INTERNO. Basilicale, a tre navate divise da 16 colonne con capitelli di forma varia e archi ribassati (tipici dell'architettura narnese), fu ampliato probabilmente tra la fine del XIV e l'inizio del XV secolo con l'aggiunta della navatella a destra per inglobare il sacello dei Ss. Giovenale e Cassio, precedentemente separato. Sulla controfacciata della navata dx, in una nicchia, Madonna in trono col Bambino e angeli ed Eterno (sulla volta tagliata), affresco del Maestro del 1409 su una preesistente Crocifissione. NAVATELLA DESTRA. Nella cappella dell'Università dei Muratori cfonte battesimale del 1506. Al 2° altare sx, tomba di Carlo Boccardi (1498), con figura giacente del vescovo. La 3a cappella, del SS Sacramento ha prospetto architettonico rinascimentale, con delicati rilievi nei pilastri, nel giro dell'arco e nel frontone, e cassettoni a rosoncini nell'imbotte della volta, opera di Sebastiano Pellegrini (1499), brano di pavimentazione a mosaico cosmatesco. SACELLO DEI SS. GIOVENALE E CASSIO (4), più propriamente dei Vescovi narnesi. Si presenta con la fronte ripartita in quattro ordini da pilastrini lavorati e altri ornati da mosaici cosmateschi. Al di sopra del portale si trova la lastra di sepoltura di Cassio e della moglie Fausta. Nella nicchia a sx S. Giovenale benedicente, scultura lignea di metà '400; in quella dx, Pietà, gruppo di impasto d'argilla dipinto e dorato, di scuola tedesca (fine '400). Sulla parete di fondo, trittico marmoreo (nella cuspide centrale, Eterno benedicente),L'altare marmoreo venne collocato dal vescovo Avi nel 1679 per accogliere le reliquie del vescovo Cassio e della moglie restituite da Lucca. Nella retrostante grotta, il sarcofago che accolse il corpo di san Giovenale fino al 1642, quando il vescovo Giampaolo Bocciarelli fece costruire la nuova confessione sotto l'altare. Il muro di fondo del sacello è costituito da un tratto della cinta muraria romana. Nella fascia sottostante, scene della vita di S. Giovenale e altre immagini di santi. Al 60 pilastro della navata S. Giovenale benedicente, tavola attribuita al Vecchietta. Ai pilastri estremi della navata mediana due pregevoli pulpiti con rilievi di santi, di scultori comacini del 1490. PRESBITERIO (10). Di stile gotico, ha altare maggiore sormontato da baldacchino e preceduto da una confessione in marmi policromi (1649), che dà accesso a una vasta cripta; verso la navata sono stati rinvenuti resti di un'altra cripta del XII secolo. Nella tribuna gotica, grandiosa, poligonale, eretta nel 1327 al posto dell'abside romanica, si aprono cappelle con arcate ogivali; sulle pareti, affreschi riferiti al gruppo del Maestro del 1409. Sul fondo,la tela raffigurante la Gloria di S. Giovenale è attribuita a Girolamo Troppa. Il coro ligneo gotico a intagli e intarsi è del 1474. Il braccio sin. del transetto ospita la cappella di S. Giuseppe , eretta nel 1757, dove sono collocati dipinti di Gaetano Sortini (c. 1760).
NAVATA SINISTRA. Al principio, affreschi riferibili alla chiesa romanica (sec. XII-XIII) e statua lignea di ·S. Antonio abate di Lorenzo Vecchietta (1474). Quindi si apre la cappella della Consolazione , con bel prospetto marmoreo del '500 su due colonne romaniche; all'interno, altare rinascimentale con un'icona di maniera bizantina raffigurante la Madonna col Bambino, della bottega di Antoniazzo Romano; alla parete d., sepolcro del vescovo Pietro Gormaz (sul sarcofago la figura giacente del defunto; sopra, Madonna col Bambino adorata da due angeli; nella lunetta, Eterno benedicente; nelle nicchie dei pilastrini laterali, Ss. Pietro e Paolo e Ss. Giovenale e Cassio), della scuola di Andrea Bregno (1514). Segue il monumento sepolcrale di Pietro Equitani (1477; 13), capostipite della famiglia Cesi: nella lunetta, Maonna col Bambino e angeli del Maestro della Tomba Cesi. Al 2° altare sin. (14), Consegna delle chiavi; tela di Livio Agresti (1560); ali o (15),Miracolo di S. Biagio e Madonna col Bambino tra i Ss. Giuseppe e Michele arcangelo, di Filippo Micheli (1675)....
