Palazzo Santo Stefano, attualmente sede di alcuni uffici provinciali, della Prefettura e di uffici staccati di altri enti (tra cui l'Università di Padova), è un complesso articolato di edifici, testimonianza secolare della città. In origine monastero benedettino femminile, conserva pochissime tracce della funzione originaria, a causa delle numerose trasformazioni e variazioni d'uso, le più rilevanti delle quali avvenute tra il 1810, anno della sua dismissione come monastero, e gli anni trenta del XX secolo, quando ne è stato definito l'aspetto attuale. Come ampliamento di Palazzo Santo Stefano, nel 1852 viene realizzata la nuova residenza per il Regio Delegato Austriaco, annessa alla Prefettura. L'area utilizzata è quella lungo riviera San Giorgio (attuale riviera Tito Livio), dove esistevano alcuni edifici poco importanti, che furono demoliti per l'occasione. Il progetto è dell'architetto Giacomo Sacchetti. Con l'annessione di Padova al Regno Italiano nel 1866, la Palazzina diventa Residenza del Prefetto, e successivamente, dal 1946, con la Repubblica viene utilizzato come Appartamento di Rappresentanza per le personalità politiche ospiti della città. All'edificio si accede dal grande androne sul quale si apre la scala d'onore che porta al primo piano; altre stanze sono tra l'androne e il giardino, su cui se ne affacciano alcune a doppia altezza: la sala con le tre vedute a olio (autore sconosciuto) e il corridoio con soffitto voltato. Al piano superiore lo scalone introduce a un vasto disimpegno, dal quale si passa all'enfilade delle stanze lungo la riviera, che culminano da un lato nella stanza da letto del Presidente e dall'altro nella terrazza verso il giardino (verandata nel 1964). Altri locali collegano, sul retro, la palazzina con la Prefettura. Il progetto non risulta particolarmente brillante architettonicamente, in ragione del fatto che altezze dei piani e sfruttamento delle fondazioni preesistente sono state imposte dalla volontà “di una femmina istigata da chi vedea di mal occhio tale operazione commessa ad un architetto non imperiale”. L'architetto Angelo Sacchetti (figlio del progettista Giacomo Sacchetti)[5] disegnò la lunetta sopra il portone d'accesso, realizzata in ghisa dalla fonderia Benek-Rocchetti (la stessa fornì anche le inferriate delle finestre, gli altri rilievi del portone e la ringhiera della scala d'onore), così come si presume siano sue anche le decorazioni pittoriche dell'appartamento, tra cui l'Allegoria della primavera (1854, sul soffitto della scala), eseguite con Vincenzo Gazzotto. Nel 1952 l'appartamento...
Read moreL'imponente scalone che porta ai piani superiori da solo varrebbe la visita di questo ex monastero dell'anno 1000 che è stato demolito e (1935) trasformato nell'attuale palazzo cambiando destinazione d'uso e caratteristiche dai primi del 1800 quando la Chiesa di Santo Stefano fu soppressa e venduta a privati. Splendida la sala Consiliare affrescata dal veneziano Carlini e ideata dal bellunese Matscheg, senza scordare la presenza di rifugi antiaerei e antigas quasi anacronistici una volta che ci si affaccia sul chiostro che dà sull'attuale liceo Tito Livio. Nel quotidiano il Santo Stefano offre ospitalità agli uffici della provincia e della prefettura e l'edificio, variamente articolato, offre interessanti spunti architettonici, statue, opere d'arte e civili, un pezzo di Padova, di fronte alla più famosa tomba di Antenore, che vale la pena...
Read moreAndato ieri in occasione di una semplice mostra fotografica; la signora presente, preparatissima e molto simpatica, ha saputo guidarmi in un viaggio artistico e storico in senso vero, permettendomi la visita del palazzo e delle sue sfaccettature storiche, rappresentando l'arte come storia ed esperienza si confacciano, davvero molto meritato. Peccato l'assenza di sito e informativa che penalizzano altrimenti un posto egualmente importante da un punto di...
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