Sono ritornato dopo molti anni, di prima mattina, e la prima cosa di cui godere appieno è il "contenitore": il Palazzo Vitelleschi: un'imponente facciata, riccamente composita nell’alternarsi di pieni e di vuoti asimmetricamente disposti, altrettanto asimmetrico ed irregolare nella conformazione l’edificio ancora più evidenziata accedendo al cortile dal portone principale. Eppure attraente, proprio per l’assenza di simmetrie che avrebbero dato per scontato ogni riferimento spaziale. E in questo gioco t’immergi “a forza” in ambienti ordinari (si veda l’accoglienza e la biglietteria disadorna e arrangiata in contrasto con i bagni – oddio, puliti! – ma ridondanti rispetto all’intorno ), schematici, o troppo pieni o troppo vuoti, dove l’ordine, pur necessario alla catalogazione, alla datazione, ed alla protezione dei beni esposti, si scontra con una bellezza soffocata dalle e nelle teche spesso ammucchiate rispetto all’ambiente che le contiene, adombrata da una illuminazione carente e funerea, da una descrizione spesso illeggibile o faticosamente leggibile (certe soluzioni andrebbero provate dal vivo prima di essere diffusamente applicate!). Oppure esageratamente gerarchizzate come nel caso dell’ambiente dedicato ai “master pieces” della raccolta posto al 2° piano: i “Cavalli alati” dal frontone dell’Ara della Regina ed il “dio Mitra tauroctono” di Vulci. Rivedere queste opere è esaltante: leggere la preziosa esecuzione dei dettagli dei cavalli alati, la bellezza prospettica dell'altorilievo, intuire la grande tecnica dietro la sapiente realizzazione in terracotta, immaginarli sull'alto dell'angolo del frontone del tempio dell'Ara della Regina, colorati di rosso e di giallo...! L'attuale soluzione espositiva su una parete nera, con la sola indicazione con un tratto "a fil di ferro" a simulare il frontone del tempio sul quale erano collocati, rende ancora più visibile ed apprezzabile la composizione. La disposizione delle sedute, poi, induce alla contemplazione di quello che è senza dubbio il "pezzo forte" del Museo. Isolato, in una saletta sottodimensionata per capacità di afflusso rispetto all’attigua sala, ancor più costretta da un cordone/transenna mal disposto, privo di qualsiasi riferimento spazio-temporale, il “dio Mitra che uccide il toro” reperito a Vulci nel mitreo situato a fianco della “domus del criptoportico”, a mio parere, uno dei più begli esempi tra le sculture che rappresentano il dio Mitra. A maggior ragione non si può sottacere di contemporanei difetti: la loggia del 2° piano allagata per l'acqua piovana che s'infiltra tra le lastre vetrate di tamponamento delle aperture della loggia deteriorando i parapetti ed allagando il pavimento senza la previsione di una corretta raccolta, defluizione ed allontanamento delle acque. A pagarne le spese sarà il deterioramento della pavimentazione e le future infiltrazioni nelle sottostanti sale! Inspiegabile poi non aver dotato il museo di un book-shop, di una guida cartacea specifica od anche di audio-guida digitale a supporto delle visite; in sintesi, di non supportare adeguatamente ed incentivare l’attività del museo. Come altrettanto inspiegabile è l’impossibilità di visitare anche gli ambienti privati al 2° piano (cappella e studio/biblioteca del card. Vitelleschi): la scusa è motivata dall’emergenza Covid quando esistono in commercio apparecchiature certificate di disinfezione ambientale a circolazione continua di aria trattata con UVC di modesto costo e sicura efficacia che assicurerebbero ulteriore attrattiva al museo! Come intempestivo appare, dopo una così lunga ahimé pausa di chiusura per Covid (che tutto poteva consentire per autorizzazioni, lavori, sistemazioni, ecc.), il non essere ancora riusciti ad aprire le due sale al piano terra dedicate alla ricostruzione fedele di due famose tombe etrusche. Ai posteri...! Ma tornerò! ...
Read moreThe National Archaeological Museum of Tarquinia (Museo Nazionale Tarquiniense) showcases a vast collection of Etruscan artifacts, including funerary urns, ceramics, frescoes, and sculptures, offering insights into the culture and daily life of the ancient Etruscan civilization. The museum houses objects from necropolises such as Cerveteri and Tarquinia, which are UNESCO World Heritage Sites. The collection provides valuable evidence of Etruscan art, religion, and society, with artifacts spanning several centuries. The museum is housed in the Palazzo Vitelleschi, a Renaissance building, which itself is an architectural gem. The museum's rich displays are essential for understanding the Etruscan civilization, which greatly influenced Roman culture. If you're interested in ancient civilizations, especially the Etruscans, the museum is an excellent place to explore...
Read more'Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia', a nice journey into the past❗It is an amazing Etruscan museum, hosted in a small provincial palace (Palazzo Vitelleschi), a gem. Don't miss it❗Take your time to admire the pottery's drownings. They are really beautiful. Address: Piazza Cavour 1a, Tarquinia, Province of Viterbo, Lazio Region. About the building - The Palazzo Vitelleschi was built in 1436/1439 for the cardinal of Tarquinia. After the cardinal's death the palace was used as stopover for the popes. Soderini family purchased the property and turned it into a hotel. In 1900 it was acquired by the city of Tarquinia. Then it was donated it to the Italian state in 1916, which transformed it into today's museum. It was opened in 1924....
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