Tra i tanti locali della zona Marconi-Ostiense, questo è stato una vera scoperta, grazie ad un video di una famosa foodblogger romana. Il locale è piccolo e minimalista (prenotate) ma molto carino e con cucina (brace) a vista. Come indica il nome tutto è cotto alla brace e il menù varia continuamente con le stagioni e la disponibilità di materie prime. Francesco e Andrea sono i due protagonisti del ristorante che ha avuto un'idea coraggiosa ed originale e per questo vanno elogiati. Francesco (nato alle pendici del Vesuvio) vi sa guidare nella scelta dei piatti, con ampie spiegazioni del menù, della materia prima e delle tecniche utilizzate, con una cortesia e simpatia mai intrusive. Dopo un amouse bouche offeso dalla casa (funghi fritti con panatura al panko su salsa affumicata), noi abbiamo provato: fettuccina al burro affumicato e tartufo bianchetto; gyoza di agnello in brodo ramen; agnello alla brace, patate sfoglia, funghi e cipolla fondente; pollo alla brace, rollè alla cacciatora e agretti alla cenere; carciofo alla romana alla brace. Tutto squisito, con salse home-made da paura. Non perdetevi l'agnello dalla cottura perfetta con la sua patata in sfoglia che vi procurerà uno squaglio di tonsille. Anche i dessert strepitosi: ananas alla brace, gelato allo yogurt e muscovado (un tipo di zucchero di canna dal colore scuro, non raffinato, a cui viene aggiunta una percentuale di melassa); torta Basca, meringa italiana, gelèe di lamponi e Lemon cura; torta al cioccolato fondente, cremoso allo yogurt e caramello alle arachidi. Ottima selezione di vini con etichette mai banali e forte presenza di vini "naturali" (noi abbiamo provato un particolare aglianico beneventano che magari può essere di non facile lettura ma che una volta aerato sprigiona tutta la sua potenza ed eleganza). Il servizio è stato attento e cortese (era un sabato sera). Il conto (e nel sito del ristorante potete leggere il menù e i costi dei vari piatti) è in linea con l'elevata qualità delle materie prime e con le raffinate tecniche utilizzate (quanto cui vuole a preparare un millefoglie rettangolare di patate croccanti? Pensate anche a questo quando valutate il conto): quindi non da bistrot ma da ristorante di un certo livello (e questo lo è nonostante le apparenze). Credo che se i soci riusciranno a non discostarsi dalla loro filosofia di cucina, potranno raggiungere livelli molto alti. Qui c'è passione, capacità tecnica, originalità delle idee, coraggio nello scegliere una formula brace-dipendente, insomma tutti i requisiti per il successo. Grazie Francesco e Andrea per questo bel viaggio che speriamo di ripetere a breve anche se abitiamo dall'altra...
