PALAZZO CORDOPATRI. Da bambino ricordo che l'ingresso laterale era presidiato da ferocissimi Dobermann, e i motivi erano validissimi, eccome! La storia dei Capece è una delle dieci casate più importanti di Vibo. Sostennero Corrado di Svevia degli Hohenstaufen, poi Sigismondo non volendo piegarsi a Carlo I D'Angiò, che aveva fatto trucidare il padre Marino e gli zii Jacopo e Corrado, si rifugiò in Romagna, mutando il nome in 'Cor do patri' che indica fedeltà alla casata teutonica, e ciò diede inizio all'attuale ramo nella Calabria centro-meridionale. Duramente perseguitati nella seconda metà del '900, come per esempio nel famoso sacco edilizio di Vibo Valentia degli anni '70 - di cui rimane uno scempio vicino al Duomo, complici difformi valutazioni a svantaggio loro -, non sapevano ancora che il peggio doveva venire: ribellandosi alla tracotanza mafiosa (la stessa medaglia del nostro sistema, che già allora raggiungeva la sua maturità), pagarono con la morte la loro disobbedienza, come per altri motivi era avvenuto nel remoto passato: Antonio Carlo Cordopatri fu ucciso dalla 'ndrangheta il 10 luglio '91, e solo perché l'arma si inceppò non venne trucidata la baronessa Teresa Cordopatri, ma ciò non dissuase lei e la casata a piegare la testa al crimine, nel silenzio assordante delle istituzioni nazionali. Le persone forse no, ma la Bilancia della Storia tuttavia non dimentica e oggi la casata è in graduale rimonta. Nota. Un po’ di persone che conosco io, iconoclasti dei monumenti agli impuri, hanno l'abitazione che dovrebbe essere rasa al suolo senza pensarci due volte, dato che sorge su un’area archeologica o in spregio a normative idrogeologiche.
Tre stelle invece di cinque perché il palazzo dovrebbe essere restaurato e valorizzato. Una volta ospitava una biblioteca di pregio, una pinacoteca, opere artistiche...
Read moreSulla stessa via di Palazzo Romei sorge anche palazzo Cordopatri, anche'esso tardo settecento. Del resto, il terremoto del 1783 rase al suolo moltissimi edifici, tra i quali anche uno seicentesco, di cui non sappiamo molto, e sui cui resti Antonio Cordopatri fece edificare questo palazzo. L'aspetto è neoclassico, con due grandi colonne tuscaniche reggono una trabeazione; la forma è quella di un parallelepipedo animato da bugnato sia liscio, sia aggettante. Molto belli gli elementi in ferro battuto, come i balconi e il motivo decorativo sopra l'ingresso principale. Il palazzo è privato, ma giace in uno stato di completo abbandono: un...
Read moreIl palazzo conteneva una biblioteca, pinacoteca e un museo con pezzi raccolti dal Comm. Francesco Pasquale Cordopatri , appassionato di patrie memorie e fu visitato dall'illustre antichista Th.Mommsen durante il suo sopralluogo autoptico del 1873, su invito a Monteleone degli eredi di Vito Capialbi. Anche F. Lenormant visitò il palazzo e la collezione. Interessante e monumentale il bel portale ancor ben conservato mentre maggiore abbandono si registra nell'atrio. Da vedere il ponte, restaurato dall'indimenticato ing. Baratteri, che collegava il palazzo alla proprietà terriera sito sulla collina vicina...
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