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Church of San Ferdinando — Attraction in Livorno

Name
Church of San Ferdinando
Description
The Church of San Ferdinando is a historic church located on the Piazza Triesti e Trento, near the Royal Palace of Naples, in central Naples, Italy.
Nearby attractions
Museo della città (Livorno)
Italy Leghorn, Piazza del Luogo Pio, 19, 57123 Livorno LI, Italy
Fortezza Vecchia
Piazzale dei Marmi, 57126 Livorno LI, Italy
Church of Luogo Pio
Viale Caprera, 19, 57123 Livorno LI, Italy
Chiesa di Santa Caterina
Piazza Dei Domenicani, 2, 57123 Livorno LI, Italy
Fortezza Nuova
Scali della Fortezza Nuova, 57123 Livorno LI, Italy
Monumento dei Quattro Mori
Piazza Giuseppe Micheli, 57123 Livorno LI, Italy
Monument of the Four Moors
Piazza Giuseppe Micheli, 18, 57123 Livorno LI, Italy
Galleria Fidanda
Via della Venezia, 7, 57123 Livorno LI, Italy
Il mastio di Matilde
57123 Livorno, Province of Livorno, Italy
Palazzo Granducale
Piazza del Municipio, 4, 57123 Livorno LI, Italy
Nearby restaurants
Osteria della Venezia
Viale Caprera, 43, 57123 Livorno LI, Italy
Chez Ugo Pizzeria
Scali del Monte Pio, 35, 57123 Livorno LI, Italy
Pizzeria Della Venezia
Viale Caprera, 19, 57123 Livorno LI, Italy
Bad Elf pub
Scali delle Ancore, 1, 57123 Livorno LI, Italy
Il Porto Fish Restaurant Livorno BST
Via S. Giovanni, 44, 57123 Livorno LI, Italy
Elaboratorio Culinario
Viale Caprera, 25, 57123 Livorno LI, Italy
L’Amo Ristorante di Pesce
Piazza del Luogo Pio, 8, 57100 Livorno LI, Italy
Da Alepizza
Viale Caprera, 5, 57123 Livorno LI, Italy
Pizzeria Il Cantuccio
Scali Rosciano, 8, 57123 Livorno LI, Italy
“Il Mercato del Pesce “ Laboratorio con Cucina
Mercato Ittico Livorno, Scali delle Ancore, 57123 Livorno LI, Italy
Nearby hotels
Agave in Città
Scali Rosciano, 2, 57123 Livorno LI, Italy
Affittacamere il Porto
Via Strozzi, 38, 57100 Livorno LI, Italy
Casa del Ponte – Boutique Apartment with terrace Sea View , Livorno
Scali del Ponte di Marmo, 16, 57123 Livorno LI, Italy
Appartamento Le Coccole Livorno
Via Carraia, 16, 57123 Livorno LI, Italy
Gran Duca Hotel
Piazza Giuseppe Micheli, 16, 57123 Livorno LI, Italy
B&B L'IMBARCO
Via S. Giovanni, 40, 57123 Livorno LI, Italy
Casa Lo Scoglio della Ballerina
Via Strozzi, 40, 57123 Livorno LI, Italy
Hotel Europa Parking
Via dell'Angiolo, 23, 57123 Livorno LI, Italy
Hotel Giappone
Via Grande, 65, 57123 Livorno LI, Italy
The Port Residence
Via Generale Enrico Tellini, 5, 57123 Livorno LI, Italy
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Church of San Ferdinando
ItalyTuscanyLivornoChurch of San Ferdinando

Basic Info

Church of San Ferdinando

Piazza Anita Garibaldi, 1, 57123 Livorno LI, Italy
4.5(80)
Open 24 hours
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spot

Ratings & Description

Info

The Church of San Ferdinando is a historic church located on the Piazza Triesti e Trento, near the Royal Palace of Naples, in central Naples, Italy.

Cultural
Scenic
attractions: Museo della città (Livorno), Fortezza Vecchia, Church of Luogo Pio, Chiesa di Santa Caterina, Fortezza Nuova, Monumento dei Quattro Mori, Monument of the Four Moors, Galleria Fidanda, Il mastio di Matilde, Palazzo Granducale, restaurants: Osteria della Venezia, Chez Ugo Pizzeria, Pizzeria Della Venezia, Bad Elf pub, Il Porto Fish Restaurant Livorno BST, Elaboratorio Culinario, L’Amo Ristorante di Pesce, Da Alepizza, Pizzeria Il Cantuccio, “Il Mercato del Pesce “ Laboratorio con Cucina
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11 Via Sterpulino, 56121 Pisa
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Chez Ugo Pizzeria

