La ciudad de Otranto se encuentra en la parte más oriental de Italia, ubicada sobre un promontorio rocoso que domina el mar Adriático. Este punto estratégico ha hecho que la ciudad haya sido codiciada por muchos pueblos a lo largo de los siglos, asentándose en ella multitud de culturas que han dejado su huella. No es extraño que el casco antiguo de Otranto sea Patrimonio Cultural de la Unesco. En este patrimonio destacan el castillo Aragonés y la catedral de Santa Maria Annunziata. El castillo tiene planta pentagonal irregular con tres grandes torres circulares y un gran baluarte en forma de punta de lanza que mira hacia el puerto. Toda la ciudadela está rodeada por un ancho foso. Aunque en esta zona ya había asentamientos prehistóricos durante el Neolítico, no es hasta el siglo III a.C., tras las guerras Samnitas, que la Roma republicana levanta una fortaleza con el fin de proteger el puerto de la ciudad. Tras la caída del Imperio Romano de Occidente a finales del siglo V se establecieron los bizantinos que reforzaron la fortificación romana. A lo largo de los siglos XI y XII se producen diversas invasiones normandas por todo el sur de Italia, quedando Otranto bajo dominio normando. Estos realizaron importantes mejoras en las murallas, aumentando su perímetro y añadiendo un foso y tres torres cilíndricas. Durante los siglos XIII al XV en el sur de Italia se van sucediendo diversas casas gobernantes: normandos, franceses y aragoneses. A mediados del siglo XV el reino de Nápoles pasa a formar parte de la Corona de Aragón. En el año 1480 se produce un importante acontecimiento que puso un punto de inflexión, tanto para el castillo como para la ciudad de Otranto, fue el asedio e invasión otomana de 1480. En ese año un colosal ejército otomano, compuesto por miles de soldados, desembarcó en el puerto de Otranto bombardeando la ciudad. Una parte de la población se refugió en la ciudadela del castillo hasta que tras varios días de asedio y bombardeos finalmente las tropas otomanas entraron en la fortaleza. Los hombres mayores de 15 años fueron asesinados, mientras que las mujeres y los niños fueron llevados a Constantinopla para ser vendidos como esclavos. A los supervivientes que se habían refugiado en la catedral se les ofreció la posibilidad de seguir con vida si renunciaban al Cristianismo y se convertían al Islam. Sin embargo, muchos de ellos se negaron a hacerlo, por lo que al menos 800 de ellos fueron martirizados y decapitados delante de sus familias. Actualmente, en la catedral de Otranto se puede ver la capilla de los Mártires realizada en el siglo XVIII con el fin de albergar los restos óseos de estos 800 mártires. Tras trece meses de ocupación otomana, la ciudad de Otranto fue reconquistada en 1481 por el rey Fernando I de Nápoles (Fernando II de Aragón apodado el Católico), incorporándola de nuevo a la Corona de Aragón. A consecuencia de estos hechos, el rey Fernando I ordenó que se llevara a cabo una gran remodelación y ampliación del castillo adaptando la poliorcética del recinto fortificado a la artillería y las nuevas armas del siglo XVI. Esta reconstrucción corrió a cargo del arquitecto e ingeniero militar Francesco di Giorgio Martini que reforzó las murallas y sus estructuras e incorporó bastiones angulados y plataformas de artillería encarando al puerto, dándole el aspecto que podemos ver hoy día. El castillo se puede visitar todos los días con horarios de 8 a 18 horas en invierno y hasta las 20 horas en verano. El coste de la entrada general es de 12 euros/pax. El interior del castillo fue remodelado a finales del pasado siglo y actualmente alberga varias exposiciones culturales permanentes y un museo dedicado a la prehistoria e historia de Otranto. Un majestuoso castillo que inspiró al escritor inglés Horace Walpole a escribir en 1764 'El castillo de Otranto', la primera novela de terror gótico de la historia. El castillo de Otranto se encuentra en un excelente estado de conservación. Merece la pena una visita a una ciudadela con muchos siglos...
