Tristezza, imbarazzo e sgomento.
È assai spiacevole lasciare recensioni non positive, tuttavia talvolta è necessario affinché il consumatore consapevole e la struttura possano far tesoro di tali esperienze; in tal modo il primo evita di incappare in situazioni come la nostra e il secondo può risparmiare imbarazzi al primo.
Fedeli alla più celebre guida sulla ristorazione eleggiamo questa meta per trascorrere in coppia la nostra serata.
La nostra esperienza è stata sgradevole, mi auguro che sia un'impressione soggettiva.
Locale curato, personale gentile e garbato; menù allettante e vario, carta dei vini ampia ma di scarsa fantasia, prendiamo un bianco della zona di Cirò.
Iniziamo con una 'tartare di fassone piemontese con sfumature tradizionali': buona materia prima anche se battuta molto grossolanamente e con diversi residui di tessuto connettivo, buone le 'sfumature'; 'battuta di palamita, crema di caprino al pepe di Maldon': pesce fresco servito troppo freddo e molto scuro anche per una palamita [le pesco dall'85], interessante l'abbinamento con il caprino.
Fin qui tutto piuttosto gradevole e rimaniamo desiderosi di proseguire.
E adesso arriviamo allo sgomento.
'Galletto francese cotto a bassa temperatura, passatina di asparagi verdi e salsa al cioccolato fondente': la cottura a bassa temperatura è indicata in quanto non vi è dispersione di succhi, umori e principi nutritivi, le carni sono più tenere e sugose; mai assaggiata una carne piu insipida, stopposa, disidratata e ardua alla masticazione, di colore bianco pallido e completamente inodore, avrebbe potuto essere qualsiasi cosa, nessuna traccia della salsa al cioccolato, rimandato indietro.
'Mazzancolle Mediterranee al burro, confettura di pomodori aromatizzata al basilico e finocchi alla liquirizia': i crostacei al primo e unico morso erano stracotti, nervosi e insapori, le proprietà organolettiche erano state totalmente annullate dalla cottura sconsiderata violando la poesia di questo fantastico ingrediente; pomodoro sparito, tòcco di finocchio sproporzionato al piatto già maldestramente presentato, in quanto enorme [mezzo finocchio], duro e piuttosto anziano, rimandato indietro col galletto, un disastro.
100,00€ [cento euro].
Il locale sembra essere vocato per gli eventi e i pranzi di lavoro; non oso immaginare cosa possa succedere nella preparazione dei piatti su larga scala, non porterò mai i miei clienti a mangiare a Villa Campari per paura di far brutta figura.
Unica nota veramente degna sono i pavimenti della villa: meravigliosi.
Affamati, pagando chiediamo al gestore se abbia mai assaggiato i piatti che propone, risposta: "Tutti i giorni". Sconsigliamo questo posto a tutti gli amanti della buona ristorazione. Auguri.
Visitato a Giugno 2017