Wow. What a surprising building to find in the middle of Vercelli. The stone facade is beautiful. It's a shame that it was closed, local people indicated that it's rarely ever open - to be verified. Apart from a memorial to the victims of the Shoa, I didn't see any information about the building. If it's no longer in use as a Synagogue, surely it could be used to house a museum on Jewish Italian...
Read moreL'imponente edifico ha come antenato un piccolo e modesto luogo di culto inaugurato nel 1740 in quello che era il ghetto ebraico di Vercelli. La costruzione dell'attuale Sinagoga fu possibile grazie all'Editto di Emancipazione firmato dal re Carlo Alberto nel 1848, che estendeva nel Regno di Sardegna i diritti civili agli ebrei e a tutti i non cattolici.
Si tratta di un'elegante costruzione in stile neomoresco, perfettamente in linea con la moda architettonica delle grandi sinagoghe europee della seconda metà dell'Ottocento, che seguivano l'esempio del Leopoldstädter Tempel di Vienna, inaugurato nel 1858 e purtroppo distrutto durante la Notte dei Cristalli del 1938.
Venne eretta fra 1874 e 1878 su progetto di Giuseppe Locarni (1826 - 1902), politico e architetto vercellese, responsabile anche dell'ideazione del vicino Santuario della Madonna degli Infermi e della maestosa cupola della Chiesa di San Pietro a Gattinara.
Dopo un periodo di declino vissuto nella seconda metà del Novecento, la Sinagoga di Vercelli sta tornando all'antico splendore grazie a una serie di restauri. Purtroppo non sempre è visitabile, ma dovrebbe esserlo ogni 27 gennaio, per il Giorno...
Read moreIl mio primo contatto con la cultura Ebraica è la prima volta che valico un luogo di culto "del popolo di DIO". Struttura imponente della seconda metà del 1800, dallo stile della facciata che richiama visioni mediorientali, ma la pianta e la presenza di un pulpito confondo le idee, elementi questi legati al periodo storico e a una certa "apertura" verso il mare di Cristianesimo che la circonda. Coinvolgente e obbligatoria per i maschi la Kippah che unita alla sacralità del luogo, sembra proprio far percepite un tocco divino sulla propria condizione di essere umano fragile ma unico: come un padre che accompagna i figli lungo la vita e il percorso di crescita. La guida ha dimostrato grande capacità di esposizione e ha improntato la visita sul dialogo, incitando e rispondendo serenamente alle domande, dimostrando un forte coinvolgimento emotivo culturale. Sarebbe stato gradito un miglior stato di conservazione della parte interna, ma lo stato attuale ricorda in qualche modo le ferite secolari...
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