Arriviamo al ristorante attirati dal voto alto su TripAdvisor, ci fermiamo in una delle piazze principali di Taranto e ci dirigiamo nel ristorante, incuriositi anche dalla buona posizione del locale. I camerieri non ci portano il menù, ordiniamo praticamente alla cieca. Prendiamo 4 antipasti di mare crudi e 8 antipasti cotti. I crudi, del valore di 96 euro, comprendono una dozzina di gamberi rossi, 5 ostriche, 16 cozze crude e 16 noci. Un quantitativo decisamente magro considerando il prezzo. In ogni caso i crudi rimangono paradossalmente la parentesi migliore di questo pranzo. Arrivano i cotti: cozze gratinate, un'insalata di polpo senza infamia e senza lode e un mestissimo riso venere con frutti di mare e chicchi di mais, degno di un’apericena in un bar per studenti. Ma il peggio deve ancora arrivare: si apre un incredibile parentesi di piatti anni '80. Un insipido tortino di salmone e ricotta (del salmone nemmeno l’ombra), uno sformato di patate zucchine e gamberetti servito all’interno del guscio di una capesanta e, dulcis in fundo, gamberetti e persico avvolti nella pancetta. Piatti pretenziosi che definire kitsch sarebbe poco. Passiamo ora alle portate principali: una grossolana tagliatella (industriale) con mezzo astice con le chele tagliate, (spacciato per un’aragosta) la cui carne è decisamente secca, per il modico valore di 25 euro. Per una cifra del genere la tagliatella deve essere fatta in casa e l’astice (in realta l'aragosta) deve essere intero, ottimo e abbondante. Linguina allo scoglio: altro primo sciapo e insipido, troppo al dente. Per secondo un tonno alla griglia, eccessivamente cotto e duro, della consistenza della suola di una scarpa. Per finire una frittura molle, senza infamia e senza lode. Sorbetti e caffè nella media. Arriva il conto, 46.50€ a testa senza aver preso un bicchiere di vino. Rapporto qualità prezzo inesistente, una truffa in piena regola.