La Grotta della Vipera è un ipogeo funerario che si trova nel Viale Sant'Avendrace. Venne fatto costruire dal romano Lucio Cassio Filippo in onore di sua moglie, Atilia Pomptilla, in una datazione compresa tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del II secolo d.C. La presenza sul frontone di due serpenti scolpiti affrontati, il cui significato è stato variamente interpretato dagli studiosi, ha dato la denominazione al sito: tra le varie interpretazioni essi rappresenterebbero le figure divine di Iside e Osiride, secondo altre Lucio Cassio Filippo e Atilia Pomptilla e la loro fedeltà coniugale; alcuni studiosi, infine, attribuiscono il significato dei due serpenti all'analogia con il mito di Cadmo e Armonia. Compongono la tomba, decorata all'esterno da una facciata con due colonne (di cui è superstite un capitello) ed un frontone timpanato, un pronao e due camere funerarie. Sulle pareti del pronao vi è l'incisione, oggi scarsamente leggibile, delle iscrizioni metriche latine e greche, attraverso le quali è possibile ricostruire la vicenda dei due coniugi esiliati in Sardegna, secondo la quale Atilia offrì in voto agli dèi la propria vita in cambio di quella dell'amato marito colpito da una grave malattia. Lo studioso Alberto Della Marmora, durante i lavori di costruzione della Strada Reale Cagliari-Porto Torres, nel 1822, impedì la distruzione di questo monumento (sono ancora visibili nella parete rocciosa i fori per le mine, poi rimasti inutilizzati). Il generale, nel suo “Itinerario dell’isola di Sardegna” scrisse, in merito a questo monumento: “Questa tomba (la Grotta della Vipera) non è più nell’originario stato d’integrità, anche perché da molto tempo si è scavato attorno per estrarre dalla roccia la pietra da taglio, che qui è di buona qualità. Posso dire, senza vantarmi troppo, che sono stato io a fermare nel 1822 la mano distruttrice degli impresari della grande strada reale. Costoro avevano già cancellato una tomba vicina e avrebbero fatto lo stesso con l’altra se non avessi fatto intervenire l’autorità del vicerè per impedirne la completa distruzione.” (A. Della Marmora, Itinéraire de l’Ile de Sardaigne, Torino 1860). Grazie a questo tempestivo intervento di tutela, attualmente l'accesso alla Grotta della Vipera è consentito al pubblico, che può visitare la tomba accedendo dal...
Read moresecolo d.C., la città di Karales fu teatro di una struggente storia d’amore, le cui testimonianze sono conservate al civico n. 87 di viale Sant’Avendrace.I protagonisti della vicenda furono due coniugi, la nobildonna romana Attilia Pomptilla e il suo sposo Lucio Cassio Filippo.
Le iscrizioni poetiche presenti nella parete rocciosa hanno consentito di ricostruire le vicende dei due amanti. Esiliato in Sardegna, probabilmente a seguito del padre, durante il periodo di Nerone, Lucio Cassio Filippo contrasse la malaria. Attilia Pomptilla si rivolse agli dei affinché prendessero la propria vita in cambio della guarigione del suo “spirante sposo”.Non si sa per quale ragione, ma le sue preghiere furono esaudite: Filippo Cassio ebbe “vita novella” mentre Attilia si ammalò e, poco dopo, morì. Il ringraziamento del marito per il sacrificio della propria sposa si concretizzò in un monumento funerario avente le fattezze di un tempio.
La cripta serpentum era composta da un atrio e da due camere funerarie, che testimoniano l’uso di due distinti riti funerari: l’inumazione e l’incinerazione. Manca, la pavimentazione che separava il monumento da un più modesto sepolcro interrato.
L’ipogeo ha restituito un complesso di iscrizioni, tra le quali spicca quella sovrastante il frontone, il cui testo recita: O(pus) I(nstitutum) O(blatum) Q(ue) S(acrae) memoriae Atiliae L(ucii) f(iliae) Pomptillae benedictae. M(aritus) s(ua) p(ecunia) ovvero Monumento edificato e dedicato alla sacra memoria della benedetta Attilia Pomptilla, figlia di Lucius. Il marito (fece) a proprie spese.
Nel frontone sono raffigurati i due serpenti che danno il nome al monumento, la cui interpretazione è molteplice e controversa. All’interno dello stesso numero civico è visitabile un altro monumento funerario, il colombario di Tito...
Read moreLa Grotta della Vipera è un ipogeo funerario che si trova nel Viale Sant'Avendrace. Venne fatto costruire dal romano Lucio Cassio Filippo in onore di sua moglie, Atilia Pomptilla, in una datazione compresa tra la seconda metà del I secolo d.C. e la prima metà del II secolo d.C. La presenza sul frontone di due serpenti scolpiti affrontati, il cui significato è stato variamente interpretato dagli studiosi, ha dato la denominazione al sito: tra le varie interpretazioni essi rappresenterebbero le figure divine di Iside e Osiride, secondo altre Lucio Cassio Filippo e Atilia Pomptilla e la loro fedeltà coniugale; alcuni studiosi, infine, attribuiscono il significato dei due serpenti all'analogia con il mito di Cadmo e Armonia. Compongono la tomba, decorata all'esterno da una facciata con due colonne (di cui è superstite un capitello) ed un frontone timpanato, un pronao e due camere funerarie. Sulle pareti del pronao vi è l'incisione, oggi scarsamente leggibile, delle iscrizioni metriche latine e greche, attraverso le quali è possibile ricostruire la vicenda dei due coniugi esiliati in Sardegna, secondo la quale Atilia offrì in voto agli dèi la propria vita in cambio di quella dell'amato marito colpito da una grave malattia. Lo studioso Alberto Della Marmora, durante i lavori di costruzione della Strada Reale Cagliari-Porto Torres, nel 1822, impedì la distruzione di questo monumento (sono ancora visibili nella parete rocciosa i fori per le mine, poi rimasti inutilizzati). Grazie al tempestivo intervento di tutela, attualmente l'accesso alla Grotta della Vipera è consentito al pubblico, che può visitare la tomba accedendo dal...
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