Come tutti i conventi Francescani è di modeste dimensioni e di umili pretese architettoniche. È essenziale. Le cronache ci dicono che il cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX, ontorno al 1223 accetta di consacrare una nuova cappellina del Sacro Speco di Subiaco e si fa accompagnare da Francesco d’Assisi che santo, ovviamente, ancora non era. Ma piuttosto conosciuto sì, tanto che l’abate di Subiaco Giovanni pensò bene di offrirgli un regalo: l’antico romitorio di San Pietro, situato alle porte della Città. Qesto modesto convento va visitato perché è uno scrigno di tesori artistici. Infatti al suo interno troviamo sull'altare maggiore la pala d’altare (1464) di Antoniazzo Romano, un trittico che contiene al centro una Madonna tanto bella da poter tranquillamente competere con le dame di Botticelli e ai lati le figure dei Santi Francesco e Benedetto. La vicina cappella affrescata da Antonio Bazzi, detto il Sodoma che ci racconta la vita della Vergine attraverso episodi di rara umanità, in cui gli animali domestici animano le case e i committenti vengono inseriti con i loro tipici abiti sublacensi.E poi una natività addirittura attribuita al...
Read moreAltra meraviglia di Subiaco. Nel 1223 il cardinale Ugolino, futuro papa Gregorio IX, accetta di consacrare una nuova cappellina del Sacro Speco e si fa accompagnare da Francesco d'Assisi. L' Abate di Subiaco volle donare all'illustre visitatore l’antico oratorio di San Pietro, situato alle porte della Città. I cittadini vollero finanziare le opere che trasformano l'antico oratorio nel piccolo convento con annessa chiesa di San Francesco che vediamo oggi. Quest'ultima possiede al suo interno opere preziosissime: una pala d’altare (1464) di Antoniazzo Romano raffigurante la Madonna con Bambino, San Francesco e Sant'Antonio da Padova, la vicina cappella affrescata da Antonio Bazzi, detto il Sodoma, ci racconta la vita della Vergine attraverso episodi di rara umanità, in cui gli animali domestici animano le case e i committenti vengono inseriti con i loro tipici abiti sublacensi. Vi si trova infine una Natività attribuita al...
Read moreLa mia recensione sarà un po’ atipica, perché non si tratta solo di un luogo, ma di un pezzo della mia infanzia. Per due anni, quando avevo circa 9 anni, ho trascorso 15 giorni in colonia con la comunità con cui mi trovavo. Questo convento è il centro di alcuni dei miei ricordi più belli, qualcosa di incancellabile. Ricordo ogni angolo della struttura: la cappellina, il chiosco, le stanze, la mensa, la cucina… tutto semplicemente meraviglioso. Ogni tanto vedevamo i frati passare tra di noi, forse portavamo un po’ di confusione in quel luogo di pace, ma loro ci accoglievano con discrezione e gentilezza. Stasera raccontavo ai miei tre figli quella fantastica esperienza e d ho sentito il bisogno di ricercare questo luogo. Oggi, a distanza di circa 30 anni, sento solo di poter dire una...
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