Palazzo Pretorio è l'antico edificio comunale di Prato, situato in piazza del Comune, di fronte all'attuale Palazzo Comunale. Oggi ospita il Museo di Palazzo Pretorio e al suo interno si trova anche l'Ufficio Informazioni Turistiche dedicato all'area pratese.
L'edificio, nella sua forma attuale, si sviluppò tra il XIII e il XIV secolo dalla fusione di tre palazzi distinti, trasformati per accogliere le sedi del Podestà, della magistratura locale e delle prigioni. Ancora oggi, grazie ai diversi materiali utilizzati nella costruzione originale, è possibile distinguere i contorni delle antiche torri. La sezione più antica è la casa-torre situata a destra, risalente al XIII secolo, un tempo appartenuta alla famiglia dei Pipini. Questa struttura, caratterizzata da un porticato al piano terra con pilastri in pietra alberese successivamente tamponato, fu acquistata nel 1284 dal capitano del popolo Fresco dei Frescobaldi per diventare sede del governo comunale.
La parte sinistra del palazzo, risalente al XIV secolo, si distingue per le sue otto eleganti bifore e per un tabernacolo che, almeno fino al 1799, custodiva una statua trecentesca di Roberto d'Angiò, considerato patrono della città. Tuttavia, il sovrano non ricambiò tale devozione, poiché vendette Prato ai fiorentini alla prima occasione. Dal portale d’ingresso al piano terra si accede a una serie di ambienti decorati con affreschi realizzati da Bettino di Corsino (1307) e Pietro e Antonio di Miniato (1425), mentre un ampio scalone esterno conduce al piano principale.
Nel Cinquecento, parte dell’edificio crollò, compresa la torre campanaria. Durante i successivi restauri, furono aggiunti una nuova merlatura e un campaniletto a vela, che ancora oggi coronano la struttura. Nei secoli seguenti, con l’aumento delle funzioni amministrative, gli interni vennero suddivisi in numerosi ambienti più piccoli. Alla fine del XIX secolo si ipotizzò persino la demolizione del palazzo, ma nel 1909 il progetto fu abbandonato e si optò per un restauro volto a ripristinarne l’aspetto originario.
Nel 1788 il Granduca Pietro Leopoldo di Lorena manifestò l’intenzione di istituire una scuola del gusto per formare i futuri artisti, iniziativa che portò alla creazione di una prima collezione d’arte nel 1858, inizialmente ospitata nel vicino Palazzo Comunale. Il 26 giugno 1899, l’edificio subì alcuni danni a causa di una scossa sismica proveniente dalla Valle del Bisenzio, che a Prato raggiunse il VII grado della scala Mercalli.
Dal 1912, Palazzo Pretorio accoglie il Museo di Palazzo Pretorio, che raccoglie un'importante collezione di opere d’arte dal Medioevo all’Ottocento. Dopo un lungo periodo di chiusura per restauri iniziato nel marzo 1998, il palazzo è stato riaperto al pubblico nel...
Read moreCi hanno comunicato di dover assolutamente utilizzare lo stipetto per contenere lo zainetto per poter visitare il museo DOPO l'acquisto dei biglietti (piccoli zaini, certo non cartelle da scuola). Ci siamo offerte di tenerli sul davanti per non rischiare di colpire le opere (non siamo certo bambini e sappiamo come gestire la visita di una mostra d'arte) ma ci è stato comunque rifiutato in malo modo insistendo che si dovessero utilizzare gli stipetti. Dico fortunatamente anche per noi la carta ha rifiutato la transazione per concludere l'acquisto dei biglietti, occasione che ha colto il personale per essere ulteriormente scortese e maleducata.
Noto adesso che sul sito ufficiale e sulla pagina facebook non è richiesto non avere zainetti come "norma di visita", perché a saperlo prima ci saremmo attrezzate diversamente (e se ci fosse stato comunicato prima dell'acquisto avremmo valutato di conseguenza).
Non penso sia stato un comportamento professionale ne onesto.
Se state valutando la visita vi consiglio di tenere in considerazione che gli stipetti che offrono per contenere gli effetti personali non sono controllati.
Da notare inoltre che ci sono già stata in precedenza e avevo lo zainetto, e in quell'occasione non mi è stato richiesto neanche di portarlo davanti. E' una norma applicata a seconda chi è presente a vendere i biglietti e/o come gli girano?
Molto molto scorretto.
We have been ordered to leave our backpack in their (probably unsupervised) cabinet only after purchasing the tickets. We had pretty small bags, too. Anyway, we offered to just hold our backpacks in front of us (as it is enough in other museums) but our request was rudely refused. We've been lucky our credit card refused the transaction a few seconds later, an event used by the museum staff to become even more rude.
Such rules are not specified on their museum website and facebook page, so we had no way to know that beforehand. Regardless, that was absolutely unprofessional.
If you are considering to visit the place I recommend you to take in consideration these unwritten rules. On a final note, I distinctly remember visiting the musuem before without any similar rule...
Read moreIl Palazzo Pretorio di Prato nasce alla fine del '200 come sede del Tribunale, con proprie prigioni, e delle Magistrature Forestiere. Poi, nel '700, divenne sede amministrativa del Gran Ducato di Toscana, almeno fino a metà '800, quando gli Uffici furono spostati ad altro luogo ... da lì l'abbandono e un declino che portò la struttura a "rischio" demolizione. Nel 1912 Palazzo Pretorio, dopo un lungo restauro, divenne prima sede della Galleria Comunale poi del Museo Civico, con opere provenienti dalla Città e dal suo territorio. Dal 2014, al termine di ulteriori interventi, Palazzo Pretorio si presenta per come lo vediamo oggi ... uno scrigno che conserva al suo interno opere d'arte che hanno "forgiato" l'arte locale dal Medioevo all'800 con nomi quali: Bennardino Gaddi; Giovanni da Milano; Lorenzo Monaco; Filippo Lippi; Filippino Lippi; Andrea della Robbia; Benedetto da Maiano; Donatello; Luca Signorelli ... solo per nominare alcuni tra i più noti. Qui è il Tabernacolo del Canto al Mercatale, realizzato da Filippino Lippi per la cantonata della Casa natale. E poi le grandi pale d'altare di artisti toscani del XVI e del XVII secolo. Qui, tra l'altro, Francesco Morandini, detto il Poppi, Alessandro Allori e Santi di Tito. Poi opere barocche di scuola romana e napoletana, come il "Noli me Tangere" di Battistello Caracciolo. Al terzo piano i modelli in gesso ed alabastro di Lorenzo Bertolini, artista locale di Vaiano, e l'accesso alla terrazza da cui si gode di un panorama a 360 gradi sulla Città e dintorni ... fino a Monte Morello e...
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