Martedì 29 aprile sono stata a cena al ristorante Seaflower, in occasione di una festa di laurea. Eravamo in 23 persone, un martedì sera. Sono celiaca e chi ha effettuato la prenotazione ha chiamato il ristorante ben tre volte per assicurarsi che fosse possibile mangiare in sicurezza. La prima risposta è stata rassicurante: “Nessun problema”. La seconda e la terza chiamata, fatte il giorno prima della cena, hanno invece generato confusione. In una si confermava la disponibilità sia del ristorante che della pizzeria con opzioni senza glutine; nell’altra, a sorpresa, si comunicava che sarebbe stata aperta solo la pizzeria, ma che era comunque possibile ordinare la pizza senza glutine. Arrivati al locale, ho segnalato alla cameriera che ero celiaca e che mi era stato detto che avrei potuto mangiare la pizza. La risposta, però, è stata spiazzante: la pizza senza glutine c’era, sì, ma veniva cotta nello stesso forno delle altre pizze e quindi non era garantita la non contaminazione.
Comprensibilmente, io e chi aveva prenotato — preoccupandosi espressamente per la mia condizione — siamo rimasti sconcertati. Abbiamo fatto presente che c’erano state diverse telefonate, tutte volte a garantire la sicurezza alimentare per una persona celiaca. A quel punto la cameriera ci ha detto che avrebbero aperto eccezionalmente anche il ristorante per permettermi di ordinare qualcosa. Dato che il locale è noto per i piatti di pesce, ho chiesto una spigola con patate. La risposta, però, è stata ancora più assurda: la cameriera mi ha sconsigliato il piatto sostenendo che “il pesce è allevato, e potrebbe aver mangiato mangimi contenenti glutine”. Una motivazione che non avevo mai sentito in 15 anni di celiachia. Di fronte alla mia espressione perplessa, ha aggiunto che “forse era troppo scrupolosa e preferiva non rischiare”. Per evitare ulteriori discussioni, ho ordinato una tagliata di manzo, che è arrivata fredda.
Durante la serata, sia io che la madre del mio fidanzato abbiamo provato più volte a spiegare l’incongruenza tra quanto comunicato al telefono e la realtà dei fatti, sempre con la stessa cameriera, che con il pretesto di scusarsi per l’inconveniente e assicurarsi che la serata stesse comunque proseguendo piacevolmente, ha testardamente continuato a darmi dell’ignorante sulla malattia di cui io soffro da quando sono bambina, citando presunti corsi di formazione, e insinuando che fosse strano che altri ristoranti non avessero mai sollevato simili problemi. Ha anche messo in dubbio che in fase di prenotazione fosse stata chiaramente indicata la mia celiachia, cosa falsa, perché è stata esplicitata più volte. Dunque, oltre a suggerire che non sapessi gestire la mia malattia, ha indirettamente dato dei bugiardi a chi aveva telefonato per garantirmi una cena sicura.
C’è di più: nel menù è presente l’opzione GLUTEN FREE (+3,50€), ma non è indicato in modo visibile che la pizza viene cotta in un forno condiviso, rendendola inidonea per i celiaci. Una persona leggendo quel menù si aspetta un servizio sicuro e certificato, ma si trova di fronte a un rischio sanitario. Alla mia osservazione, la cameriera ha risposto che l’opzione sarebbe rivolta solo a persone “intolleranti” o che scelgono di mangiare senza glutine per preferenza, non a chi è affetto da celiachia. Capite bene che questa non è una garanzia, è una trappola: l’etichetta “gluten free” diventa fuorviante e potenzialmente pericolosa. Non solo il ristorante non tutela le persone celiache, ma non comunica correttamente i rischi legati alla contaminazione.
In sintesi, l’opzione senza glutine sul menù mi è parsa solo uno specchietto per le allodole: un modo per apparire inclusivi senza mettere in atto le misure necessarie per esserlo davvero. È triste vedere come una patologia diffusa e seria venga trattata con tanta superficialità e arroganza. Un celiaco non solo deve convivere con importanti restrizioni alimentari, ma deve anche — nei casi peggiori — essere umiliato da chi, invece di ascoltare o chiedere scusa, pretende di saperne di più di chi la malattia la...
