Piazza Navona è una delle più celebri piazze monumentali di Roma, costruita in stile monumentale dalla famiglia Pamphili per volere di papa Innocenzo X (Giovanni Battista Pamphili) con la forma tipica di un antico stadio.Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano che fu fatto costruire dall'imperatore Domiziano nell'85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 265 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori. Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino (forse una copia di un gruppo ellenistico pergameno che si presume rappresentante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo), ora nell'omonima piazza di fianco ecclesiastici.na. Poiché era uno stadio e non un circo, non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo, ma era tutto libero ed utilizzato per le gare degli atleti. L'obelisco che ora è al centro della piazza non si trovava lì, ma viene dal circo di Massenzio, che è tuttora sulla via Appia. Il nome della piazza era originariamente "in Agone"(dal latino in agonis, "giochi") poiché lo stadio era usato solo ed esclusivamente per le gare di atletica. Anticamente la piazza era concava, si bloccavano le chiusure delle tre fontane e l'acqua usciva in modo da allagare la piazza. Tra X e XI secolo il Campus Agonis con le sue Cryptas erano interamente di proprietà dell'Abbazia di Farfa, per passare nel XIII secolo interamente sotto il controllo del magistrato romano della camera capitolina da destinare periodicamente ad uso ludico, uso che si protrarrà fino ad età rinascimentale avanzata quando ancora appare come area adibita ad addestramento cavalleresco e ludi carnevaleschi. In questo breve intervallo la proprietà del Circus Agonis risulta frazionato tra proprietari privati ed enti ecclesiastici Che la piazza "in Nagoni" fosse tornata ad essere utilizzata a fini ludici se ne ha testimonianza già nella seconda metà del XV secolo, durante il regno di Paolo II in occasione del Carnevale e nel 1476, in occasione di una giostra organizzata dalla famiglia di papa Sisto IV nel giorno di San Marco Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le più famose corse dei barberi di Via del Navona La piazza è citata dal Belli in un sonetto che ne rende una veloce descrizione sociologica, economica, artistica e anche storica, rievocando il tempo della Roma papalina in cui la piazza ospitava una pubblica gogna, nonché la facoltà del torturatore - dalla sentenza di condanna in genere attribuita alla sua discrezione - di maggiorare la pena corporale di quanto ritenesse opportuno (a beneficio dello spettacolo - ché tale era per il numeroso pubblico che usava intervenire): Piazza Navona «Se pò ffregà Ppiazza-Navona mia E dde San Pietro e dde Piazza-de-Spaggna.Cuesta nun è una piazza, è una campaggna,Un treàto, una fiera, un'allegria.Va' dda la Pulinara a la Corzía,Curri da la Corzía a la Cuccaggna ;Pe ttutto trovi robba che sse maggna,Pe ttutto ggente che la porta via.Cqua cce sò ttre ffuntane inarberate:Cqua una gujja che ppare una sentenza:Cqua se fa er lago cuanno torna istate.Cqua ss'arza er cavalletto che ddispenzaSur culo a cchi le vò ttrenta nerbate,E ccinque poi pe la bbonifiscenza.»(1º febbraio 1883) All'epoca del Belli, come detto, nella piazza si teneva ancora con regolarità il mercato, citato in un altro sonetto forse ispirato dalla nascente compravendita di libri usati (o dalla prima diffusione dei lunari, sorta di calendari che ebbero grande successo nella prima metà dell'Ottocento. Piazza Navona rimane celebre nella memoria dei romani per i giochi d'acqua che vi si svolgevano particolarmente nei mesi estivi che per motivi igienici vennero definitivamente aboliti da Pio IX...
