A hidden gem that outshines the original.
Just a short walk from the famous (and crowded) Little Mermaid sits her far cooler cousin—the Genetically Modified Little Mermaid. Created by Danish artist Bjørn Nørgaard, known for his provocative and experimental works, this sculpture is part of a larger, surreal ensemble that challenges tradition and reimagines myth with a modern edge.
Surrounded by other bold pieces from Nørgaard’s “Human and Animal” series, this mermaid feels more thoughtful, more expressive, and honestly, far more interesting than the tourist-packed original.
It’s a shame she’s so overlooked—we had the entire space to ourselves. If you’re already visiting the original, it’s absolutely worth the short walk to see this clever, art-forward take.
Quiet, weird, and wonderfully...
Read moreI first found reference to the genetically modified little mermaid via Atlas obscura. This app and website compiles slightly alternative tourist attractions such as this via user generated content and displays it via an easy to use map. Music to the ears of a keen local guide.
Similar in size, scale, and design to the Hans Christian Andersen based original around the corner, visiting the genetically modified little mermaid will help you to have an aura of supremacy over your friends who may have pictures with the original on their social media or in their residence.
This is good if you are trying to cultivate an image of being an intolerable hipster, something I imagine many people taking trips to Copenhagen in general and particularly this attraction may...
Read moreLa Sirenetta geneticamente modificata a Copenaghen è un'opera che non ti lascia indifferente. Si trova non lontano dalla sua "sorella" famosa, la Sirenetta classica, ma la differenza è subito evidente: questa scultura è una provocazione artistica, una sorta di versione distorta e inquietante della figura iconica danese.
Quando mi sono avvicinato, ho subito notato che l'intento dietro questa versione è molto diverso da quello della statua originale. Qui non c'è spazio per il romanticismo o il sogno fiabesco. La sirena appare alterata, con tratti che sembrano più artificiali che naturali, quasi come un esperimento scientifico andato fuori controllo. E questo è esattamente il punto: la statua è una critica forte e visibile ai temi dell’ingegneria genetica, ma anche alla manipolazione della natura stessa. È un simbolo del conflitto tra tecnologia e tradizione, tra progresso e identità culturale.
Ciò che mi ha colpito è quanto questa versione sembri volutamente scomoda da guardare. Non ha quella serenità malinconica della Sirenetta originale; invece, c'è qualcosa di disturbante nella sua posa e nelle modifiche fisiche che sono state apportate al suo corpo. Mi sono trovato a riflettere sul messaggio che trasmette: come ci stiamo allontanando dalle nostre radici per abbracciare una modernità che a volte può sembrare inquietante.
Sembra quasi volerci chiedere: fino a che punto siamo disposti a spingere i limiti della natura? Anche la sua posizione, un po' defilata rispetto ai flussi turistici, sembra enfatizzare la sua funzione di sfida, come a voler dire che non tutti sono pronti o disposti ad affrontare questo lato della realtà.
Nel complesso, la Sirenetta geneticamente modificata non è una semplice attrazione turistica, ma una riflessione potente e volutamente sgradevole su ciò che significa essere umani in un’epoca in cui la scienza e la tecnologia possono cambiare tutto, persino i miti più radicati nella nostra cultura. Un’opera che invita a pensare, anche se forse non è l’esperienza “confortevole” che ci si aspetterebbe da una visita...
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