È con profonda delusione che scrivo questa recensione sull’Orologio di Taranto, un ristorante che credevo rappresentasse l’eccellenza e l’accoglienza di questa città. Purtroppo, la mia recente esperienza ha dimostrato il contrario, e ne sono rimasto profondamente amareggiato. Non avrei mai immaginato che nel 2024 mi sarei trovato a vivere un episodio così discriminatorio e anacronistico. Proibire l’ingresso a un cagnolino in un ristorante non è solo una mancanza di rispetto verso gli animali, ma anche verso i loro proprietari, che spesso considerano i loro amici a quattro zampe parte della famiglia. In un’epoca in cui l’inclusività e il rispetto dovrebbero essere al centro della nostra società, trovo che un comportamento del genere sia inaccettabile. Questa scelta, sebbene possa sembrare una questione di policy interna, non è molto diversa da un atto di discriminazione basato sull’aspetto o sull’origine delle persone. Come non si può giustificare il rifiuto di ingresso a una persona di colore, così non si può accettare che un cagnolino venga allontanato solo perché non considerato all’altezza degli standard del locale. Il parallelismo è forte, ma credo che rispecchi la gravità della situazione. Mi chiedo come sia possibile che, in un’era in cui si parla tanto di inclusione, l’Orologio di Taranto scelga di rimanere indietro, mantenendo pratiche che escludono invece di abbracciare. Un luogo che vuole definirsi di prestigio dovrebbe saper valorizzare ogni cliente, umano o animale che sia, senza pregiudizi. Questo episodio ha rovinato completamente quella che doveva essere una piacevole giornata e ha irrimediabilmente compromesso la mia opinione su questo ristorante. Mi auguro che la direzione riconsideri le proprie politiche, altrimenti temo che molti altri clienti si sentiranno costretti a cercare altrove l’accoglienza e il rispetto che dovrebbero essere garantiti a tutti. Saluti.

Voglio chiarire che la mia critica si riferisce esclusivamente alla mancata accoglienza del mio cane. Non vi è assolutamente alcun parallelo con situazioni di discriminazione umana, né tantomeno con persone di diversa origine o etnia. Parlare di esclusione di animali da un luogo pubblico non deve essere confuso con questioni di natura ben più grave come la discriminazione razziale, e mi dispiace che la mia critica sia stata fraintesa in questo senso. Tanto è vero che nella primissima recensione che ho fatto quando sono stato a mangiare da voi tempo fa, ho messo il massimo del punteggio per l’accoglienza, la cordialità e per la qualità del vostro cibo. La mia osservazione intendeva sottolineare l'importanza di un'accoglienza inclusiva verso gli animali, che in molti casi sono considerati membri della famiglia a tutti gli effetti, pur essendo “cani”. Oggi, 2024, sempre più locali riconoscono questo valore . Sicuramente la mia seconda recensione “negativa” in merito a questo episodio non influisce in alcun modo l’ottima qualità del vostro servizio. Ritorneremo, mi presenterò e ci stringeremo la mano perché, ripeto, da voi ho mangiato benissimo. Magari, nel frattempo, cambierete idea e ci rideremo sopra. Saluti. Rocco Bonomo

P.s. Ho provato più volte a chiamare al numero del ristorante per chiarire , ma la vostra segreteria telefonica non lo permette.