L'Arsenale non è la prima cosa a cui si pensa quando si prospetta un viaggio a Venezia, ma a mio avviso merita sicuramente una visita. Quando si sente la parola "arsenale", la maggior parte delle persone pensa a una fortificazione potente e inespugnabile, irta in tutte le direzioni di archibugi, moschetti, mortai, colubrine e altri falconetti. Ma non bisogna dimenticare che inizialmente gli arsenali apparsi da qualche parte in Medio Oriente svolgevano principalmente il ruolo di riparare tutti i tipi di armi. Pertanto, l'Arsenale di Venezia venne creato nella “città delle lagune, dei canali, dei vaporetto e delle barcarolle” proprio come una sorta di impresa multidisciplinare, dove galee da guerra, galeoni, sciabecchi, caracche, galeazze e altre navi furono costruite e attrezzate, anche durante le Crociate. Molte fonti sostengono che l'arsenale veneziano abbia preso il nome dalla parola veneziana “arzanà”, che a sua volta deriva dall'arabo “dār as-inā῾a”, ossia “casa di commercio”. E, naturalmente, non sorprende che questa parola derivi dalla lingua dell'Islam, perché nel IX secolo furono i musulmani a dominare il Mediterraneo. Non si conosce con certezza la data esatta di fondazione dell'Arsenale di Venezia. Le cronache ci hanno portato solo alcune date: pietre miliari nello sviluppo di questa impresa navale. Si trovava alla periferia orientale della Città Antica, nel cuore stesso del sistema lagunare (mantenete la rotta sulla “coda del pesce veneziano”, così appare dall'alto la parte centrale del “capitale della città lagunare”). È chiaro che presso questa stessa impresa di costruzioni navali, oltre al obbligatorio cantiere navale, c'erano fucine (chiodi, catene, ancore), falegnamerie, officine di attrezzature, nonché magazzini di armi. Nella mappa della "Cronologia Magna" di Frate Paolino, risalente agli inizi del XIV secolo, possiamo vedere i cantieri navali circondati da merli. Ma gli scavi archeologici indicano che l’Arsenale nel suo stato “primitivo” esisteva già alla fine dell’XI – inizio del XII secolo (cioè quasi immediatamente dopo la Prima Crociata). Poiché i Veneziani combatterono attivamente, volentieri e bene, l’antico L'Arsenale (Arsenale Vecchio) non poteva più soddisfare le esigenze delle navi. A questo proposito, nel 1326 fu costruito un nuovo Arsenale (Arsenale Nuovo). Inoltre, oltre ai lavori sopra descritti, nel nuovo Arsenale vennero fusi cannoni, prodotta la polvere da sparo e costruite le vele. Nel 1473 fu posato il "terzo stadio dell'arsenale": il nuovo Arsenale (Arsenale Nuovissimo, lo potremmo definire). La grandezza del complesso dell'arsenale veneziano è testimoniata dal fatto che durante il suo periodo di massimo apogeo produttivo, qui lavorava un decimo dell'intera popolazione di Venezia! Attualmente, il passato militare dell'arsenale veneziano è sfumato nell'oblio e se ne conserva una traccia nel Museo Storico Navale della Marina Militare. A proposito, non tutti gli oggetti hanno l'onore di essere cantati in poesia, ma l'Arsenale di Venezia è stato “notato” nell'opera immortale di Dante Alighieri “La Divina Commedia”. Ricordate le righe: “Quale nell'arzanà de' Viniziani bolle l'inverno la tenace pece a rimpalmare i legni lor non sani...”? Traduzione: "Come nell'Arsenale dei Veneziani d'inverno bolle la pece viscosa per riparare le loro navi danneggiate".