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Bad Elf pub

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Osteria della Venezia

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4.3

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Bad Elf pub

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Davide PizziDavide Pizzi
La chiesa di San Ferdinando, detta popolarmente Crocetta è un esempio di architettura barocca del primo Settecento. La chiesa fu iniziata nel 1707 su progetto di Giovan Battista Foggini e conclusa dopo quasi dieci anni di lavori da Giovanni del Fantasia (1716), autore peraltro della vicina chiesa del Luogo Pio e della maestosa Santa Caterina. Il tempio fu intitolato a San Ferdinando Re, nome scelto per riconoscenza verso il principe Ferdinando, figlio del Granduca Cosimo III, che ne aveva fortemente caldeggiato la costruzione. L'edificio religioso fu affidato quindi all'opera dei Trinitari, la cui missione era quella di raccogliere fondi per la liberazione degli schiavi. All'esterno l'edificio presenta una mole non particolarmente elegante, con una facciata incompleta, priva del rivestimento marmoreo previsto in origine. L'interno della chiesa invece è articolato secondo le forme barocche: la pianta infatti è a croce latina, con una splendida navata centrale coperta da una volta a botte e affiancata da piccole cappelle laterali adorne di marmi pregiati. All'incrocio tra il transetto e la navata si apre una cupola circolare, che all'esterno invece è completamente nascosta da un tiburio ottagonale. Numerosi altari si ergono lungo le cappelle, ma l'opera di maggior pregio custodita all'interno è senza dubbio il gruppo scultoreo de Gli schiavi liberati, di Giovanni Baratta, artista che aveva persino collaborato con Francesco Borromini: l'opera simboleggia la missione dei Trinitari e rappresenta un angelo intento a liberare due schiavi. Da segnalare anche il raffinato pavimento marmoreo, dove sono presenti anche alcune lapidi sepolcrali, in particolare appartenenti a francesi. È inoltre da ricordare che dietro l'altare maggiore, sotto l'imponente gruppo marmoreo di Giovanni Baratta, trovò luogo il sepolcro del benefattore Francesco Terriesi, che, insieme al principe Ferdinando, fu il principale finanziatore dei lavori e delle opere di questa chiesa.
Gianni SchiavonGianni Schiavon
Detta anche Chiesa di Crocetta in virtù della croce greca, rossa e blu, emblema dei Padri Trinitari a cui questo luogo di culto venne affidato, fu iniziata nel 1707 su progetto di Giovan Battista Foggini e conclusa dopo quasi dieci anni di lavori da Giovanni del Fantasia (1716), autore anche della vicina Chiesa del Logo Pio (1713-15) e della poco distante Chiesa di Santa Caterina (1720-53) A dispetto della mai realizzata facciata, appare al suo interno particolarmente ricca e raffinata nelle decorazioni delle volte e della cupola come nei marmi pregiati delle cappelle e degli altari, nonché nel prezioso pavimento sepolcrale radiale, anch'esso in marmi policromi, posto all'incrocio tra navata e transetto. L'opera di maggior pregio custodita al suo interno è comunque il gruppo scultoreo de Gli schiavi liberati, di Giovanni Baratta (Carrara, 1670  - 1747), già collaboratore di Francesco Borromini, raffigurante un angelo intento a liberare due schiavi secondo la missione dei Trinitari, collocato sull'altare principale: un autentico unicum nella storia dell'arte. Sempre del Baratta sono poi le sculture del San Ferdinando Re di Castiglia e Leon, del Sant’Edoardo III Re d'Inghilterra detto il Confessore, del Sant’Enrico II di Germania e del San Luigi IX Re di Francia, collocate nelle nicchie poste nei pilastri lungo la navata. Infine, sempre lungo la navata, in tre delle quattro cappelle comunicanti si trovano custodite tre importanti e venerate reliquie: l'ulna del braccio destro di Santa Costanza nella prima cappella a destra; le reliquie di Santa Leonzia, che furono portate a Livorno oltre cento anni fa da padre Saglietto, nella successiva, e quelle di San Teofilo (traferite da Roma nel 1658) nella seconda cappella di sinistra sotto l'Altare di San Pietro, opera sempre del Baratta.
dennis bertoldodennis bertoldo
We found this church on the fantastic Livorno self guided walking tour. It was well worth a look. Especially intriguing are the two paintings that feature a bit of an optical illusion. Can you pick the body part that causes the confusion?
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La chiesa di San Ferdinando, detta popolarmente Crocetta è un esempio di architettura barocca del primo Settecento. La chiesa fu iniziata nel 1707 su progetto di Giovan Battista Foggini e conclusa dopo quasi dieci anni di lavori da Giovanni del Fantasia (1716), autore peraltro della vicina chiesa del Luogo Pio e della maestosa Santa Caterina. Il tempio fu intitolato a San Ferdinando Re, nome scelto per riconoscenza verso il principe Ferdinando, figlio del Granduca Cosimo III, che ne aveva fortemente caldeggiato la costruzione. L'edificio religioso fu affidato quindi all'opera dei Trinitari, la cui missione era quella di raccogliere fondi per la liberazione degli schiavi. All'esterno l'edificio presenta una mole non particolarmente elegante, con una facciata incompleta, priva del rivestimento marmoreo previsto in origine. L'interno della chiesa invece è articolato secondo le forme barocche: la pianta infatti è a croce latina, con una splendida navata centrale coperta da una volta a botte e affiancata da piccole cappelle laterali adorne di marmi pregiati. All'incrocio tra il transetto e la navata si apre una cupola circolare, che all'esterno invece è completamente nascosta da un tiburio ottagonale. Numerosi altari si ergono lungo le cappelle, ma l'opera di maggior pregio custodita all'interno è senza dubbio il gruppo scultoreo de Gli schiavi liberati, di Giovanni Baratta, artista che aveva persino collaborato con Francesco Borromini: l'opera simboleggia la missione dei Trinitari e rappresenta un angelo intento a liberare due schiavi. Da segnalare anche il raffinato pavimento marmoreo, dove sono presenti anche alcune lapidi sepolcrali, in particolare appartenenti a francesi. È inoltre da ricordare che dietro l'altare maggiore, sotto l'imponente gruppo marmoreo di Giovanni Baratta, trovò luogo il sepolcro del benefattore Francesco Terriesi, che, insieme al principe Ferdinando, fu il principale finanziatore dei lavori e delle opere di questa chiesa.
Davide Pizzi