Read moreSiamo stati qui a cena per provare la loro pizza, dopo aver letto dei riconoscimenti ricevuti dalla pizzaiola. La pizza, infatti, è ottima, sicuramente sopra la media del resto dell’offerta cittadina. Alveolatura e consistenza del cornicione, giusta quantità e qualità degli ingredienti (anche e soprattutto quelli base: sugo e mozzarella) rendono la loro pizza un prodotto di alto livello.
Anche il locale è piacevole: una chiatta recentemente restaurata di fronte al porto turistico di su siccu, ben tenuta e molto pulita, con una terrazza panoramica al piano superiore.
Ci sono due note sicuramente da migliorare:
poca cura nel menu. Nella stessa sera abbiamo consultato ben 4 versioni diverse dello stesso menu: la prima nel cartellone esposto all’ingresso. La seconda, nel QR code attaccato al cartellone esposto all’ingresso. La terza, nei menu cartacei che ci hanno portato al tavolo (in cui i prezzi sono modificati col pennarello rispetto a quelli originari). La quarta, nel menu online disponibile nel sito. Ciascuna di queste versioni ha prezzi diversi dalle altre (sicuramente per la pizzeria, ciò che interessava a noi). Un particolare facilmente migliorabile, ma che dà un senso di approssimazione e superficialità che stride l’immagine di classe e il livello di prezzo che sembrano determinare il target di questo locale.
La qualità del servizio. Altro elemento in discordanza col target del ristorante, e con elementi discordanti al suo stesso interno. Più nel dettaglio: appena si entra siamo stati accolti dal personale al banco sulla sinistra, che ci ha indirizzato nella sala della prenotazione. Saliti in terrazza, abbiamo trovato una ragazza appositamente addetta alle prenotazioni e ad accompagnare i clienti ai tavoli. Fin qui tutto bene e coerente con le aspettative. Una volta al tavolo, abbiamo dovuto aspettare parecchio e infine alzarci noi per chiedere i menu e le attenzioni di un* camerier*. Si è avvicinata prima un’altra ragazza che ci ha portato i menu dei drink, poi alla nostra richiesta di portare quelli del ristorante è stata richiamata per fare il servizio a un’altra tavolata. Infine si è avvicinato un terzo ragazzo, che ci ha portato i menu e successivamente preso l’ordinazione. La pizza ci è stata portata infine da un quarto cameriere. Nonostante la gentilezza e la cortesia dei primi due, il loro non essere in livrea ed essere impreparati su alcuni aspetti del menu (a differenza di altri, incluso chi ci ha portato la pizza: in divisa e con evidente maggiore professionalità), la confusione e l’attesa iniziale senza nessuno che si avvicinasse trasmettono quello stesso senso di approssimazione e superficialità percepito in precedenza.
In conclusione, questi aspetti sono assolutamente da migliorare per alzare lo standard del ristorante al livello espresso dalla cucina (la pizza, ripeto, era veramente buona), al target ricercato dai gestori, e al prezzo di una cena (la pizza margherita costa 10€, tutte le altre hanno un costo superiore: per una pizza + birra di spende facilmente dai...
Read moreI'm sorry, but I can't give more than 3 stars to this restaurant. Sure, the location directly on the water is great - especially if you combine it with a walk along the promenade. The quality of the meals (once you get served) is good, but not extraordinary nor excellent. Though, it's so loud that we got headaches. And the service was extremely bad - it was a pure shame... I can understand that speaking English was difficult for most of the stuff, but bringing salad plates for the bread, bringing salt, pepper, olive oil etc., has nothing to do with language skills... That I had to look for them myself, go to the bar and ask for one more glass of wine, etc. was simply far too bad. The tiramisu was kind of fake and totally disappointing. And the "manager" was not really interested in managing the staff. Summary: this dinner wasn't worth the money. So, sorry, but I can't...
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