Originariamente nota con il nome di Villa Clerici, la villa fu costruita alla fine del 1600 dal marchese Giorgio II Clerici, autorevole personaggio milanese dell'epoca. Giorgio I e dei due figli, Pietro Antonio, investito dal titolo di marchese, e Carlo. Alla morte di Giorgio II, le ricchezze della famiglia, compresa la villa, passarono al nipote ventunenne Antonio Giorgio Clerici, che completò la costruzione dell'edificio. Giorgio Clerici, marchese di Cavenago, barone di Sozzago, cavaliere del Toson d'oro e patrizio milanese, affascinante personaggio dell'epoca, noto anche per aver fatto affrescare il salone della sua dimora milanese dal Tiepolo, morì nel 1768. La proprietà della villa passò quindi all'unica figlia, Claudia, sposa del Conte Vitaliano Bigli. Nel 1801 la villa venne acquistata da Gian Battista Sommariva, originario di Sant'Angelo Lodigiano, abile politico e collezionista d'arte e amico personale di Napoleone Bonaparte. Nel 1802, a seguito della nomina del rivale Francesco Melzi al ruolo di vicepresidente della nascente Repubblica Italiana, la carriera politica del Sommariva fu improvvisamente interrotta. Sommariva, decise quindi di dedicarsi al collezionismo d'arte. Attività che lo portò ad entrare in contatto con i più celebri artisti dell'epoca tra cui tra i quali Canova, David, Girodet, Prud'hon e Thorvaldsen. Villa Carlotta, divenne così un vero e proprio museo che attirava visitatori illustri da ogni parte d'Europa. La villa si arricchí con capolavori, soprattutto di scultura, tra cui opere di Antonio Canova e della sua scuola e di Berte Thorvaldsen come Palamede, Amore e Psiche, Tersicore e il monumentale fregio con i Trionfi di Alessandro Magno. Sommariva collezionava anche arte contemporanea, come Una Nevicata dalle atmosfere ovattate, dipinta da Francesco Fidanza, che oggi è alla Galleria d'arte moderna di Milano. Nelle sale della villa giunse anche il manifesto dell'arte romantica italiana, dipinto da Hayez: l'Ultimo bacio di Romeo e Giulietta. Nel 1826, alla morte di Gian Battista, la villa passò in eredità all'unico figlio in vita, Luigi. Alla morte prematura di questi, la proprietà passò alla moglie Emilia Seillère, originaria di una nobile famiglia francese, e ai parenti secondari. Intorno al 1840, la villa insieme a quanto rimasto della ricca collezione d'arte ottocentesca, fu acquistata per 780.000 lire dalla principessa Marianna di Orange-Nassau, moglie del principe Alberto di Prussia. La coppia donò l'edificio alla figlia Carlotta di Prussia, personaggio che finì per dare il nome alla villa, in occasione delle nozze con il duca Giorgio II, principe ereditario di Sassonia-Meiningen, celebrate nel 1850 Nel 1855, a seguito della morte prematura di Carlotta, la villa passo in eredità al marito, e quindi alla casata tedesca. Durante il periodo di proprietà tedesca l'edificio non subì modifiche di rilievo. Vennero aggiunti motivi decorativi neo rinascimentali e pompeiani, da parte di artisti tedeschi e italiani, tra cui Ludovico Pogliaghi, e vennero venduti gli ultimi pezzi della collezione del Sommariva ad eccezione dei grandi dipinti e di alcune sculture. Alla casata tedesca spetta invece il merito della cura particolare del giardino. Appassionati di botanica, il duca Giorgio II insieme al figlio Bernardo III, si prodigarono per lo sviluppo e l'arricchimento del giardino, che ancora oggi è di grande pregio storico e architettonico. Nel parco sono presenti oltre 150 varietà di azalee, ma ci sono anche antiche camelie, rododendri, cedri e sequoie secolari, platani ed essenze esotiche. Alla morte di Giorgio II la proprietà passò al figlio, duca Bernardo III. fino al 18 settembre 1916, data in cui, la villa fu sottoposta a sindacato e affidata al capitano della Guardia di Finanza della compagnia di Menaggio. Il periodo di sindacato si concluse a fine del 1919 con il rientro di Max Wundel, che dopo aver ripreso le redini della gestione della villa si prodigó per riaprire l'edificio e i suoi giardini al pubblico, attività che era stata interrotta durante il periodo...
Read moreEverything was great but the last at the entrance was kind of rude. I had a camera in hand and I had no intentions of doing a photoshoot here. I just like clicking pictures for myself. She asked me to keep the camera in the locker, and I did as asked. Going in, I see tens of people with little cameras in their hands, doing their little shoot there and for some reason I wasn't allowed to take mine in. Extremely weird. If a rule is applied to someone, it's their responsibility to ensure its applied for everyone.
Apart from that, beautiful place,...
Read moreBeautiful. The Gardens have such fun nooks and crannies, lovely and sweet-smelling plants, and views across Lake Como. I enjoyed the sculptures in the grounds and the art museum and historical exhibits. So much to enjoy.
It's a bit of a walk along the lake from the Caddenabia ferry stop, but the walk to get there was also very pretty.
Keep in mind that the lines can be rather long for the restrooms and give yourself enough time. The gift shop is cute but not huge, and you...
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