Read moreNon capisco l'entusiasmo di molte recensioni e forse parliamo di due locali differenti. Lo sbracio dove sono stato ha prezzi decisamente troppo alti, fuori contesto e non giustificati. La qualità mi sembra molto buona e la preparazione anche (fuochisti/cuochi/chef evidentemente sanno il fatto loro) quindi evidentemente è la scelta commerciale che mi trova in completo disaccordo. Nessuno pretende che il locale serva porzioni abbondanti come in trattoria ma da qui a presentare il famoso raviolo di checco zalone (porzioni ridicole che neanche gli chef stellati..) mi sembra una bella presa in giro. Non ho provato il vostro supplì da 5€ per una questione di decenza. Di supplì eccellenti in giro per Roma ce ne sono (es. Bonci, Spiazzo, Sbanco, Seu...) e nessuno arriva al prezzo ridicolo di 5€. Il menù non mi sembra abbia una grande varietà e anzi presenta delle lacune secondo me notevoli anche evidenziate da altri utenti (grammature, scelta del pezzo ecc.). La location non è minimal, ma è scarna, fredda e arredata senza alcun gusto (soggettivo) o scelta di arredamento di primo livello. La temperatura interna ha fatto sudare tutti i presenti (in tutto una decina di persone) e, nonostante l'evidenza, l'aria condizionata non è stata regolata (evidentemente si risparmia anche così) e nessuna possibilità di tavolini esterni. Tra l'altro con i tavolini esterni sicuramente sarebbe stato peggio vista la puzza presente in strada (via E. Fermi immondizia in bella vista, strade sporche ecc.) e la veduta raccapricciante dell'ex cinema UCI ormai semi abbattuto (nessuna colpa per il ristoratore ma certo se stai all'ultimo piano dell'Hotel Cavalieri Hilton di Roma, o in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano forse il salasso che Sbracio ti propone è anche più giustificato). Ergo anche l'arredamento e la location non giustificano i prezzi fuori media. Il servizio è stato pessimo (ma forse la cameriera mezzo addormentata ha solo vissuto una pessima giornata): vino bianco servito tiepido e senza panno sul secchiello del ghiaccio; arrivato antipasto, mancano i piatti per i commensali; ordinata seconda bottiglia di acqua e mai arrivata ma presente sul conto; mai un passaggio al tavolo per chiedere se volessimo ordinare altro o se fosse di nostro gradimento; nessuna spiegazione delle portate. Mi dispiace, soprattutto per i bravi cuochi, ma da appassionati di carne e soprattutto da imprenditori giovani come voi mi sarei aspettato una logica di ristorazione diversa, che punta sì alla qualità ma che non ha come primo obiettivo quello di lasciare le tasche vuote ai clienti. A mai...
Read moreSiamo stati di lunedì sera a cena in 4 persone, nel momento in cui siamo arrivati all’interno del locale era presente un tavolo di circa 9 persone che doveva ancora ordinare ed un altro paio di tavoli che stavano per andarsene (ci tengo a specificare questo). Ci viene presa l’ordinazione con gentilezza e professionalità, specifico una mia allergia alimentare abbastanza pericolosa, chiedendo anche informazioni su eventuali contaminazioni ed il ragazzo mi rassicura sempre con professionalità ed educazione. Prendiamo due antipasti da dividere, nello specifico “Il crudo e la brace” e dopo circa un’ora (letteralmente, non per dire) arrivano solo i crudi e scopriamo che la brace in questo antipasto proprio non è contemplata. In questa ora tavoli arrivati dopo di noi (due per la precisione per un tot di 9 pax) vengono già serviti e viene loro portato il pane (non di cortesia, una pagnottella che da menú é a pagamento e da noi ordinata sotto consiglio del cameriere), mentre a noi viene detto che il pane è stato infornato da poco e bisogna attendere. Dopo un’altra mezz’ora vengono portate altre due portate, dopo altri quindici minuti una terza e dopo altri quindici finalmente la quarta e possiamo mangiare così tutti assieme, chi il piatto freddo chi più caldo e tutto sempre senza pane e ormai con il vino caldo per tutti (una bottiglia di bianco). Poi ecco il pane, a fine pasto, mangiato con gli avanzi dei contorni tra cui arriva uno contenente l’allergene su cui ero stata rassicurata, per poi essere portato via e tolto, ovviamente, dal conto. Il pane no, quello lo abbiamo pagato. Abbiamo pagato un prezzo per la cena che non siamo riusciti a giustificare in nessun modo, forse per l’esperienza poco positiva che abbiamo avuto poiché tutto sommato il cibo era buono non contando il troppo sale negli spaghetti e nella scarola a contorno del baccalà. Sul vino nulla da dire conoscendo già l’etichetta siamo andati sul sicuro, tra l’altro la carta dei vini in generale molto carina. Il ragazzo ci ha tolto 17 euro da conto: cioè i coperti e il contorno contaminato, noi purtroppo pensiamo comunque che si sarebbe potuto gestire meglio il tutto, non é una questione di conto ma di una cena che ci ha fatto pensare che sarebbe stato meglio...
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