Spesso le cose belle succedono per caso. Cose, caso... come sentirsi a casa. Mi scusi! Mi hanno detto "mi scusi!". E per caso, cercando tra i tanti ristoranti di Isola, rassegnati alla solita buona pizza, che raramente risulta immangiabile, ovunque sia, capitiamo in una piazzetta con molteplici automobili parcheggiate. Accompagnati dal suono che proveniva dai riverbero del Blue Note, leggiamo il nome del "MI SCUSI" e scoppiamo a ridere, Vittorio, che mi ospita a Milano, mi dice che ne ha sentito parlare bene. Io avevo languore di carbonara e gli amici hanno ceduto il passo alla mia smania. Arriviamo tardi, erano le 22:30 molti posti nei dintorni ancora servivano pasti, altri avevano già chiuso, del resto era un lunedì sera. Ci accoglie un simpatico ragazzo che poi lascia il compito alle sue colleghe per farci accomodare nei tavolini esterni. Sa tutto di casa di campagna, i tovagliolini, le piantine grasse, l'attitudine. Entro a vedere la pasta da cuocere esposta, nel menù digitale puoi scegliere come e cosa mettere nel piatto combinando le opzioni di cottura, di pasta, di sughi, di cottura... Sembrava figo ma ero anche un po' scettico. Però la simpatia ci ha travolto, decidiamo di ordinare tutti la carbonara! Entro, osservo, sughi da poter comprare e portare a casa, vini, birre, pacchi di pasta rustica, merchandising, altri condimenti, cresce la fame e l'acquolina. Torno al tavolo e chiedo il mio solito dolce "prepasto", adoro mangiare i dolci come parentesi di apertura e chiusura del pasto. Perché, se li assaggio prima, il palato gode di ogni sfumatura del dolce. Le ragazze si stranizzano, e, complice la velocità di preparazione delle paste, non mi arriva il dolce in tempo. Nel mentre ricevo dei messaggi da un'altra amica che mi dice "attento all'attesa", ho pranzato al "Miscusi" l'altro giorno e ho aspettato due ore. Ma siamo fortunati, forse per l'ora tarda, in 10 minuti arrivano le carbonare. Niente dolce però, faccio notare l'appunto e in un clima davvero simpatico, osserviamo quei tre piatti di spaghettoni alla chitarra fumanti di rosso d'uovo, pecorino romano e guanciale unto! E tu mi dirai "ma che cazz.. e vai a Milano a mangiare la carbonara?"... sì, c'avevo voglia! E mi è andata proprio bene! A parte un pizzico di sale di troppo, oggettivamente eccessivo, riconosciuto da tutti e tre, abbiamo goduto di una cremosità eccellente, una cottura perfettamente al dente e un'amalgama degna di" Felice" a Testaccio! Anche la porzione non lesinava. Ben soddisfatti, e in un clima sempre più simpatico, davvero raro in certi locali milanesi, purtroppo, decidiamo di prendere i dolci: una torta del contadino (con cioccolato, ricotta, pere e un base di croccante tipo cheesecake da frigo), un tiramisù e, io, prendo una torta della nonna. Wow! Abbiamo quasi perdonato il sale di troppo e la mancata parentesi di apertura, mooolto buoni. E devo confessare che la torta del contadino vinceva su tutti.

Il conto, regolare, come potete constatare dallo scontrino.

BRAVI! Altro che "miscusi", torneremo sicuramente.