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Detta anche Chiesa di Crocetta in virtù della croce greca, rossa e blu, emblema dei Padri Trinitari a cui questo luogo di culto venne affidato, fu iniziata nel 1707 su progetto di Giovan Battista Foggini e conclusa dopo quasi dieci anni di lavori da Giovanni del Fantasia (1716), autore anche della vicina Chiesa del Logo Pio (1713-15) e della poco distante Chiesa di Santa Caterina (1720-53) A dispetto della mai realizzata facciata, appare al suo interno particolarmente ricca e raffinata nelle decorazioni delle volte e della cupola come nei marmi pregiati delle cappelle e degli altari, nonché nel prezioso pavimento sepolcrale radiale, anch'esso in marmi policromi, posto all'incrocio tra navata e transetto. L'opera di maggior pregio custodita al suo interno è comunque il gruppo scultoreo de Gli schiavi liberati, di Giovanni Baratta (Carrara, 1670  - 1747), già collaboratore di Francesco Borromini, raffigurante un angelo intento a liberare due schiavi secondo la missione dei Trinitari, collocato sull'altare principale: un autentico unicum nella storia dell'arte. Sempre del Baratta sono poi le sculture del San Ferdinando Re di Castiglia e Leon, del Sant’Edoardo III Re d'Inghilterra detto il Confessore, del Sant’Enrico II di Germania e del San Luigi IX Re di Francia, collocate nelle nicchie poste nei pilastri lungo la navata. Infine, sempre lungo la navata, in tre delle quattro cappelle comunicanti si trovano custodite tre importanti e venerate reliquie: l'ulna del braccio destro di Santa Costanza nella prima cappella a destra; le reliquie di Santa Leonzia, che furono portate a Livorno oltre cento anni fa da padre Saglietto, nella successiva, e quelle di San Teofilo (traferite da Roma nel 1658) nella seconda cappella di sinistra sotto l'Altare di San Pietro, opera sempre del Baratta.
Gianni Schiavon

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La chiesa di San Ferdinando, detta popolarmente Crocetta è un esempio di architettura barocca del primo Settecento. La chiesa fu iniziata nel 1707 su progetto di Giovan Battista Foggini e conclusa dopo quasi dieci anni di lavori da Giovanni del Fantasia (1716), autore peraltro della vicina chiesa del Luogo Pio e della maestosa Santa Caterina. Il tempio fu intitolato a San Ferdinando Re, nome scelto per riconoscenza verso il principe Ferdinando, figlio del Granduca Cosimo III, che ne aveva fortemente caldeggiato la costruzione. L'edificio religioso fu affidato quindi all'opera dei Trinitari, la cui missione era quella di raccogliere fondi per la liberazione degli schiavi. All'esterno l'edificio presenta una mole non particolarmente elegante, con una facciata incompleta, priva del rivestimento marmoreo previsto in origine. L'interno della chiesa invece è articolato secondo le forme barocche: la pianta infatti è a croce latina, con una splendida navata centrale coperta da una volta a botte e affiancata da piccole cappelle laterali adorne di marmi pregiati. All'incrocio tra il transetto e la navata si apre una cupola circolare, che all'esterno invece è completamente nascosta da un tiburio ottagonale. Numerosi altari si ergono lungo le cappelle, ma l'opera di maggior pregio custodita all'interno è senza dubbio il gruppo scultoreo de Gli schiavi liberati, di Giovanni Baratta, artista che aveva persino collaborato con Francesco Borromini: l'opera simboleggia la missione dei Trinitari e rappresenta un angelo intento a liberare due schiavi. Da segnalare anche il raffinato pavimento marmoreo, dove sono presenti anche alcune lapidi sepolcrali, in particolare appartenenti a francesi. È inoltre da ricordare che dietro l'altare maggiore, sotto l'imponente gruppo marmoreo di Giovanni Baratta, trovò luogo il sepolcro del benefattore Francesco Terriesi, che, insieme al principe Ferdinando, fu il principale finanziatore dei lavori e delle opere di...

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