Castello Svevo di Bari
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Dove oggi si può ammirare, e visitare, il Castello Svevo di Bari, probabilmente già in epoca greco-romana sussisteva un edificio fortificato, forse in parte, nello stesso luogo. La prima costruzione del castello fu voluta dal normanno Ruggero II (inizio edificazione, forse nell’anno 1132): questo primo edificio fu però distrutto, su stesso suggerimento dei baresi, da re Guglielmo il Malo e fatto ricostruire da Federico II di Svevia intorno al 1233. Questa fortezza, che oggi corrisponde all’edificio che si sviluppa intorno a una corte nella parte interna di tutto il fabbricato, faceva parte di una lunga serie di castelli e fortificazioni che l’imperatore volle rafforzare, se già esistenti, o edificare ex novo, nei territori dell’Italia del sud, principalmente in Puglia e in Sicilia a scopo di controllo e difesa del territorio. Successivamente, la fortezza fu rimaneggiata in epoca angioina; gli ultimi importanti interventi furono fatti nel secolo XVII da Isabella d’Aragona — che fece realizzare. attorno al vecchio nucleo, un fossato e una possente cinta esterna — e poi dalla figlia Bona, regina di Polonia, che vi morì nel 1557 (il monumento funebre, che ospita le sue spoglie, si trova dietro l’altare maggiore della basilica di San Nicola di Bari, quindi nella stessa città); le modifiche si resero necessarie per adeguare il forte alle moderne tecniche costruttive di difesa dopo lo sviluppo e l’uso delle armi da fuoco, specialmente dei cannoni. Dell’edificio che possiamo ammirare adesso, la parte fatta costruire da Federico II è quella più interna, di forma rettangolare, con torri quadrangolari squadrate, una è rotonda. e mura a piombo; la cortina esterna, dei tempi di Isabella d’Aragona, ha le mura “a scarpa” o “a lancia”, ossia inclinate, circondate da un fossato. Una caratteristica dell’edificio è l’utilizzo della pietra calcarea locale bianca (pietra di Trani) che si mantiene inalterata nel tempo grazie alle sue caratteristiche di durezza, durabilità e brillantezza. Altro fatto che caratterizza questo magnifico edificio medievale è la sua vicinanza al mare che un tempo lo bagnava; il lato sul mare, a nord, non necessitando di difesa, è poco fortificato. Oggi per visitare il castello, si accede dal lato sud, attraversando il ponte sul fossato più esterno. Nel 2017 sono state ristrutturate, e riaperte al pubblico, alcune sale e nuovi reperti sono in mostra permanente; è possibile inoltre visitare una gipsoteca che espone riproduzioni in gesso di bassorilievi di chiese medioevali pugliesi.
Sergio GallittoSergio Gallitto
20
800 to 900 years of interesting history here! A well restored Norman castle built in 1132 by the Norman King, Roger II. Was subsequently destroyed in 1156 by king William of Sicily and then rebuilt by the Holy Roman Emperor Frederick II in 1233. According to tradition St Francis of Assisi met Empreror Frederick II here. And so the tale goes, the emperor seriptouusly tested St Francis' moral character by sending a courtesan to his room and observed through a peep hole what he would do. When St Francis politely turned the courtesan away, the emperor was impressed and they spent the night in conversation.
Damian RogersDamian Rogers
50
From the outside Bari Castello looks fascinating and calls out to be explored, sadly the actual experience leaves a lot to be desired. My belief is that for most people the excitement of a castle arrises from exploring the walls and towers, enjoying the experience of looking out from these high vantage points imagining oneself defending the same walls from invaders. In many ways this is an easy way to engage young children in history. The reality of Bari Castello is quite different. It is a dry soulless museum. Internal rooms only with lifeless exhibitions. With little to engage an adult let alone a child. Access to look out of even the few windows it has, is prohibited and there is no access to the walls or any vantage point. Some may be fascinated by the Korean paper exhibition or the Greek vases but for most this will be a fleeting visit. At €6 (as at July 2022) it is overpriced and uninteresting. Enjoy walking around the exterior for free, during the day or early evening. It has a definite turkish feel to it and seen under a crescent moon stirs the imagination. Bari as a town may not be known as a tourist destination but the next old town is worth exploring and it is an enjoyable place to visit, just dont waste your money on the castle.