Read moreIl Castello, nella sua configurazione iniziale, di fine '400, si presentava a forma di quadrilatero (trapezio rettangolo) , con ai vertici quattro Rondelle (torri circolari), con quella rivolta verso il mare in posizione più sporgente, come spesso rappresentato nei trattati da Francesco di Giorgio Martini. La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni, che interessarono la fortezza per tutto il '500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi da fuoco. E' delimitato su tutti i lati da un profondo fossato che viene superato all'ingresso con un ponte, oggi con arco in pietra e calpestio in legno, probabilmente in origine di tipo levatoio. Un corridoio stretto immette direttamente nell'atrio del piano terra. Attraversandolo si nota l'ispessimento della facciata realizzato agli inizi del '500. Tutti gli ambienti del piano, sviluppati a ridosso delle cortine esterne, a pianta rettangolare o quadrata, si affacciano sul cortile interno e sono coperti da sistemi a volta. All'esterno del quadrilatero originario si sviluppano due ambienti, certamente tra i più rappresentativi dell'intera struttura: le sale triangolare e rettangolare. La sala triangolare fu generata dagli ampliamenti di metà '500, quando fu aggiunto all'esterno il bastione tra le due Rondelle. Particolarmente suggestiva è la copertura a volta di questa sala definita dall'intersezione di tre unghie di padiglione in pietra carparo che seguono la particolare forma in pianta del locale. La Cappella al piano terra si presenta parzialmente affrescata e contiene al suo interno varie cornici ed epigrafi, tra le quali quelle della tomba di Donna Teresa De Azevedo, morta il 23 febbraio del 1707, alla quale il marito, Don Francesco de la Serna e Molina, castellano dell'epoca, dedicò una tenerissima epigrafe in cui la indica quale "esempio di pudicizia, dea di bellezza, modello di onestà, prole di eroi spagnoli" . Al di sotto del piano terra si sviluppa un intrigo di cunicoli, gallerie e piccoli ambienti, che definisce il sistema dei "sotterranei" . Si tratta di ambienti di grande valore storico, molto suggestivi, rimasti immodificati sin dalla loro costruzione, risalente al primo impianto di fine '400. Solo alcuni percorsi hanno subito, con il perfezionamento delle armi da fuoco, nel '500, piccole trasformazioni e ampliamenti. I sotterranei sono il luogo in cui diventa più facile leggere le differenti fasi che hanno caratterizzato la costruzione del Castello: il primo impianto di fine '400, le fodere e i rinforzi delle cortine e di alcune rondelle di inizio '500, l'aggiunta del bastione triangolare di metà '500 e, infine, la realizzazione del puntone verso mare di fine '500. Attraverso una scala in pietra coperta e una scala esterna, sempre in pietra, si può raggiungere il ballatoio del primo piano, che garantisce l'ingresso ad una serie di ambienti che ricalcano in grandi linee posizione e impostazione del piano terra. Da questo livello si accede, però, all'interno delle tre rondelle ancora oggi presenti agli spigoli. Nel cuore delle rondelle, protette da una spessa cortina esterna, sono presenti ambienti a pianta circolare, coperti da cupole emisferiche in pietra carparo, in cui erano collocate bombarde e cannoni orientati verso bocche di fuoco comunicanti con l'esterno. Sulle coperture sono presenti i percorsi di ronda, protetti da muri molto spessi con feritoie per la disposizione di cannoniere. Sia sulle cortine esterne che all'interno dell'atrio sono presenti alcuni stemmi araldici di sovrani e nobili, protagonisti della storia del Castello. Particolarmente interessante quello posto sul portone d'ingresso con lo stemma scolpito dell'Imperatore Carlo V. La fortezza è la location del primo romanzo gotico della storia: Il castello di Otranto, di Horace...
Read moreUn'Esperienza Entusiasmante al Castello: Tra Storia, Bellezza e un Benvenuto Indimenticabile! Visitare questo castello è stata un'esperienza davvero entusiasmante, capace di catturare l'immaginazione fin dal primo sguardo. Ogni angolo di questa magnifica fortezza racconta secoli di storia, avvolgendo i visitatori in un'atmosfera quasi magica. Dalle imponenti mura esterne ai dettagli raffinati degli interni, si percepisce l'amore e la cura con cui questo patrimonio è stato conservato. Le sale sono ricche di fascino, i percorsi ben segnalati e i giardini offrono scorci incantevoli per chi ama passeggiare immerso nella bellezza. L'intera visita è un susseguirsi di scoperte, con esposizioni che affascinano e permettono di immergersi completamente nella vita castellana di un tempo. È un luogo che ti sorprende ad ogni passo, rievocando storie di cavalieri, dame e intrighi nobiliari. Ti ritrovi a sognare ad occhi aperti, trasportato in un'altra epoca. Un aspetto che ha reso la nostra esperienza ancora più piacevole è stata l'accoglienza ricevuta. Tutto il personale si è dimostrato cordiale e disponibile, ma un ringraziamento speciale e sentito va a Rocco, il ragazzo che abbiamo incontrato alla biglietteria. Volevamo fare i nostri più sinceri complimenti a Rocco per la sua straordinaria professionalità e la sua immensa gentilezza. Con il suo sorriso accogliente e la sua disponibilità, ha reso il nostro arrivo davvero speciale. Rocco non si è limitato a svolgere il suo compito; ci ha fornito informazioni utili con una tale cortesia da farci sentire subito i benvenuti e a nostro agio. La sua allegria e la sua premura sono un vero valore aggiunto per il castello e per l'esperienza complessiva dei visitatori. È raro trovare persone che lavorano con così tanta passione ed empatia. In definitiva, questo castello non è solo un luogo di grande bellezza storica e architettonica, ma anche un esempio di come l'eccellenza nell'accoglienza possa rendere un'esperienza già magnifica, assolutamente indimenticabile. Un plauso a chi lo gestisce e, ancora una volta, un grazie di...
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