All'Interno della Chiesa di San Cristoforo a Vercelli vi è un ciclo di affreschi rinascimentali molto belli, opera di Gaudenzio Ferrari (1477-1546) che li dipinse tra il 1529 e il 1534. Nella cappella della Maddalena, a destra del presbiterio, sopra l'altare, Crocifissione e alla parete laterale episodi della leggenda di Maria Maddalena, di cui alcuni riquadri sono stati danneggiati dalle cannonate spagnole nell'assedio del 1638 (Gesù predicante, Noli me tangere, Assunzione della Santa), restano ben conservati Maria Maddalena ai piedi di Gesù, Marta e Maria Maddalena al sepolcro, Maria Maddalena Marta e Lazzaro che accolgono i principi di Marsiglia di ritorno dalla Palestina, Morte della Santa benedetta dal Vescovo Massimino, un angelo con una lunga iscrizione che illustra la leggenda e il committente, Giovanni Angelo Corradi di Lignana, ritratto in preghiera in basso nella crocefissione. Nella cappella dell'Assunta, a sinistra del presbiterio, su commessa di Andrea Corradi di Lignana, affreschi del 1533-34 con storie della vita di Maria: sopra l'altare Assunzione, alle pareti laterali Santa Caterina da Siena, e San Niccolò con due devote, l'Annuncio ad Anna e Gioacchino, la Presentazione al Tempio, la Visitazione, la nascita e matrimonio di Maria, l'adorazione di Gesù e l'arrivo dei Re Magi. In fondo all'abside tavola del 1529 raffigurante la Madonna degli Aranci fra i Santi Cristoforo, Giovanni battista, Giuseppe, Nicola da Bari, un beato e il fondatore della chiesa Nicolino Corradi. Da visitare più che consigliabile. Eusebio di Vercelli fu il primo vescovo di Vercelli e esponente di spicco della lotta contro l'arianesimo. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, è patrono di Vercelli oltre che primo vescovo e patrono dell'intero Piemonte. Fu anche fondatore del sito dove sorgerà il futuro santuario di Oropa (vicino a Biella) e del culto mariano della Madonna nera in Piemonte. Secondo la tradizione agiografica, Eusebio nacque in Sardegna, quindi si sarebbe trasferito con la madre e la sorella minore a Roma, subito dopo il martirio di suo padre: nell'Urbe, egli fu prima lettore, ordinato sacerdote dapapa Marco e consacrato vescovo da Giulio I (15 dicembre 345). Non si hanno notizie del suo episcopato prima del 354, tuttavia egli viene menzionato ufficialmente in una lettera da Ambrogio da Milano, che lo elogia per aver imposto agli ecclesiastici della sua diocesi la vita comune, come per i monaci, secondo il modello delle chiese orientali. Nel primo cristianesimo piemontese, Eusebio divenne uno strenuo oppositore dell'Arianesimo, nonché sostenitore del simbolo niceno. Fu inviato da papa Liberio, insieme al vescovo Lucifero di Cagliari in missione dall'imperatore Costanzo II, per chiedergli la convocazione di un concilio che mettesse fine alla controversia tra ariani (peraltro sostenuti dallo stesso imperatore) e gli ortodossi orientali, al quale Eusebio fu teologicamente più affine. Tale concilio si celebrò a Milano nel 355 ma, essendo i vescovi ariani in maggioranza, Eusebio si rifiutò di sottoscriverne gli stessi editti conclusivi. Ne nacque quindi un conflitto con Costanzo II, che fu costretto a esiliarlo in Terra santa, e precisamente a Scitopoli, in Palestina, dove rimase sotto la custodia del locale vescovo Patrofilo. Qualche anno dopo fu poi trasferito in Cappadocia, quindi nella Tebaide egizia, fino al 361, anno della morte di Costanzo II. Il suo successore, l'imperatore Giuliano, mise fine al suo esilio, e gli consentì, quindi, di riprendere possesso della sua sede vescovile. Più che...
Read moreLa Chiesa di San Cristoforo è una delle più artisticamente ricche di Vercelli. Venne eretta nel XVI Secolo, dopo l'abbattimento avvenuto nel 1515 di un preesistente edificio di culto risalente alla seconda metà del XII Secolo. Subì altri importanti interventi nel Settecento, fra cui la realizzazione della balaustra in marmo policromo disegnata da Filippo Juvarra (1678 - 1736).
Il sobrio, quasi dimesso stile tardorinascimentale della facciata non deve trarre in inganno. È all'interno che San Cristoforo custodisce il suo tesoro, ossia alcune fra le maggiori opere di Gaudenzio Ferrari (1475/1480 - 1546), probabilmente il più grande pittore piemontese del Rinascimento.
Una di esse è la delicatissima pala d'altare detta della Madonna degli Aranci, nella quale appare una delle prime rappresentazioni pittoriche del violino (non dimentichiamo che il Ferrari è anche l'autore del Concerto degli Angeli, affresco che ricopre l'intera cupola del Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno).
Le altre due grandiose opere, realizzate tra il 1531 ed il 1534, sono gli affreschi dei due transetti. Quello di destra raffigura scene della Vita di Santa Maria Maddalena, accanto alle quali è presente una imponente Crocifissione; quello di sinistra illustra gli episodi più significativi della Vita della Vergine, coronati da una stupenda Assunzione.
È possibile illuminare gli affreschi mediante una macchinetta che accetta monete, da 20 centesimi fino a 2 euro, decidendo quanto tempo li si vuole illuminati: ad esempio, per un euro si hanno 4...
Read moreUn capolavoro assoluto di Gaudenzio Ferrari compare nei due bracci del transetto precedenti il vano absidato (1528). Siamo di fronte ad uno dei massimi cicli pittorici del Cinquecento nell'area ligure-lombardo-piemontese. L'ardita costruzione geometrico-prospettica già inclinata verso soluzioni di un illusionista manierismo,la disposizione teatrale ( come scrisse a suo tempo,Giovanni Testori) dei personaggi che moltiplicano il dinamismo plastico e gestuale,ormai lontano da Leonardo da Vinci e prossimo a Tiziano Vecellio,l'accordo di improvvisi radianti luminose,con effetti cromatici intensi e strepitosi sono tra i pregi di questo ciclo emulo delle prove artistiche eccellenti di Varallo Sesia. Non dimentichiamo che gli studi del Emanuel Winternitz collegano poi il poliedrico Gaudenzio Ferrari alla musica in qualità di solista e inventore del moderno violino. Prof. Ermanno Paleari, storico...
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