Read moreÈ uno dei monumenti artistici più complessi e interessanti dell’Umbria meridionale. Tale interesse è dato, innanzitutto, dall’eccezionalità delle stratificazioni che, nel corso dei secoli, si sono succedute almeno a partire dall’età tardo-antica nel sito oggi occupato dall’edificio. Il monumento è collocato in una zona nodale della città, nel punto in cui l’attuale strada statale Flaminia, che attraversa il centro abitato in direzione est-ovest, corre perpendicolarmente alla piazza Garibaldi (citata negli Statuti trecenteschi come “Piazza del Lacus”). La chiesa romanica sorge nel luogo in cui la tradizione vuole che sia stato sepolto il primo vescovo di Narni, Giovenale, vissuto nel IV secolo d.C. e ricordato da papa Gregorio Magno come “santo martire” Dopo la morte del santo il sito venne utilizzato come area cimiteriale tra l’età tardo-antica e altomedievale. Questa zona veniva a trovarsi a ridosso dell’antica cinta muraria, nel punto in cui il bastione roccioso su cui sorgeva la città pre-romana e romana degradava fino a formare un avvallamento con la collina antistante che aumenta di quota in direzione sud fino alla Rocca albornoziana. È probabile che la devozione popolare per il primo vescovo narnese abbia portato all’erezione, in questo stesso sito, di un piccolo “oratorio” dedicato a San Giovenale, poi inglobato nell’edificio romanico. Secondo una recente ipotesi, il piccolo edificio, definito “basilicula” da Prandi, risalirebbe all’epoca del vescovo Cassio (536 - 558), in accordo con quanto riportato dalle fonti agiografiche, probabilmente nello stesso periodo in cui sono state realizzate opere di contenimento e di difesa dell’area occupata dalla necropoli che avrebbero portato al decadimento funzionale delle mura romane. La prima notizia certa della chiesa sorta intorno all'oratorio, consacrata nel 1145 da papa Eugenio III e dedicata a San Giovenale, è costituita dall’iscrizione scolpita sull’architrave del portale d’accesso alla navata destra dell’edificio, datata 1120 e contenente il riferimento ad un certo “prete Lupo”, che aveva curato il riassesto del portale danneggiato per cause ignote. In realtà già nel 1047 è documentata l’esistenza a Narni di un Capitolo di San Giovenale, che a quella data ottiene un privilegio da parte dell’imperatore Enrico III. Dai dati emersi nel corso del Convegno di Studi recentemente tenutosi nella città di Narni (22-23 settembre 2006) e dedicato alla chiesa di Santa Maria Maggiore (attualmente nota come San Domenico) sembra che l’ipotesi di Pani Ermini circa l’originaria funzione di quest’ultimo edificio come prima Cattedrale della città possa essere avvalorata in maniera quasi definitiva. La chiesa di San Giovenale sarebbe divenuta sede della cattedra vescovile solo nel XIII secolo. L’edificio romanico, con abside accidentata e con originaria facciata a salienti, era probabilmente provvisto fin dall’inizio di quattro navate. La cosiddetta “quarta navata”, che si apre a lato della navata destra e che ingloba il sacello di San Giovenale, “venne progettata sullo spazio di un antico vicolo che costeggiando la roccia su cui sorgono le mura cittadine conduceva al sacello la quarta navata serviva dunque a dilatare lo spazio della basilica vera e propria e stabilirne una più funzionale interazione con l’antico e venerato sacello dei santi vescovi”. All’interno dell’antico oratorio alto-medievale sono conservate ancora oggi alcune decorazioni musive e ad affresco, di fondamentale interesse per la comprensione della cultura pittorica a Narni tra l’XI e il XII secolo. Il sacello di San Giovenale e San Cassio è stato sottoposto nel corso dei secoli a numerosi rimaneggiamenti che hanno modificato completamente la facciata e parte dell’interno. A causa di tali rimaneggiamenti la parete su cui si conservano il mosaico e le pitture si presenta oggi come un “complicato palinsesto" la comprensione del quale risulta strettamente legata al resoconto dei dati emersi in occasione del recente...
Read moreLa concattedrale di San Giovenale, già cattedrale della diocesi di Narni, è la chiesa più importante di Narni. Dedicata al suo primo vescovo San Giovenale, morto il 3 maggio 376, fu costruita sul sito dove, probabilmente, esisteva già un edificio di culto dedicato al santo. La costruzione della chiesa attuale iniziò nel 1047, in adiacenza alle mura urbiche e dopo un'interruzione dovuta all'alluvione del 1053, fu completata e consacrata nel 1145. Tra i vescovi del XII secolo ricordiamo Agostino, figlio del Conte dei Marsi Rainaldo, che fu ordinato da Papa Pasquale II nel 1102. Nel XIV secolo furono eseguiti interventi di rinnovamento ed ampliamento; dopo il 1322 l'abside fu completamente rinnovato in stile gotico, fu edificata la facciata e innalzato l'intero edificio. In questo periodo fu anche edificata una quarta navata a destra per riunire il nuovo edificio con il sacello originario di San Giovenale, posto entro le mura della città e a cui si accede attraverso un'apertura ricavata nella parete destra di tale navata. Ulteriori interventi risalgono al Quattrocento, con l'aggiunta di un portico sul prospetto principale ad opera dei Maestri Lombardi (1470-1479) e la copertura a volte a crociera di tutte le navate. La realizzazione della cripta iniziò nel 1642, allorché il vescovo Bocciarelli trasferì le reliquie di San Giovenale dal sacello originario alla cripta, realizzando un vasto ambiente in marmi colorati sotto l'altare che fu terminato solo all'inizio del...
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