La visita al museo mi ha molto emozionato. Rebecca ci ha fatto da guida, ci ha raccontato che fa parte di un'associazione che si chiama La Sorte e che si occupa di divulgare la conoscenza dello scultore Jago, trentasettenne scultore di Anagni. Mi ha molto colpito Rebecca perché ci ha fatto entrare nello spirito della loro associazione che è soprattutto quello di valorizzare e recuperare una zona non troppo felice di Napoli, di portare speranza, coraggio cambiamento e riqualificazione della città e del sud in generale. Io sono di Palermo per cui mi sono sentita molto vicina a Rebecca, ragazza appassionata e seppur così giovane, veramente motivata e convinta del valore della sua città. È stata bravissima nella spiegazione di quanto lo scultore Jago voleva trasmettere nelle sue opere. Mi ha fatto commuovere e riflettere sul significato di ogni singola scultura dell'autore. Lo consiglio a tutti perché come ha detto Rebecca se entrando in questo museo eravamo dei semplici visitatori, (anche se ci ha detto che quest'anno ci sono state ben 100.000 visite), uscendo ne siamo diventati ambasciatori ....ambasciatori di una causa più grande: il portare speranza e permettere a dei giovani di non dovere necessariamente andare via dalla propria città del sud per trovare un bel lavoro oltre che averci fatto conoscere uno scultore con un talento indescrivibile e pieno di sentimento. Le sue sculture ti fanno sentire protagonista perché quello che egregiamente lui, col suo talento riesce a dare forma, ognuno di noi osservatore, solo guardando, può immedesimarsi in quello che lui voleva esprimere. Bella l'idea degli occhi scavati nelle sculture ad indicare profondità nello sguardo, uno sguardo che ti segue ovunque ti trovi nel museo, quasi ad interpellarti, a chiamarti in causa, a sentirti lì presente, come anche il potere toccare la sua prima opera: la scultura di sé stesso, perché l'autore grazie ai visitatori che sfiorano il suo viso in qualche modo lo modificano e modificano lui (è vero, le parti più toccate dell'opera erano gia ingiallite, ad indicare che ogni persona che passa nella nostra vita ci lascia qualcosa). Una delle opere che mi è piaciuta di più è stata "la pietà", oltre che di una bravura indescrivibile perché scolpire il marmo non è da tutti, l'idea di riprendere la pietà di Michelangelo e renderla attuale è stata geniale. Il volto della persona che teneva in braccio l'altra persona (che non si sa se fosse uomo o donna) trasmetteva tristezza, compassione e tanto dolore come anche l'opera del "Narciso" di indescrivibile bravura ci ha fatto capire il percorso personale in cui ognuno di noi è chiamato ad andare in profondità per trovare la vera bellezza che ci caratterizza. La scultura di Venere, una bellezza poco raffigurata, una donna anziana con una ricchezza di particolari scolpiti: la pelle flaccida, le rughe, il nascondere le parti più intimo del corpo ancora una volta accentua il valore della bellezza, dell'accettazione e dell'amore di sé. Questo museo, questi ragazzi, questo scultore confermano quello che io penso di Napoli... cioè che la napoletanità è un modo di vivere ma più che altro di essere unico al mondo ... adoro Napoli......
Read moreA must see. I had already seen Jago in Rome, but it was even a better experience admiring his stunning artworks in the fully restructered XVII century Church of Sant'Aspreno ai Crociferi, named after the first bishop of Naples, Aspreno. Unlike my first time with Jago at Palazzo Bonaparte in Rome, this time my visit was a guided visit, most helpful to help me understand more about this most talented sculpture. I won't say anything else, but let my pictures talk. I am also posting some pictures taken around the Sanitá neighborhood, where the church is located. Whether u live in Naples or are just visiting, definitely...
Read moreJago, tra gli artisti più promettenti del contemporaneo, sceglie uno dei quartieri più popolari e vitali di Napoli come laboratorio e, in uno scambio continuo e "verace", decide di condividere la propria storia con tutta la comunità, creando un museo che da subito si percepisce come diffuso. Per ora due luoghi, connessi da una suggestiva passeggiata nel quartiere, ospitano tra le opere più iconiche di Jago. Le opere sono collocate in due antiche chiese che rimandano, in una sorta di eco continua, ad una duplice valorizzazione. L'arte storica è valorizzata dagli innesti di Jago e viceversa. L'allestimento presso la chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi si sviluppa in un racconto visivo ascendente che parte da un busto dello stesso artista che sembra guardare il moto ascensionale del proprio racconto che passa dalla Pietà e culmina nella Aiace e Cassandra, con una sosta dinamica lungo il vortice di cuori di ceramica pulsanti. A valorizzare la pianta a croce latina della chiesa, fanno da perni visivi la Venere e il bozzetto della David che confermano il valore di un artista come Jago capace di "sprigionare" (cit.) dal marmo emozioni, riflessioni, denunce, estremamente moderne. Jago è qui ed ora, è pienamente nel suo tempo e lo racconta con indiscussa maestria. Per proseguire la visita bisogna percorrere le strade del quartiere per raggiungere la Cappella dei Bianchi, nella chiesa di San Severo fuori le mura, al centro della quale, circondato da tele di Luca Giordano, Andrea Vaccaro, ed altri, troviamo Il figlio velato. Un rimando al capolavoro di Sanmartino per raccontare con altrettanta empatia e coinvolgimento drammi attuali. Un plauso particolare ai giovani custodi e divulgatori di bellezza che sanno accogliere i visitatori con attenzione, gentilezza, competenza e soprattutto...
Read more