Splendita chiesa rinascimentale pratese, ubicata accanto al Castello dell'Imperatore e a pochi passi dalla più antica chiesa di San Francesco. La tradizione narra che, il 6 luglio del 1484 un bambino, Iacopino Belcari detto della Povera, vide animarsi l'immagine di una Madonna col Bambino, dipinta sulla parete delle carceri pubbliche di Prato. In seguito ad altri simili eventi ed alla crescente devozione popolare, fu deciso - per volere di Lorenzo de' Medici - di realizzare in quel luogo una basilica. La progettazione fu affidata a Giuliano da Sangallo, che concepì, ispirandosi alla Cappella Pazzi del Brunelleschi, una chiesa dall'inusuale pianta a croce greca; capolavolro di simmetria e proporzioni, sintesi piena delle soluzioni spaziali brunelleschiane e dei postulati teorici di Leon Battista Aberti, fu edificata, per quanto riguarda il corpo di fabbrica e gli interni, tra il 1486 e il 1495. Il rivestimento esterno, interrotto nel 1506, sarà invece ripreso in più fasi, nei decenni e nei secoli successivi. L'intervento più rilevante è senz'altro quello del 1884-'87, quando venne completata la parte superiore della facciata di ponente, ad opera degli architetti Fortunato Rocchi e Giuseppe Bacci, con la consulenza di Camillo Boito, basata sui disegni del Sangallo. Il rivestimento adotta la bicromia tipica dell'architettura romanica pratese-fiorentina, ottenuta con pietra alberese e marmo serpentino, rielaborato però secondo geometrie particolarmente originali che, come un telaio, rafforzano le membrature e il bordo dei portoni d'ingresso all'edificio. Il progetto di Santa Maria delle Carceri ebbe subito grande seguito: lo stesso Sangallo riprese tale schema come base per la sua proposta progettuale della nuova basilica di San Pietro a Roma; mentre, il fratello Antonio il Vecchio, lo adottò per la chiesa di San Biagio a Montepulciano. A questo modello, parrebbe inoltre essersi ispirato Raffaello, nel progetto della chiesa di Sant'Egidio degli Orefici a Roma, iniziata nel 1509. Curiosità: la chiesa è protagonista -al suo interno- di due distinti fenomeni astronomici: il primo in occasione del solstizio d'estate (21 giugno)...e l'altro il 15 luglio...
Read moreBasilica di Santa Maria delle Carceri (1486-1495) [Prato, Italia] -- Giuliano da Sangallo (Florencia, 1445-1516).
En la prisión situada junto al castillo del emperador, frente a las primeras murallas de la ciudad de Prato, había una imagen de la Virgen que se consideraba milagrosa desde la edad media, la Iglesia de Santa Maria delle Carceri fue construida para su culto. Giuliano da Sangallo inició las obras en 1484 basándose en la forma ideal del Renacimiento, un edificio de planta central con cuatro brazos de crucero. Sangallo se inspiró en la capilla florentina de los Pazzi, de Brunelleschi, para perfeccionar la concepción de dicha capilla hasta conseguir la simetría absoluta: cada uno de los brazos de crucero tenía que medir la mitad del cuadrado central.
Las incrustaciones decorativas de mármol blanco y verde del exterior se inspiran en los edificios florentinos de comienzos del Románico. Gracias a su sencillo rigor geométrico se consigue una síntesis perfecta con el auténtico cuerpo arquitectónico. El campanario data del siglo XVIII.
La semejanza con la arquitectura de Brunelleschi se hace más patente en el interior. Al igual que lo hiciera aquél en la Sacristía Vieja de San Lorenzo, se acentúa el tipo de construcción mediante la división arquitectónica con pilastras dobles de piedra arenisca gris, que resaltan sobre las paredes revocadas. Sangallo refuerza estos elementos estructurales e intensifica el efecto monumental del interior. En el cuadrado central, las pechinas conducen de los cruceros cubiertos con bóvedas de cañón a la cúpula fungiforme. Los medallones con los evangelistas de las pechinas y el friso de terracota esmaltada de Andrea della Robbia de 1492 proporcionan un toque de color a la estructura clara y uniforme.
Antonio da Sangallo, hermano menor del anterior, utilizó en 1518 esta iglesia como modelo para la construcción de San Biagio en...
Read moreLa basilica di Santa Maria delle Carceri si trova nell'omonima piazza nel centro di Prato. Viene considerata un capolavoro architettonico del primo Rinascimento, tappa cruciale della riflessione sugli edifici a croce greca. Secondo la tradizione, il 6 luglio 1484 un bambino malato, Jacopino Belcari detto della Povera, vide animarsi l'immagine di una Madonna col Bambino, dipinta sulla parete delle carceri pubbliche di Prato (dette "delle Stinche", come a Firenze), e sarebbe guarito miracolosamente[1]. In seguito alla crescente devozione popolare fu deciso di realizzare in quel luogo una basilica[2].
Dopo la scelta di un primo progetto, Lorenzo de' Medici impose quello redatto su sue indicazioni dal suo architetto preferito Giuliano da Sangallo, che realizzò una chiesa con pianta a croce greca, ispirata alla Cappella Pazzi di Filippo Brunelleschi. Capolavoro di simmetria e proporzioni, sintesi piena delle soluzioni spaziali brunelleschiane e dei postulati teorici di Leon Battista Alberti, fu costruita dal 1486 al 1495 per quanto riguarda gli interni, mentre il rivestimento esterno, interrotto nel 1506, sarà completato più tardi.
Lo stesso Sangallo riprese questo modello come base per il proprio progetto della nuova basilica di San Pietro a Roma ed il fratello Antonio da Sangallo il Vecchio per la chiesa di San Biagio a Montepulciano. A questo modello inoltre parrebbe essersi ispirato Raffaello nel suo progetto della chiesa di Sant'Eligio degli Orefici a Roma (iniziata nel 1509).
Il campanile è neoclassico, di Giuseppe e Francesco Valentini. Tra il 1884 e il 1887 venne completata la parte superiore della facciata di ponente, su progetto degli architetti Fortunato Rocchi e Giuseppe Bacci, con Camillo Boito come consulente, basandosi sui disegni...
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