non brillantissimi. Ma soprattutto, da appassionato e collezionista di vini: se un percorso inizia come locale, deve finire locale, sarebbe stato più gradito un giro nell’entroterra campano, a quel punto. Sul vino, tuttavia, è sempre tutto soggettivo e ad onor del vero alcune di queste mie osservazioni, non sono state condivise dalla mia compagna, è anche questo il bello delle cose in fondo. Sul dolce non ho parole, in positivo, perché sia la qualità, che l’abbondanza, ci hanno riportato a Vico Equense: la graffa era quella della nonna. Tocco di classe il provolone del Monaco finale. Buono anche il caffè in moka. Grandissima accoglienza anche per la nostra cagnolina Ivana, alla sua prima esperienza in un ristorante stellato, anche a lei sono state riservate coccole ed attenzioni al personale, sul quale davvero nulla da eccepire. In sintesi, a parte un po’ il calo di ritmo sui secondi, è un’esperienza assolutamente da fare, nonostante sia anche probante da un punto di vista di quantità (si esce davvero pieni). Mi auguro di ritornare e trovare una rielaborazione un po’ più locale dei secondi, cosa che avrei detto personalmente anche allo chef, che purtroppo non...
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