Read moreEravamo un gruppetto di 3 amici e stavamo cercando un ristorante a Grottaferrata dove cenare. Nel raggio di 100 metri, ne abbiamo valutati 3 o 4 senza che ci convincessero del tutto. Alla fine abbiamo trovato La Roncola, appunto, che aveva un punteggio alto e di cui molte persone parlavano bene e ci siamo avviati. Poiché una ragazza che era con noi aveva delle esigenze alimentari, abbiamo cercato il menù all'entrata che potesse fugarci i dubbi ma non lo abbiamo trovato. Stanchi di cercare ulteriormente,però, abbiamo chiesto un tavolo e ci siamo accomodati. Dopo qualche minuto ci viene richiesto se gradivamo dell'acqua e subito ci viene portata. Passa ancora qualche altro minuto e al nostro tavolo si presenta una cameriera che ci chiede se eravamo pronti ad ordinare. Le facciamo presente che non eravamo ancora pronti perché nessuno ci aveva portato i menù e lei, prontamente, ci risponde che i menù non c'erano e che ci avrebbe elencato le pietanze disponibili per quella sera: 4 o 5 piatti di antipasto, 4 o 5 di primi, 3 secondi e qualche contorno. Perplessi per l'assenza del menu ma affamati, pensiamo di ordinare 2 o 3 piatti di antipasto da poter condividere ma ci viene risposto che non potevamo scomporre l'antipasto perché completo di tutte le portate elencate e che se ci sembrava troppo potevamo prendere al massimo 1 portata "sfusa". Interdetti per il rifiuto ricevuto, decidiamo comunque di prendere 1 sola portata di antipasto (anche se ne avremmo prese di più) scegliamo un secondo tra i 3 disponibili e 3 contorni. In breve: 1 acqua, 1 antipasto (3 polpettine), 3 straccetti (200 gr. di carne cotta alla griglia condita olio e sale, 25 euro al piatto) , 3 contorni e 1 caffè ci sono costati la bellezza di 100 euro. Poiché il conto non ci sembrava congruo con quello che abbiamo mangiato, abbiamo fatto notare che i ristoratori sono obbligati ad esibire un menù, in modo da poter mettere in condizione il cliente di scartare o meno il ristorante. Ci é stato risposto che se avessimo chiesto il menù, ci sarebbe stato dato. Un atteggiamento davvero irritante. Ciliegina sulla torta della serata, paghiamo in contanti una parte del conto e naturalmente dello scontrino...
Read morePurtroppo questo ristorante non chiede Green Pass, il che è illegale e pericoloso visto che le finestre sono chiuse per via del freddo invernale e i tavoli sono vicinissimi fra di loro, alcune sedie sono proprio attaccate a quelle del tavolo accanto.
Non so come si possa essere così superficiali con i propri clienti e non volersi assicurare che siano al sicuro nel proprio locale.
Altra nota di superficialità è data dai piatti sbeccati malamente, la cosa non solo non è igienica, ma anche pericolosa perchè ci si potrebbe fare male.
Il cibo era buono, questo è fuori discussione, e questo è stato piacevole, ma non c’è il menu cartaceo ne’ digitale, è impossibile capire i costi delle cose visto che i piatti vengono citati a voce dal cameriere. Praticamente ordini alla cieca. Quanto costa al kilo l’orata che è appena stata citata? Non si sa, mistero. Ovviamente quando si è al tavolo con ospiti che hai invitato a pranzo fuori non ti metti a chiedere i prezzi ad alta voce davanti a loro e quindi eviti. Effetto sorpresa.
Le pietanze sono state servite in maniera disordinata e in notevole ritardo. Alcuni stavano ancora aspettando il piatto mentre gli altri avevano finito. l’acqua ci è stata portata a metà pasto e tra una portata e l’altra ci trovavamo sempre senza posate. Dunque, mi spiace, ma il servizio è pessimo e non fa onore alla qualità delle pietanze.
Il conto viene portato sul foglietto della comanda, anche lì i piatti non hanno i prezzi. C’è solo il totale scritto a mano. Praticamente il costo dei piatti, del vino, dell’acqua, del...
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