Larry DLarry D
180
I went to this castle having a keen interest in the local history and expected to at least see something relevant to the time period or at least walk the walls. Upon entry you walk about 30 feet into the keep which is quite nice, then there are several rooms to visit. There is only two floors and you have no opportunity to look out of the windows as the entire interior has been refurbished and there are completely unrelated pieces of junk and tat in there. The quality of the English used in the museum is staggeringly bad, it is an unreadable meandering nonsensical jumble of overlong sentences. There is no opportunity to even go onto the walls. There doesn't seem to be any point to visit the museum, I actually feel violated by having been there 👎🏻
John NicholasJohn Nicholas
60
Girare per Bari vecchia il giorno di San Nicola a maggio è già un'esperienza mistica. Ma io ho voluto strafare e mi sono voluta immergere completamente nel silenzio della storia che prediligo, quella legata a Federico II, da brava catanese. Mentre San Nicola riceveva gli onori e le offerte su di un peschereccio infiorato al centro del porto, dentro il Castello Svevo- Normanno-Angioino scorrevano, fisicamente, le immagini di un film proiettato sulle mura interne delle sue sale. Siamo stati catapultati nelle epoche che hanno reso la Puglia set di grandi avvenimenti storici e location prediletta per la costruzione dei più bei castelli ( e chiese) in stile romanico; la trovata dei plastici con cui interagire la ritengo geniale, soprattutto a livello di coinvolgimento del pubblico, dei più piccoli come degli adulti. Il supporto tecnologico e audiovisivo della guida così ben studiato e realizzato è innovativo e, per me, vincente. Dopo aver appreso le origini e le varie modifiche via via realizzate nel tempo, la visita al castello sicuramente viene apprezzata in modo più consapevole. Si calpesta il suolo antico, si attraversano le ali e i saloni, immaginandosi alla corte di Federico o di Carlo d'Angiò, e di Isabella d'Aragona e di sua figlia Bona Sforza; si ammira il simbolismo scultoreo degli animali, ( che si ritrova ovunque nella città vecchia); insomma si respira Normannitudine con cognizione di causa ed è una sensazione piena ed emozionante. E per suggellare questo ricordo, di fronte al Castello ho trovato un negozio di artigianato "Magica Terra" dove mi sono imbattuta e innamorata del ciondolo della pianta ottagonale di Castel del Monte. E me lo sono regalato, ovviamente. Esperienza unica. Grazie Puglia.
barbara miletobarbara mileto
10
Non potete dire di conoscere Bari se non visitate il suo castello, l’edificio simbolo della città, a ridosso della Città vecchia, tra la darsena vecchia e la cattedrale. Voluto dall’imperatore Federico II nel XIII secolo su ciò che restava di una fortificazione normanna, fu più volte trasformato, fino a diventare, nel suo periodo d’oro, sede di una raffinata corte rinascimentale retta da due donne. Oggi è sede di un museo e salotto culturale della città. Una passeggiata lunga un millennio La visita all’imponente fortezza circondata dal fossato che domina il centro storico barese è una passeggiata lunga un millennio in compagnia di grandi imperatori e regine. Il nucleo centrale è di origine bizantino-normanna, ma fu completamente trasformato da Federico II tra il 1233 e il 1240, restaurato da Carlo d’Angiò nella seconda metà del XIII secolo, mentre i baluardi a scarpata con i torrioni angolari furono aggiunti nel periodo aragonese durante il XVI secolo. Quando gli aragonesi lo donarono alla famiglia ducale degli Sforza, la rocca fu ampliata e abbellita dall’intervento di due donne, madre e figlia: Isabella di Aragona, vedova di Gian Galeazzo Sforza, duchessa di Bari e Bona Sforza. Il castello divenne sede di una corte che niente aveva da invidiare a quelle delle signorie del Nord. Dobbiamo a loro la scenografica doppia rampa di scale che collega il pian terreno ai saloni del piano nobile. Durante la dominazione borbonica, tuttavia, per il castello iniziò un lungo periodo di decadenza ed abbandono, durante il quale fu adibito a carcere e a caserma. Solo di recente, nel 2017, dopo lunghi lavori di restauro e valorizzazione, il castello è stato aperto al pubblico come sede museale.
Stefano FanaraStefano Fanara
00
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